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Via libera del consiglio dei Ministri alla Manovra, Mef: “Interventi per 30 miliardi lordi”.

Roma, 16 Ott 2024 - Il consiglio dei Ministri ha approvato nella tarda serata di ieri la manovra per il 2025. Il disegno di legge di bilancio, fa sapere il ministero dell'Economia in una nota, in linea con l'approccio serio e responsabile dei provvedimenti economici approvati finora dal governo, dispone interventi con effetti pari, in termini lordi, a circa 30 miliardi nel 2025, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027. 

"Oggi, in consiglio dei Ministri, abbiamo varato la legge di bilancio, un intervento che mette al centro i cittadini, le famiglie e il rilancio della nostra Nazione. Come avevamo promesso, non ci saranno nuove tasse per i cittadini" scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Con questo Governo, l'Italia guarda al futuro con una legge di bilancio che mette al primo posto il lavoro e il benessere degli italiani", aggiunge la premier sottolineando: “rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti”.

Le misure

Sono "confermate e potenziate le misure sui congedi parentali" e viene "introdotta anche una "Carta per i nuovi nati" che riconosce 1.000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato". Viene rafforzato il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, anche prevedendo l’esclusione delle somme relative all’Assegno unico universale dal computo dell’Isee. Tra le misure di carattere sociale, la carta “dedicata a te” è rifinanziata per il 2025 nella misura di 500 milioni. Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico. Più numerosi i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.

Si rendono strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l'accorpamento delle aliquote Irpef articolata su tre scaglioni già in vigore nell'anno in corso. Sulle pensioni "sono confermate le misure dello scorso anno e potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l'età della pensione ma restano a lavoro".

Sul fronte "lavoro e imprese", nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. La Manovra conferma inoltre la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

Viene prorogato il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per la prima casa. Arrivano tagli del 5% ai ministeri. Si lima il contributo da chiedere al settore bancario. Prende forma la terza manovra del governo Meloni, che arriva sul tavolo del consiglio dei ministri. Mette sul piatto risorse per circa 25 miliardi e si inserisce nel solco tracciato dalla precedente, confermando taglio del cuneo e riduzione dell'Irpef, che anzi diventano strutturali, oltre alle misure per la natalità. Ma prova anche a dare la misura del braccio di ferro vinto sul fronte dei "sacrifici".

Tra le misure fiscali la Manovra conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori.

Misure di revisione ed efficientamento della spesa delle Pa, tra le coperture della Manovra, ma anche, tra quelle più rilevanti, contributi del settore bancario e assicurativo. Con l'Abi il dialogo è in corso ed è serratissimo. Ci potrebbero essere due interventi separati, comunque una tantum: sugli incrementi patrimoniali e sull'anticipo di liquidità con le cosiddette Dta, crediti fiscali che vengono differiti.

Sul fronte degli investimenti pubblici, il disegno di legge di bilancio stanzia risorse per assicurare che, successivamente al termine del Pnrr, l’andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con i requisiti della nuova governance europea. Lo conferma il Mef, aggiungendo che in particolare è previsto anche il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa.

Per la sanità vengono incrementate le risorse anche per finanziare il rinnovo dei contratti. In particolare nel prossimo biennio lo stanziamento è in linea con la crescita del Pil nominale.

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha approvato un decreto legge con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali, e un decreto legislativo con la revisione delle disposizioni in materia di accise.

Non ci sono misure che riguardano benzina e diesel, precisano fonti di governo, spiegando che il provvedimento include norme relative a gas naturale, energia elettrica, oli lubrificanti e prodotti da fumo. Si tratta, viene precisato, di misure di carattere amministrativo.

Le opposizioni dipingono la manovra come una misura basata su "lacrime e sangue" e sull'austerità. Criticano la mancanza di dettagli e trasparenza da parte del governo, esprimendo preoccupazione per l'impatto negativo dei tagli sui servizi essenziali e sull'assistenza.

Il Partito Democratico critica la politica economica del governo Meloni, l'accusa è di limitarsi a tagliare la spesa sociale e di ricorrere ai condoni. Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato, sostiene che la manovra si tradurrà in tagli lineari a servizi e assistenza.

Il Movimento 5 Stelle critica la mancanza di azioni concrete da parte del governo riguardo alla tassa sugli extraprofitti bancari, proposta oltre un anno e mezzo fa. Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera, sottolinea che il provvedimento "facoltativo" introdotto in precedenza non ha generato entrate per lo Stato. Riccardo Magi, segretario di +Europa, accusa il governo di aumentare le tasse per finanziare i centri di detenzione per migranti in Albania, definendolo un uso "vergognoso" dei soldi dei contribuenti.

La manovra finanziaria ha messo in luce anche divergenze di vedute tra i partiti della maggioranza, in particolare per quanto riguarda la sensibilità verso il mondo bancario e la necessità di coinvolgere tutti i ministri nella definizione dei tagli alla spesa.

L'ipotesi di un contributo straordinario a carico delle banche ha generato tensioni, con Forza Italia contraria e Lega e Fratelli d'Italia più possibiliste. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato uno dei principali sostenitori di questa misura che si configurerebbe come un contributo e non una tassa. Forza Italia si è detta preoccupata per l'impatto sui piccoli istituti bancari, ottenendo rassicurazioni sulla loro tutela.

Il Ministro Giorgetti ha spinto per una revisione della spesa, chiedendo ai Ministeri di individuare le spese "improduttive o che si possono rinviare". Questa richiesta ha generato malumori tra i ministri, che si sono sentiti sotto pressione e poco coinvolti nella definizione della manovra. Antonio Tajani, Vicepremier e leader di Forza Italia, ha sottolineato la necessità di un maggiore confronto all'interno della maggioranza, sostenendo che "non c'è uno che scrive la manovra e gli altri che la approvano".

L'enfasi iniziale di Giorgetti sui "sacrifici" necessari per garantire la sostenibilità del bilancio pubblico ha creato disagio all'interno della maggioranza. La stessa premier Meloni è stata costretta a intervenire per correggere il tiro e rassicurare i cittadini sul sostegno alle famiglie e alle imprese.

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