Cagliari, 22 Gen 2025 - Tutti d’accordo: la proposta di legge n.68 per l’istituzione del Comparto Unico di contrattazione Regione-Enti Locali è un atto di equità sociale che consentirà di arginare la fuga del personale dai comuni e di restituire dignità al loro lavoro.
La Prima Commissione del Consiglio regionale incassa il via libera delle parti sociali sul provvedimento che punta alla parificazione salariale e professionale dei dipendenti degli enti locali con quelli della Regione. Il parlamentino presieduto da Salvatore Corrias (Pd) ha sentito nel pomeriggio i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Fesal e Csa e una delegazione del Comitato per il Comparto Unico. La parola d’ordine è fare presto: i sindacati, pur con qualche distinguo, hanno invocato l’avvio in tempi brevi della riforma che porterà all’istituzione di un’unica area di contrattazione per i dipendenti pubblici. Secondo Cgil, Cisl e Uil l’importante adesso è dare gambe alla proposta di legge che, una volta approvata, potrà essere eventualmente corretta e arricchita.
Diversità di vedute invece sull’opportunità di istituire una nuova agenzia di contrattazione (Arans) in sostituzione del Coran. Secondo alcuni (Cisal e Fesal) non si può mandare all’aria il lavoro fatto finora dal Coran. Per altri (Cgil, Cisle e Uil) si potrebbero tenere in piedi percorsi separati, l’importante però è avviare al più presto la nuova contrattazione.
Qualche dubbio in più da parte di Fesal, sindacato che rappresenta i dipendenti regionali, secondo il quale sarà problematico prevedere un Comparto Unico, tenuto conto che nella Regione Sardegna esistono attualmente quattro ambiti di contrattazione (dipendenti regionali, Corpo Forestale, Agenzie ed Enti e dirigenti). Meglio pensare ad un’unica area all’interno della quale prevedere però contrattazioni separate.
Altro punto critico è quello delle risorse: secondo le prime stime serviranno circa 120 milioni di euro per mandare a regime la riforma. La proposta di legge ne mette a disposizione per il momento solo 42. Su questo punto, secondo i sindacati, occorre intervenire con norme certe per capire come assegnarle ai comuni e distribuirle tra i dipendenti. Altrimenti il rischio è che ogni amministrazione agisca autonomamente.
Soddisfatta per il percorso intrapreso la delegazione del Comitato per il Comparto Unico. «Noi dipendenti degli enti locali svolgiamo le stesse funzioni di quelli regionali. Finalmente si lavora per restituire dignità al nostro lavoro – ha detto la presidente Deborah Golme – ringraziamo la Commissione per il rispetto delle tempistiche. Ora speriamo di vederla approvata al più presto».
Il presidente della Commissione Salvatore Corrias ha assicurato tempi rapidi: «Su questo tema c’è la disponibilità di tutte le forze politiche – ha detto – la ratio della legge è creare un contenitore dentro il quale garantire un processo graduale. Questa è un’operazione di equità sociale che consentirà di arginare la fuga dei dipendenti dai Comuni». Nei prossimi giorni la Commissione sentirà gli assessori del Personale Maria Elena Motzo e del Bilancio Giuseppe Meloni. Com
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