Firenze, 10 Dic 2024 - Si chiamava Vincenzo Martinelli, 51 anni, la prima vittima identificata a seguito dell'esplosione avvenuta a Calenzano. Martinelli era autista di autocisterne e viveva a Prato.
È stato identificato il corpo di una delle persone morte nell'esplosione di Calenzano. La vittima farebbe parte della lista delle cinque persone che mancano all'appello, due morti e tre dispersi, tutti operai che stavano guidando le autocisterne. Nella lista ci sono un operaio originario di Catania di 57 anni, un operaio di Napoli di 62anni, un operaio originario della provincia di Novara di 49anni, un operaio nato in Germania ma italiano di 45 anni e un operaio di Matera di 45 anni.
"La situazione che ho trovato è drammatica, l'esplosione deve essere stata incredibile perché a vedere come è ridotto tutto il piazzale e le autocisterne che ci sono sotto è veramente impressionante. Immagino chi ha subito ferito e chi purtroppo non ce l'ha fatta, speriamo che l'esito non sia nefasto come ci si può aspettare ma sono ancora in corso le operazioni di ricerca per i dispersi e dei sopravvissuti, però la situazione è indescrivibile", Lo ha detto Giuseppe Carovani, sindaco di Calenzano, Comune all'interno del quale questa mattina è avvenuta l'esplosione in una raffineria che al momento ha causato due morti e nove feriti. "L'azienda nel piano di Protezione civile è classificata come azienda a rischio di incidente rilevante, quindi è stata fatta tutta la predisposizione dei piani di emergenza e di informazione della popolazione per questa eventualità, chiaro che in quanto classificata in questa maniera presuppone che vi fossero oggettivi e reali rischi e problemi, ma da qui a dire che sarebbe successa una cosa di questo tipo. Tutte le procedure erano e sono credo organizzate per evitare che possano succedere certe cose.
Non so cosa è successo, le dinamiche ancora non sono state chiarite fino in fondo quindi aspetteremo l'esito delle indagini per capire come è andata. Per quel che ci riguarda noi ci siamo subito attivati per predisporre il piano di emergenza ed insieme alla centrale operativa della Protezione civile messa in piedi dalla Prefettura abbiamo seguito tutta la fase, e cercato poi dare indicazioni ai cittadini".
"Noi sappiamo che questa mattina c'erano stati 35 accessi, questo è quello che ci è stato comunicato, quindi abbiamo questo dato ma non abbiamo allo stato attuale altre indicazioni" ha spiegato il sindaco di Calenzano che interpellato sulle dinamiche dell'incidente ha raccontato: "Ci sono indagini in corso, sappiamo che l'evento è stato probabilmente in relazione alle operazioni di carico e scarico delle autocisterne, quindi immaginiamo che sia questa l'origine del problema. Sono in corso gli accertamenti delle identità delle persone che hanno perso la vita. Alle operazioni di ricarica accedono anche altre aziende, altri operatori, ma non so dire niente di più. Ci sono accertamenti in corso delle Forze dell'Ordine. Dentro lo stabilimento non c'erano mai stati incendi, in passato nel piazzale esterno c'era stato un episodio di un'esplosione di un'autocisterna". Al momento sono nove i feriti, di cui due gravi, ed alcuni di loro sono stati portati all'ospedale Cisanello di Pisa e a quello di Prato. Il Comune di Calenzano al momento ha decretato due giorni, oggi e domani, di lutto cittadino. Il sindaco Carovani infine ha fatto sapere come con i dirigenti dell'Eni "ci siamo sentiti durante la conferenza convocata dalla Prefettura e siamo rimasti d'accordo di risentirci in serata per fare il punto della situazione".
"Il presidente della repubblica mi ha tempestivamente chiamato per informarsi su quanto accaduto e per esprimere con parole molto umane solidarietà e vicinanza a coloro che sono stati colpiti dal gravissimo evento e ai familiari delle vittime". A dirlo è il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dando conto del colloquio telefonico avuto col capo dello Stato, Sergio Mattarella, sul gravissimo incidente accaduto allo stabilimento Eni di Calenzano. Sin dai minuti immediatamente successivi all'esplosione, viene spiegato dalla Regione, Giani ha seguito l'evolversi della situazione. L'intero sistema regionale, nell'ambito delle sue competenze e attribuzioni, ha contribuito alla macchina dei soccorsi e al monitoraggio degli sviluppi dell'emergenza.
