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Consiglio Sardegna – Comparto unico degli enti locali, in Prima commissione le audizioni degli assessori al Personale e al Bilancio e di Anci, Asel Sardegna e Aiccre Federazione Sardegna.

Cagliari, 4 Feb 2025 – Nella prossima manovra finanziaria saranno previsti ulteriori 30 milioni di euro, per il 2027, per omogeneizzare il trattamento economico e giuridico dei dipendenti degli enti locali a quello del personale del sistema Regione. Lo ha affermato l’assessore della Programmazione e bilancio, Giuseppe Meloni, sentito in audizione in I Commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Salvatore Corrias (Pd), sulla proposta di legge 68 (Disposizioni in materia di attuazione del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali). Risorse che evidenziano la volontà di andare avanti nel percorso di costituzione del Comparto unico, consapevoli però che, una volta a regime, le somme da destinare saranno ben maggiori. Sarà necessario, quindi, ha detto Meloni, il coinvolgimento dello Stato per ottenere ulteriori risorse che consentano alla Regione di non dover sacrificare altre politiche importanti. Per Meloni sono tre le strade da percorrere, aprendo un dialogo costruttivo con lo Stato: la vertenza sugli accantonamenti, la quantificazione delle risorse necessarie per ridurre il gap legato all’insularità e la contrattazione del comparto degli enti locali a cui sono state delegate, nel tempo, sempre più funzioni senza prevedere le risorse necessarie. Passi importanti, ha detto, per consentire alla Regione di sostenere questa importante riforma senza difficoltà. La Commissione ha sentito in audizione anche l’assessora regionale degli Affari generali, Personale e Riforma della Regione, Mariaelena Motzo, che ha sottolineato come l’istituzione del Comparto unico degli enti locali “sia fondamentale e sia una questione di equità e di giustizia nei confronti del personale che lavora, anche in situazioni di disagio negli enti locali”, dove le risorse umane e le risorse finanziarie sono pochissime”.

Motzo ha però parlato di alcune forti criticità presenti nella proposta di legge dal punto di vista tecnico “che emergono principalmente sul tema della contrattazione”. Per Motzo è importante fare approfondimenti normativi e giuridici e i passi giusti per “evitare che lo Stato ci abbandoni visto che gli enti locali svolgono funzioni delegate dallo Stato e non possiamo assolutamente permetterci che tutta la parte del personale sia a copertura regionale”. Per Motzo oltre al ragionamento sulla questione economica, però, è necessario creare un sistema tale per cui ci sia una sinergia tra Regione Sardegna ed enti locali in termini di gestione e di organizzazione. Una delle maggiori criticità, per Motzo, riguarda la parte della contrattazione. L’assessora ha proposto che, in attesa della costituzione del comparto unico, i componenti che rappresentano gli enti locali possano intervenire soltanto per la contrattazione integrativa di secondo livello, “che facciamo noi all'interno del comparto Regione”. Motzo ha parlato di un provvedimento importantissimo che però ha necessità degli ulteriori approfondimenti per essere attuare.

La commissione ha poi sentito in audizione i rappresentanti di Anci, Asel Sardegna e Aiccre Federazione Sardegna.

Per la presidente dell’Anci, Daniela Falconi, che ha parlato a nome della rete delle associazioni, “il progetto di legge 68 è l'ultimo passo importante nell'attuazione della legge 9 del 2006 che istituisce il Comparto unico, la quale stabilisce materie specifiche per le quali la Regione conferisce e trasferisce funzioni amministrative agli locali”. Per i rappresentanti dei Comuni sarebbe opportuno inserire la discussione in un percorso più completo sull'ordinamento degli enti locali. “La discussione politica e tecnica va dimensionata su tre grandi aspetti: l'ordinamento degli enti locali, i segretari comunali e ovviamente il personale dei Comuni per il superamento delle disuguaglianze tra personale del sistema degli enti”.

Per Falconi è evidente che le competenze dei Comuni della Sardegna devono essere oggetto di una valutazione complessiva sul ruolo della Regione, delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane e delle Unioni, nell'ottica di una riorganizzazione dei servizi di gestione associata.

La presidente dell’Anci ha anche sottolineato il problema della mancanza dei segretari comunali, tenendo conto che “il 90% dei piccoli Comuni della Sardegna oggi si trova sprovvisto di segretario comunale”. Falconi ha chiesto di inserire all’articolo 4 le Unioni dei comuni, all’articolo 5, sull'ordinamento dell'Agenzia, ha chiesto più chiarezza sulla sua composizione, sulla nomina e sulla durata dei componenti. Mentre sul funzionamento, al comma 1, Falconi ha proposto che possa avvalersi anche di persone provenienti dai Comuni e che il comitato direttivo dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale sia composto anche da esperti del contratto degli enti locali e del funzionamento dei Comuni. Falconi ha auspicato che venga approvata al più presto la proposta di legge e che l’Agenzia regionale si occupi di un'unica contrattazione per tutto il personale del comparto, dipendenti regionali e dipendenti dei comuni, evidenziando anche i maggiori costi che sostiene chi opera nei piccoli comuni per la mancanza dei servizi del territorio. Falconi ha proposto di prevedere anche il personale delle Province.

Il presidente Corrias ha ringraziato gli assessori e i rappresentanti dei comuni per gli importanti contributi dati alla commissione, utili per poter migliorare il testo in esame. Nel pomeriggio la commissione proseguirà le audizione dei sindaci dei Comuni di Cagliari, Carbonia, Iglesias, Lanusei, Nuoro, Olbia, Oristano, Sanluri, Sassari, Tempio, Tortolì, Villacidro. Red

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