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Dopo Aleppo i ribelli vogliono Hama. Bashar al-Assad: “Spezzeremo il terrorismo con la forza”. Ma senza la Russia può fare poco. Il criminale di guerra impegnato nell’aggressione all’Ucraina.

Aleppo, 1 Dic 2024 - La città siriana di Aleppo, occupata dalle milizie jihadiste filo-turche e in parte da quelle curde, per la prima volta dall'inizio della guerra, nel 2012, “non è più sotto il controllo del governo del presidente Bashar al-Assad”: lo ha dichiarato all'Afp il capo della Ong osservatorio siriano per i diritti umani, di base nel Regno Unito, Rami Abdel Rahman.

Gli insorti siriani hanno annunciato di avere ormai il controllo di Aleppo, compreso l'aeroporto e che avrebbero esteso la loro offensiva sulla provincia di Hama. L'esercito siriano invece parla di “ritiro temporaneo delle truppe” da Aleppo, a nordovest, dove gruppi ribelli hanno lanciato un'offensiva a sorpresa contro le posizioni governative, dichiarando che decine dei suoi soldati sono stati uccisi o feriti. Alla luce della situazione, decine di migliaia di civili sono in fuga da Aleppo. La Siria è nel caos con voci di un imminente golpe a Damasco. E intanto, l'Onu e la Farnesina evacuano gli stranieri presenti.

Secondo Cnn Turk ci sono voci "di un colpo di stato a Damasco dove sono in corso violenti scontri nel centro della città e negli edifici pubblici". Secondo quanto riferisce Cnn Turk online ci sono indiscrezioni anche su una fuga di Assad "che si sarebbe rifugiato in Russia con la sua famiglia dopo il tentativo di colpo di stato".

I jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e le fazioni alleate contro il regime di Bashar al-Assad stanno avanzando nella provincia centrale siriana di Hama dopo aver conquistato territori chiave nelle province nord-occidentali di Aleppo e Idlib in Siria dalle quali erano stati cacciati nel 2016. Il ministero della Difesa siriano, intanto, ha annunciato che l'esercito lancerà presto un contrattacco. I miliziani dell'organizzazione legata ad al-Qaeda, hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Aleppo, primo aeroporto civile a cadere sotto il controllo dell'Hts (Commissione per la liberazione della Siria), ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli insorti ora si stanno dirigendo verso Hama e hanno preso il controllo di numerose città e villaggi nella parte settentrionale della provincia. Con l'avanzata dei ribelli si sono ritirate le milizie sostenute dall'Iran e si sono riposizionate le unità curde nella periferia nord-occidentale di Aleppo, hanno spiegato gli attivisti dell'Osservatorio.

Fonti sul campo parlano del ritiro dei militari siriani da alcune zone, ma il Ministero della Difesa di Damasco ha smentito. “Confermiamo che le unità delle nostre forze armate sono di stanza nelle loro posizioni nella campagna settentrionale e orientale della provincia di Hama e sono pienamente pronte a respingere qualsiasi potenziale attacco terroristico”, ha affermato. “L'operazione per contrastare l'attacco terroristico sta procedendo con successo e determinazione e presto passerà al contrattacco per recuperare tutte le regioni”, ha aggiunto. Anche il ministero della Difesa russo ha affermato che la sua forza aerea ha effettuato attacchi contro i ribelli siriani a sostegno dell'esercito di Damasco, ma senza precisare gli obiettivi colpiti.

Il presidente siriano, Bashar Al-Assad, ha promesso che "userà la forza per eliminare il terrorismo" in Siria. Citato dall'agenzia Sana, il presidente siriano, che non si sa dove si trovi al momento, lo ha detto in una conversazione telefonica con un dirigente della repubblica separatista filo-russa dell'Abkhazia, in Georgia. Secondo il leader di Damasco, "il terrorismo capisce solo il linguaggio della forza, e questo è il linguaggio con il quale lo schiacceremo e lo elimineremo, con chiunque lo appoggi e lo sponsorizzi".

