Aia, 21 Nov 2024 - La camera preliminare della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della difesa Yoav Gallant nell'ambito della guerra a Gaza.
Questa decisione trasforma Netanuahy e Gallant in ricercati a livello internazionale. Netanyahu e altri leader israeliani hanno condannato la richiesta di mandati del procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan come vergognosa e antisemita.
La Corte penale internazionale ha fatto sapere che non è necessaria l'accettazione da parte di Israele della giurisdizione della corte per far valere il mandato.
E un altro crimine di guerra si è consumato ieri a Gaza dove le vittime sono come al solito donne e bambini. Infatti, oggi, il direttore dell'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, Hossam Abu Safiya, ha riferito che decine di persone sono morte o disperse dopo un attacco israeliano nella zona settentrionale della Striscia. Il processo di recupero dei feriti e dei corpi continua, ma "arrivano all'ospedale a pezzi". Ne' l'agenzia di protezione civile ne' il ministero della Salute gestiti da Hamas hanno confermato il bilancio. "Non ci sono ambulanze, il sistema sanitario è crollato nel nord di Gaza", ha detto Abu Safiya. L'agenzia di protezione civile di Gaza ha nel frattempo fatto sapere che 22 persone sono state uccise in un altro attacco nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City. Da ottobre, le truppe israeliane sono tornate a operare con forza nel nord dell'enclave palestinese per impedire ad Hamas di riorganizzarsi.
Sarebbero 88 le vittime palestinesi dovute a due raid dell'esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza. Lo riporta al-Jazeera. I bombardamenti sono avvenuti a Beit Lahiya, con almeno 66 morti e dozzine di feriti, e sul quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, dove sarebbero morte 22 persone, tra cui 10 bambini. Il direttore dell'ospedale Kamal Adwan di Gaza, citato sempre da al-Jazeera, ha affermato che la maggior parte delle 66 vittime dell'attacco israeliano a Beit Lahiya sono donne e bambini, mentre ci sarebbero molte altre persone ancora intrappolate sotto le macerie.
Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani di ieri contro gruppi filo-iraniani nella città di Palmira, nella Siria centrale, è salito a 71. Lo ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). Secondo la Ong, uno degli attacchi ha preso di mira una riunione di comandanti di gruppi filo-iraniani con leader del movimento iracheno Al-Noujaba e degli Hezbollah libanesi.
Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l'obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna). Secondo l'accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nell'insediamento di Kiryat Arba. Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico.
"O Netanyahu accetterà l'accordo, o lo rifiuterà, e allora ci saranno scenari peggiori". Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri, impegnato da giorni nei colloqui per mettere fine alla guerra tra Israele ed Hezbollah. Il politico libanese, alleato del gruppo sciita filo-iraniano, ha sottolineato che "l'atmosfera oggi è più positiva di ieri". "Stiamo lavorando al quadro (dell'accordo) da due settimane e negli ultimi due giorni abbiamo discusso approfonditamente ogni dettaglio, prendendo in considerazione ogni aspetto", ha aggiunto Berri.
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