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Zelensky al Consiglio di sicurezza: "La Russia deve essere costretta alla pace". Il presidente ucraino attacca Iran e Corea del Nord: "Complici di Mosca". 

New York, 25 Sett 2024 - La Russia deve essere "costretta" a fare la pace. Lo ha dichiarato ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, denunciando l'Iran e la Corea del Nord come "complici" nella guerra nel suo Paese.

"La Russia può solo essere costretta alla pace ed è esattamente quello che deve essere fatto: costringere la Russia alla pace", ha detto Zelensky durante una sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata all'Ucraina.

"Un giorno in questa stanza diremo che la guerra in Ucraina è finita, e questo non perché qualcuno ha scambiato qualcosa con Putin: la guerra finirà perché la carta dell'Onu prevarrà, il diritto all'autodeterminazione prevarrà". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la riunione del Consiglio di sicurezza a margine dell'Assemblea generale Onu.

"È sempre un piacere incontrare Giorgia Meloni. A margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, abbiamo concordato i nostri prossimi piani comuni. Sono grato a Giorgia per tutti i passi decisivi compiuti dal G7 sotto la presidenza italiana e per il suo impegno a promuovere sforzi congiunti per stabilire una pace duratura e giusta". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di ritenere che la guerra con la Russia sia “più vicina alla fine” di quanto molti credano e ha invitato gli alleati a rafforzare l'esercito ucraino. In alcuni estratti di un'intervista rilasciata a Good Morning America di ABC News, il presidente ha dichiarato: “Penso che siamo più vicini alla pace di quanto pensiamo... Siamo più vicini alla fine della guerra”. E ha aggiunto: “Per questo chiediamo ai nostri amici, ai nostri alleati, di rafforzarci. È molto importante”. Zelenskyy ha detto alla ABC che Putin “ha paura” dell'operazione Kursk dell'Ucraina, con la quale ha conquistato più di 1.000 km quadrati di territorio russo.

Gli Stati Uniti invieranno bombe a grappolo, una serie di razzi, artiglieria e veicoli blindati in Ucraina. Questi annunci di attrezzature, per un totale di circa 375 milioni di dollari, fanno parte di un programma di sostegno militare, hanno spiegato funzionari americani, a condizione di anonimato. Gli aiuti non sono stati ancora annunciati ufficialmente. Quest'ultima tornata di aiuti, fornita attraverso l'autorità presidenziale, è una delle più importanti recentemente approvate. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta provando a sfruttare la sua presenza all'Assemblea generale delle Nazioni Unite per convincere gli Stati Uniti ad autorizzare le proprie truppe all'uso di armi a lungo raggio per colpire più efficacemente la Russia. 

L'ex presidente Donald Trump sostiene che gli Stati Uniti devono uscire dalla guerra tra Russia e Ucraina. 
"Biden e Kamala - ha dichiarato durante un comizio a Savannah, Georgia - ci hanno infilato in questa guerra in Ucraina, e adesso non sanno come farci uscire. Non ci fanno uscire. Io l'ho osservato (Joe Biden), 'Vinceremo, vinceremo', ha detto per tre anni". "Ogni volta viene negli Stati Uniti - ha aggiunto Trump - Zelensky se ne va via con cento miliardi di dollari. Penso che sia il più grande venditore sulla Terra. Ma noi siamo bloccati in quella guerra a meno che non diventi io il presidente, me ne occupi io e negozi. Ne uscirò. Dobbiamo tirarci fuori. Biden dice 'non andremo via finche' non vinceremo'. Cosa succede se vincono? Quello è ciò che fanno, ecco perché fanno le guerre". "Come qualcuno mi ha detto l'altro giorno - ha continuato Trump, riferendosi alla Russia - hanno sconfitto Hitler, hanno sconfitto Napoleone, è quello che fanno, loro combattono e non è piacevole". Il tycoon si è anche lamentato del denaro che gli Stati Uniti hanno mandato all'Ucraina in rapporto a quello che hanno dato i Paesi europei.

Infine, la posizione di fermo sostegno dell'Italia all'Ucraina non cambia. Lo ha affermato ieri in una aula vuota, la presidente del consiglio Giorgia Meloni, rispondendo a chi le chiedeva, a margine dei lavori dell'Assemblea Onu, se la partecipazione solo da remoto e non in presenza alla riunione dei paesi sostenitori di Kiev, prevista domani a New York, fosse una "scelta politica" sintomatica di un possibile disimpegno. "L'incontro era previsto per oggi e noi abbiamo tarato la nostra presenza a New York anche sulla base di questo incontro, che poi è stato spostato dagli Usa a domani, e noi parteciperemo lo stesso", ha chiarito Meloni, "al di là del tentare di dimostrare cose non dimostrabili, la posizione italiana non cambia e non sta cambiando, come dimostra l'incontro di stamattina con Volodymyr Zelensky".

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