L'esercito siriano ha rafforzato il suo schieramento intorno alla città di Hama (centro del Paese), ha detto domenica l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dopo un'offensiva lanciata da gruppi ribelli nella Siria settentrionale e centrale. I jihadisti hanno già il controllo di Aleppo, ad eccezione dei quartieri controllati dalle forze curde. Lo riferisce un osservatore di guerra siriano, secondo l'Afp. Aleppo, la città più popolosa del Paese, non è più controllata dal regime siriano, secondo il gruppo Sohr in esilio.

Il gruppo islamico HAyat Tahrir al-Sham e i gruppi alleati avrebbero il pieno controllo della città. Lo ha detto all'Afp Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito. Secondo il gruppo in esilio, la grande città di Aleppo non è più controllata dal regime siriano.

"Monitoriamo costantemente ciò che accade in Siria, siamo determinati a difendere gli interessi vitali dello stato di Israele e a preservare i successi della guerra. Facciamo rispettare in modo molto rigoroso l'accordo di cessate il fuoco in Libano. Ogni violazione avrà una risposta immediata e forte dall' Idf". Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu in visita oggi insieme con il ministro della difesa Israel Katz la base di reclutamento di Tel Hashomer. "Siamo qui con i nuovi arruolati nella brigata corazzata. C'è un grande aumento nel reclutamento. C'è un'enorme energia, e questa energia appartiene alla generazione della vittoria, noi vinceremo", ha dichiarato.

Almeno 372 persone sono state uccise, tra cui almeno 20 civili, da quando i ribelli siriani hanno lanciato l'offensiva a sorpresa contro Bashar al-Assad mercoledì scorso, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, la ong basata nel Regno Unito che monitora da anni il conflitto siriano. Lo riferisce il Guardian. Il bilancio delle vittime include anche il personale militare. La tv di stato siriana ha affermato che le forze governative hanno ucciso quasi 1.000 insorti negli ultimi tre giorni, senza fornire prove o dettagli.

“Stiamo monitorando attentamente la situazione in Siria e siamo stati in contatto nelle ultime 48 ore con le capitali della regione: il continuo rifiuto del regime di Assad di impegnarsi nel processo politico delineato nella risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la sua dipendenza da Russia e Iran hanno creato le condizioni che si stanno verificando ora, tra cui il crollo delle linee del regime di Assad nella Siria nord-occidentale”. Così Sean Savett, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti in un dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca nella notte. “Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con questa offensiva, guidata da Hay'at Tahir al-Sham (HTS), designata organizzazione terroristica” ha aggiunto. 

“Gli Stati Uniti, insieme con i loro partner e alleati, sollecitano la de-escalation, la protezione dei civili e dei gruppi minoritari e un processo politico serio e credibile che possa porre fine a questa guerra civile una volta per tutte con un accordo politico coerente con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Continueremo inoltre a difendere e proteggere pienamente il personale e le posizioni militari statunitensi, che rimangono essenziali per garantire che l'ISIS non possa mai più risorgere in Siria” ha chiosato.

L'Iran “sostiene fermamente l'esercito e il governo” siriani dopo l'offensiva dei ribelli. Lo fa sapere il capo della diplomazia iraniana. “Sosteniamo con forza l'esercito e il governo in Siria”, ha detto il Ministro degli esteri dell'Iran Abbas Araghchi prima di partire per Damasco. “L'esercito siriano sconfiggerà ancora una volta questi gruppi terroristici come in passato”, ha assicurato, secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale Irna aggiungendo: “È ovvio che gli Stati uniti e il regime israeliano sono in combutta con i gruppi terroristici in Siria”, in quanto il “regime sionista, dopo il recente fallimento dei suoi obiettivi, cerca di raggiungere i suoi scopi creando insicurezza nella regione attraverso questi terroristi”, ha detto.

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