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Ieri il presidente Sergio Mattarella a Cagliari per inaugurare l’anno scolastico: “Scuola pilastro della Repubblica”.

Cagliari, 17 Sett 2024 – Ieri a Cagliari, ricevuto dalle massime cariche regionali, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arriva a Cagliari dove ha partecipato all'inaugurazione di un anno scolastico ricco di novità.

"La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri.  Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per la vita dell'intera comunità nazionale. L'avvio dell'anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realtà è un momento sempre nuovo. Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove. La scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti.  E' palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto". 

"Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, come è necessario in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione. La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza".

Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II" di Cagliari nella cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2024-2025. 

Accompagnato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il Capo dello Stato è al Convitto nazionale insieme a studenti e docenti per partecipare alla ventiquattresima edizione di "Tutti a scuola" quest'anno ospitata a Cagliari, proprio nella sede dell'istituto scolastico di via Pintus. Una cerimonia itinerante che si tiene dal 2015 e che lo scorso anno si è svolta a Forlì. 

Sono circa 1.300 gli studenti coinvolti, oltre a quelli del Convitto, ci sono anche i rappresentanti di otto scuole sarde e di istituti della penisola. Con Mattarella e Valditara anche il ministro dello Sport Andrea Abodi e del presidente del Coni Giovanni Malagò.

"Talvolta, questo nostro tempo dominato dall'assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l'impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all'altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l'orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia". Sergio Mattarella lo dice nella cerimonia a Cagliari per l'avvio dell'anno scolastico. "La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo - annota - si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato.  Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia". "I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte - avverte il Capo dello Stato - ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro". "Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti", sottolinea ancora.

"Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani - spiega Mattarella-. Occorre rinnovare un'azione rivolta a reprimere e prevenire, incidendo sulle cause profonde - frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro- che provocano momenti così gravi e inaccettabili". "Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili- le parole del presidente-. C'è oggi disagio tra giovani e giovanissimi. E' un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro qualità straordinarie e a grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare: a volte la cortina dell'incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche solo parlarne". Occorre dunque "rompere il muro delle solitudini e del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescita insieme. Senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso tecnologico che possa esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di soddisfazioni". Il disagio giovanile "è una grande e urgente questione nazionale- avverte- che va affrontata con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l'illusione che tutto possa essere risolto attraverso un'ottica esclusivamente securitaria". La scuola, conclude, "è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l'opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impedisce ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità".

“In Italia quest'anno ci sono 110mila studenti in meno”, ha detto Valditara, a margine della cerimonia a Cagliari. In Sardegna gli studenti sono in calo di oltre 5000 presenze fra i banchi. "Di fronte a un calo così rilevante avremmo potuto tagliare anche gli organici in modo corrispondente per risparmiare risorse: non l'abbiamo fatto perché io credo molto nel fatto che noi dobbiamo diminuire sempre di più questo rapporto fra docenti e studenti, che poi è già fra i più bassi d'Europa", perché "credo che aiuti a aumentare le competenze e a procedere ulteriormente all'abbassamento della dispersione scolastica implicita".

“L'anno scorso abbiamo messo 3 miliardi di euro per l'aumento degli stipendi del personale della scuola”, ha precisato poi il ministro. "Il nuovo contratto aumenterà gli stipendi dei docenti del 5,8%. Questo aumento si va ad aggiungere a un taglio del cuneo fiscale che vale il 6-7% a seconda delle aliquote".

"Se mettiamo insieme 5,8% al 6 o 7%, troviamo una percentuale superiore a quella dell'aumento del costo della vita per impiegati, operaie e quindi per il personale, per il lavoratore, che è stato stimato dall'Istat, nel triennio 22-24, dell'11,5%. Un aumento - ha concluso Valditara - che si aggiunge a quello che abbiamo concesso lo scorso anno grazie a quei famosi 300 milioni che sono stati spostati da microprogetti al contratto, per un aumento del 4,5%, il più alto aumento fino ad all'ora realizzato a favore dei docenti italiani. Sommando questi aumenti arriviamo a circa un 17% in due contratti più il taglio del cuneo fiscale".

Tra le novità di quest'anno il divieto di telefoni cellulari in classe per tutti fino alle medie. In quest'ultima fascia arrivano anche docenti tutor e orientatori, al via anche il 4+2 la riforma degli istituti tecnici e professionali. 

Quello che si apre è un anno scolastico dove si sperimenterà anche il supporto dell'intelligenza artificiale "per la personalizzazione della didattica", ha detto Valditara. In 15 classi di quattro regioni - Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia - ci sarà infatti il sostegno della A.I.

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