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Zelensky la prossima settimana a Washington da Trump: il “double down” del presidente Usa. Gli Stati Uniti pronti a raddoppiare le sanzioni per premere su Putin.

Kiev, 8 Feb 2025 - L'incontro più atteso dagli ucraini potrebbe avvenire a breve: Donald Trump vedrà Volodymyr Zelensky "probabilmente" la prossima settimana, ha annunciato il presidente americano. Il faccia a faccia sarà a Washington e non a Kiev, ma l'inquilino della Casa Bianca ha già messo in chiaro quale sarà il tema principale: la sicurezza degli asset ucraini, a partire dalla terre rare, ambitissime da entrambe le parti, Russia e Usa. Il presidente statunitense, secondo Kellog, è pronto a "double down", cioè: raddoppiare o insistere, con le sanzioni alla Russia.

È questo tesoro infatti ad essere la merce di scambio individuata dalla nuova amministrazione Usa per continuare a fornire aiuti al Paese vittima dell'invasione russa. Allo stesso tempo, Trump ha mostrato i muscoli anche con Mosca: è pronto a raddoppiare le sanzioni, specie nel settore petrolifero, per indurre il Cremlino a sedersi al tavolo delle trattative. Il senso di questa strategia è che entrambe le parti dovranno fare delle concessioni per mettere fine al conflitto.

In attesa che la diplomazia prenda il sopravvento, i russi hanno rivendicato la conquista della città mineraria-industriale di Toretsk, nell'est dell'Ucraina. Secondo il ministero della Difesa russo, in seguito ad "attive azioni offensive" delle sue forze, Toretsk è caduta dopo cinque mesi di feroci combattimenti in cui gli ucraini avevano impiegato 40.000 soldati, perdendone 26.000. 

Kiev non ha ancora detto di avere perduto completamente il controllo della città, ora in gran parte distrutta, ma se fosse confermata si tratterebbe della più importante vittoria russa dopo la conquista di Kurakhove nel dicembre scorso e Vuhledar nell'ottobre precedente.

La caduta di Toretsk aprirebbe infatti ai russi la strada verso nord, in direzione della città di Kramatorsk, la preda più ambita del Donetsk. Nel Kursk, invece, Zelensky ha riferito che le truppe nordcoreane, che si erano ritirate, sono tornate in prima linea al fianco dei soldati russi.

In un'intervista con il New York Post, intanto, l'inviato speciale Usa per il conflitto in Ucraina Keith Kellogg ha fatto sapere che Trump è pronto a "double down", cioè raddoppiare o insistere, con le sanzioni alla Russia, osservando che finora l'applicazione delle misure restrittive a Mosca è stata "solo circa un tre" su una scala da uno a 10 di pressione economica.

In particolare, secondo l'ex generale inviato di Trump, si potrebbero prendere di mira "la produzione e le esportazioni di petrolio". Un'iniziativa che tuttavia sembra in contrasto con l'intenzione annunciata in precedenza dal presidente Usa di voler far pressione sulla Russia provocando una discesa dei prezzi del greggio sui mercati mondiali.

Secondo Kellogg, comunque, l'obiettivo sarebbe quello di porre fine ai combattimenti prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché "non si può uscire da questa guerra uccidendo". Ma il Cremlino ha lamentato che dagli Stati Uniti non sono ancora arrivate proposte concrete. "Ci sono molte dichiarazioni e resoconti che vengono confutati, modificati o dichiarati bufale il giorno dopo - ha detto il portavoce Dmitry Peskov - Non abbiamo alcuna possibilità o desiderio di rispondere a ogni resoconto del genere. Finché non ci sarà qualcosa di sostanziale su questa questione, dobbiamo solo essere pazienti".

Kellogg ha fatto sapere che parlerà delle sue proposte con gli alleati alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, in programma dal 14 al 16 febbraio, alla quale prevede di partecipare anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ma in quella sede il piano Usa non sarà ancora reso pubblico, ha avvertito l'inviato della Casa Bianca, che dopo Monaco dovrebbe recarsi a Kiev, il 20 febbraio.

Intanto in materia di sanzioni c'è da segnalare la messa a punto da parte di una commissione governativa russa dei meccanismi legali che renderanno possibile la confisca di beni appartenenti ai Paesi "non amici" come rappresaglia ad eventuali decisioni di questo tipo adottate sui capitali russi attualmente congelati in banche americane, e soprattutto europee.
Nell'aprile del 2024 il Congresso americano ha approvato una disegno di legge, finora non applicato, che permetteva di espropriare gli asset russi a beneficio dell'Ucraina.

Ma negli Usa sono depositati solo 5 miliardi di dollari di questi fondi, mentre ben 210 miliardi giacciono in Europa. Finora i Paesi del G7 hanno dato il via libera solo alla confisca di una parte degli interessi futuri sui capitali bloccati per finanziare un prestito da 50 miliardi di dollari a Kiev. 
 

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