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La presunta nuova Siria. Al Jolani: “Le fazioni armate saranno sciolte, contratto sociale per tutte le religioni”.

Damasco, 17 Dic 2024 - In un incontro con i rappresentanti della minoranza drusa, al Jolani ha anche parlato della necessità di un "contratto sociale" tra lo Stato e tutte le confessioni religiose del Paese per garantire la "giustizia sociale".

“La Siria deve rimanere unita e ci deve essere un contratto sociale tra lo Stato e tutte le confessioni religiose per garantire la giustizia sociale", ha detto Jolani.

Ahmed al-Shara al-Jolani, il leader della coalizione ribelle che ha invaso Damasco la scorsa settimana e spodestato il regime di Assad, ha esortato gli Stati Uniti e le altre nazioni a revocare le sanzioni imposte al Paese affinché possa iniziare la ricostruzione. 

Abu Mohammed al-Jolani, leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) che ha rovesciato il presidente siriano Bashar al-Assad, ha annunciato stanotte che le milizie di opposizione nel Paese saranno sciolte e i loro combattenti si uniranno alle unità dell'esercito regolare. 

"Le fazioni saranno sciolte e i combattenti addestrati per unirsi ai ranghi del ministero della Difesa, tutti saranno soggetti alla legge", ha detto su Telegram Jolani, che ora usa il suo vero nome Ahmed al-Sharaa.

Spetta al popolo siriano decidere sul futuro delle due basi russe in Siria. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Matthew Miller. In precedenza, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva affermato che non erano state prese decisioni definitive sulle basi militari russe in Siria, con la questione che sarebbe stata risolta tramite il dialogo.

"La disposizione di queste due basi russe in Siria è una questione che spetta al popolo siriano decidere...Penso che la Russia abbia molto da rispondere per le sue azioni in Siria", ha dichiarato Miller durante una conferenza stampa.

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il suo omologo dei Paesi Bassi, Caspar Veldkamp, hanno discusso degli ultimi sviluppi in Siria e nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito una fonte diplomatica di Ankara. "Oggi il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp. Durante la conversazione si è discusso degli ultimi sviluppi in Siria e della situazione a Gaza. È stata sottolineata l'importanza di un processo di transizione inclusivo in Siria. Il Ministro Fidan ha anche richiamato l'attenzione sull'impatto negativo delle azioni di Israele in violazione del diritto internazionale nelle Alture del Golan sul processo in Siria", ha detto la fonte. Durante l'incontro, i due capi della diplomazia avrebbero avuto uno scambio di opinioni sui passi da compiere per raggiungere un cessate-il-fuoco a Gaza. Fidan ha inoltre avuto un colloquio telefonico con il capo della politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, durante il quale hanno discusso della situazione in Siria e Ucraina. L'opposizione armata siriana ha conquistato Damasco l'8 dicembre. I funzionari russi hanno dichiarato che Bashar al Assad si è dimesso da presidente dopo i colloqui con i partecipanti al conflitto siriano e ha lasciato la Siria per la Russia, dove gli è stato concesso asilo. Mohammed al Bashir, che gestiva un'amministrazione con sede a Idlib formata da Hayat Tahrir al-Sham e altri gruppi di opposizione, è stato nominato primo ministro ad interim. In seguito ha annunciato la formazione di un governo ad interim che resterà in carica fino al marzo 2025.

Le conclusioni del Consiglio europeo di giovedì nel paragrafo sulla Siria riporteranno - anche su richiesta italiana - un invito ad assicurare la protezione dei civili e la creazione delle condizioni per i rientri "sicuri, volontari e dignitosi dei rifugiati siriani come definito dall'UNHCR". Il passaggio - riferiscono fonti diplomatiche - era già menzionato nelle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre. Nel paragrafo sulle migrazioni - in linea con le richieste italiane e il consenso generale - è stato inserito un riferimento alle soluzioni innovative per la gestione della migrazione irregolare e un riferimento alla normativa sui rimpatri che la Commissione si è impegnata a presentare al più presto, assieme a un invito a procedere speditamente alla sua approvazione. Sulla Siria in generale viene evidenziata l'importanza di un processo politico inclusivo e guidato dalla Siria che soddisfi le legittime aspirazioni del popolo siriano, in linea con i principi fondamentali della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nonché il rispetto dell'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria entro confini sicuri.

Il Regno Unito ha inviato una delegazione di alti funzionari a Damasco per incontrare la "nuova leadership" della Siria rappresentata dai ribelli islamisti saliti al potere dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico David Lammy in una conferenza stampa a Londra.

"Abbiamo detto tutti che non vogliamo vedere estremismo, nessuna radicalizzazione, e per ora che va nella giusta direzione, perché in questo momento stanno dicendo le cose giuste, ma non tutti sono convinti che faranno le cose giuste". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio Esteri riferendosi alla presa di potere dei jihadisti salafiti dello Hts (Hayat Tahrir al-Sham). "Ciò che tutti vogliono è evitare gli errori commessi con la Libia e l'Afghanistan, cose simili in cui è rimasto un vuoto e conosciamo i problemi con quei Paesi. La Siria ha un futuro pieno di speranza ma incerto, dobbiamo vedere che questi passi vadano nella giusta direzione", ha aggiunto. Il processo di costruzione della nuova leadership siriana "deve essere guidato dalla Siria e di titolarità della Siria, e deve riflettere il popolo siriano in tutta la sua diversità. Anche la Russia e l'Iran non dovrebbero avere un posto nel futuro della Siria".

Kallas ha poi dichiarato che "diversi ministri" hanno sostenuto la posizione dell'Olanda, ovvero di legare la rimozione delle sanzioni alla Siria alla revoca dei permessi alle basi russe nel Paese. "La questione solleva preoccupazione perché Mosca usa la Siria per condurre le operazioni in Africa e noi solleveremo il tema con la nuova leadership siriana", ha aggiunto precisando che lo stesso tema è stato discusso con i partner arabi al vertice in Giordania "perché è anche di loro interesse, non vogliono avere influenze russe nell'area e su questo possiamo cooperare". "Giudicheremo l'Hts non dalle parole ma dai fatti nei prossimi mesi, con i criteri concordati tra di noi e con i partner dell'area, ovvero l'inclusività, il rispetto per le minoranze e i diritti delle donne".

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