"Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell'attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti
impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall'art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto». Così in una nota l'Associazione nazionale magistrati.
Dal canto suo afferma: Bersani: “Bugia dal capo del governo”.
Infatti, l’ex leader e del Pd in una trasmissione televisiva conferma le bugie della presidente e dei suoi dipendenti: “Meloni ha pubblicato un video – ha detto Bersani - dove sventola un foglio dicendo che è un avviso di garanzia. Io non so cosa sia, ma in Italia la Procura che riceve una denuncia verso un ministro deve, senza indagare, trasmetterla al Tribunale dei ministri, che poi deciderà, e informare i diretti interessati. Se è avvenuto questo, - conclude l’ex parlamentare del partito Democratico - non è possibile che il capo di un governo inizi il suo dire con una tale bugia. È un atto dovuto». Così Pier Luigi Bersani a Otto e mezzo su La7.
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