In prima fila, il servizio sanitario regionale, che ha prontamente accolto i feriti. Mentre la sala operativa della protezione civile regionale ha partecipato al Ccs, il Centro di coordinamento dei soccorsi, attivato e coordinato dalla prefettura di Firenze come previsto nei casi di "incidente rilevante". La protezione civile della Toscana ha anche messo a disposizione tre operatori, uno dei quali si è recato sul luogo dell'esplosione e gli altri due hanno raggiunto la sede della prefettura di Firenze. Arpat ha svolto poi, con esito negativo, le indagini necessarie per verificare la presenza eccessiva di sostanze inquinanti nell'aria e nelle acque del reticolo idraulico limitrofo all'area interessata dall'incidente.
Sono almeno 26 i feriti ricoverati a seguito dell'esplosione di uno stabilimento Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. Il bilancio parla anche di due vittime e tre dispersi. Sei persone sono ricoverate a Careggi, di cui quattro in osservazione breve intensiva. Molto gravi le condizioni di un paziente a Pisa. Altri due sono ricoverati sempre a Pisa, altri tre sono stabili in osservazione all'ospedale di Prato.
Una delle due vittime accertate si chiamava Vincenzo Martinelli, 63 anni, di Napoli, era il conducente di un'autobotte rimasta coinvolta nell'esplosione. Mancano all'appello anche un operaio d Novara, 49 anni, uno di Catania, 57 anni, uno nato in Germania ma residente in Italia, 45 anni, e un operaio di Matera, 45 anni. Secondo una prima ricostruzione, l'esplosione sarebbe avvenuta durante le fasi di carico del carburante all'interno di un'autocisterna. L'esplosione avrebbe poi innescato anche gli altri mezzi in sosta. Tre i consulenti nominati dal Procuratore di Prato, Luca Testaroli.
"Sono un miracolato, oggi devo essere felice perché posso ancora stare con mia moglie e con mio figlio. Non erano ancora le 10.30. Ero in attesa di entrare al carico quando c’è stato il boato. Non so dire perché. Ero dietro le pensiline, l’esplosione ha spaccato tutti i vetri del mio mezzo e mi ha ridotto così. Ho sentito le schegge conficcarsi nel viso". Lo dice in una intervista a Repubblica Marco Giannini, 53 anni, che ieri era in coda per il rifornimento con il camion quando si è verificata l'esplosione a Calenzano, in provincia di Firenze.
"Ho capito che dovevo scappare via da lì il più veloce possibile. Sono sceso dal mezzo e mi sentivo ancora stonato, non riuscivo a correre, ma ce l’ho fatta a raggiungere l’uscita. Lì ho trovato altri autisti riusciti a scappare come me da quell’inferno e abbiamo chiamato i soccorsi", afferma il 53enne ricoverato nell'ospedale Careggi di Firenze.
L'impianto di Calenzano, teatro nella giornata di ieri, della strage sul lavoro, è "nell’elenco degli impianti a rischio industriale rilevante. Ce ne sono 975 in Italia e sono sottoposti a controlli stringenti. Sono previsti dalla direttiva europea Seveso, emanata dopo l’incidente in Lombardia del 1976. A Calenzano, secondo il gestore, c’erano oltre 152mila tonnellate di olii minerali, 132 delle quali di gasolio". Lo dice in una intervista a Repubblica Fabio Ferranti, dirigente dell'Ispra.
"L’ultima verifica esterna registrata nel sistema Ispra risale al 2017 - afferma - Potrebbero essercene state altre da parte dei Vigili del Fuoco: le ispezioni dovrebbero svolgersi ogni tre anni". "Il fumo nero indica la presenza di sostanze non bruciate del tutto. È più nocivo rispetto al fumo bianco, in cui tutto il materiale viene consumato. Contiene residui di idrocarburi e monossido di carbonio - sottolinea - L’emergenza però è durata poco: le fiamme sono state spente in breve tempo, in zona c’era molto vento e a bruciare sono stati idrocarburi raffinati".
Eni, in merito all'esplosione avvenuta questa mattina presso il deposito carburanti di Calenzano, in provincia di Firenze, "sta pienamente collaborando con l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle dinamiche e delle cause dell'esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di carico" e conferma "che l'incendio è stato completamente domato questa mattina in modo tempestivo dai Vigli del Fuoco". Lo rende noto il gruppo in una nota.
L'Eni "rimanda a quanto comunicato dalla Prefettura circa l'impatto dell'incidente sulle persone" e "desidera esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell'incidente".
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