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Idf, serie di raid aerei su obiettivi Hezbollah in Libano. E il criminale di guerra Netanyahu cerca un pretesto per ricominciare la carneficina dei palestinesi.

Gaza, 31 Gen 2025 - La famiglia di Agam Berger, la quinta soldatessa israeliana liberata da Hamas nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza, hanno celebrato il suo ritorno "dopo 482 giorni nelle mani del nemico". "Nostra figlia è forte, fedele e coraggiosa. Vogliamo ringraziare le forze di sicurezza e tutto il popolo di Israele per il loro sostegno e le loro preghiere", hanno fatto sapere i familiari. "Ora Agam e la nostra famiglia possono iniziare il processo di guarigione, ma il recupero non sarò completo finche' tutti gli ostaggi non torneranno a casa".

Zubeidi non è solo un ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, legate al partito Fatah, ma incarna anche la storia di un rifugiato palestinese della classe operaia. Nato in un contesto di conflitto, ha cercato di condurre una vita normale ma è stato ripetutamente spinto sulla strada della resistenza.

Figlio del campo profughi di Jenin, Zubeidi è nato nel 1976 da una famiglia di rifugiati sfollati da Caesarea dalle milizie sioniste durante la pulizia etnica della Palestina (1947-49). Cresciuto nel campo profughi, ha frequentato una scuola Unrwa distinguendosi come uno studente eccellente.

La sua casa di famiglia nel campo di Jenin fu demolita dalle forze israeliane durante l’invasione del 2002, nota come “Operazione Scudo Difensivo”, che causò la morte di 52 palestinesi e 23 soldati israeliani.

Questo e la morte della madre, uccisa da un cecchino israeliano, portò Zubeidi a scalare i ranghi delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, diventandone uno dei leader. Pur criticando le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, mantenne stretti legami con il presidente Yasser Arafat e divenne estremamente popolare nel campo di Jenin per la sua leadership carismatica.

Nel 2004 rivendicò un attentato a Tel Aviv e consolidò il suo ruolo come figura centrale della resistenza armata. Nonostante inizialmente sostenesse Marwan Barghouti per la presidenza dell’Autorità Palestinese, passò a sostenere Mahmoud Abbas dopo l’arresto di Barghouti. Tuttavia, mantenne una certa diffidenza nei confronti di Abbas.

Nel 2007, Zubeidi fu incluso in un’amnistia per i membri delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, ma non ricevette mai una piena grazia da Israele. Dopo il suo arresto nel 2012, fu rilasciato nel 2018, per poi essere nuovamente arrestato nel 2019 con accuse infondate.

Il 6 settembre 2021, Zubeidi e altri cinque prigionieri palestinesi fuggirono dalla prigione israeliana di Gilboa scavando un tunnel con dei cucchiai, nell’operazione nota come “Freedom Tunnel”. Tuttavia, l’11 settembre fu nuovamente catturato.

Nel 2022 suo fratello Daoud fu ucciso dal fuoco israeliano, e nel settembre 2024 suo figlio Mohammed, combattente delle Brigate di Jenin, fu assassinato da un drone israeliano.

La devastazione di strade, case, ospedali. I bambini malnutriti, feriti, senza cure sufficienti. La strage quotidiana degli innocenti, senza cure, senza cibo, con il personale decimato dai bombardamenti. Il quadro drammatico di Gaza è stato presentato ieri alle Nazioni Unite da quattro medici di Crisis Action - Thaer Ahmad, Ayesha Khan, Feroze Sidhwa e Mahmooda Syed - che hanno raccontato la loro esperienza nella Striscia di Gaza, dove l'organizzazione umanitaria lavora dal 7 ottobre. 

"Le strade sono distrutte - ha spiegato Syed, dell'Università di Washington - il sistema idrico è distrutto e contaminato. La rete elettrica completamente distrutta, per cui dobbiamo fornire assistenza medica in queste condizioni". "Abbiamo bisogno - ha aggiunto - di procedere in fretta e trovare soluzioni". Khan, medico specializzata in emergenze per Stanford University, ha fatto un parallelo con le altre aree di crisi nel mondo: "Ho visitato più di trenta regioni nel mondo e non ho mai visto quello che ho trovato a Gaza. Sono stata lì dalla fine di novembre fino all'1 gennaio, non dimenticherò mai i pazienti che ho visto". "Ma penso - ha aggiunto - che la cosa che più mi ha sconvolta sono stati i bambini. La maggioranza di quelli che erano ricoverati avevano tra i cinque e i sei anni e ferite da esplosione o da proiettili". 

Khan ha mostrato immagini crude di bambini feriti e malnutriti. "Noi - ha raccontato - abbiamo ondate di bambini che se anche non cadesse più una bomba su Gaza o non venissero sparati colpi, moriranno ugualmente perché semplicemente non hanno il nutrimento adeguato per guarire". Sidwa, direttore al San Joaquin General Hospital di Stockton, California, ha aggiunto la sua esperienza: "Sono un chirurgo specializzato in traumi. Sono stato a Gaza dal 25 marzo all'8 aprile dell'anno scorso. Dopo essere tornato, ho scritto un articolo per il New York Times riguardo cosa 65 dottori e infermieri americani hanno visto a Gaza". "Ho lavorato - ha aggiunto - in Ucraina per conto del dipartimento di Stato, ad Haiti, Zimbabwe, Burkina Faso, ma non ho mai visto un posto come Gaza in vita mia". Sidwa ha ricordato gli ospedali con il personale decimato dagli attacchi israeliani, che non hanno risparmiato i macchinari vitali per i pazienti, inclusi quelli per i bambini. "Quando sono stato all'European Hospital - ha continuato - c'erano 250 persone, metà di loro erano bambini molto piccoli, che avevano bisogno di cure quotidiane per le loro ferite. C'erano solo quattro unità operative. Come potevamo occuparci di 250 persone con quattro unità? E' impossibile". "Ci sono - ha aggiunto - circa 2500 bambini che sono a rischio imminente di morte nelle prossime settimane. Alcuni stanno morendo ora, altri lo faranno domani o il giorno dopo. Ma questo gruppo di 2500, che fa parte dei 25 mila pazienti a Gaza che hanno bisogno di cure, deve essere evacuato e portato in strutture adeguate". 

Sidwa ha ricordato il caso di un bambino di tre anni e mezzo che sta guarendo da ustioni, ma quelle ferite rischiano di attaccare i tessuti, in assenza di cure quotidiane, e la situazione sta peggiorando. Il piccolo sembra condannato a morire nelle prossime settimane. Quella che appare una condizione straordinaria, ha ricordato, è "perfettamente comune" a Gaza.

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