Roma, 22 Feb 2025 - "Le condizioni di Papa Francesco continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo. Questa mattina ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi". Lo riferisce il bollettino medico diffuso dalla sala stampa vaticana.
"Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni", prosegue. Il pontefice "continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata".
Il Papa, ovviamente, non guiderà l'Angelus di domani, domenica 23 febbraio. Come fa sapere la sala stampa della Santa Sede, “sarà diffuso il testo” preparato da papa Bergoglio, come già avvenuto domenica scorsa. Allo stesso modo, l'omelia della messa di domani nella Basilica di San Pietro, in occasione del Giubileo dei Diaconi, sarà preparata e fornita dal Papa. A leggerla, sarà il celebrante delegato da Francesco, l'arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione e organizzatore dell'Anno Santo. Durante la messa sarà officiata anche l'ordinazione di 23 nuovi diaconi.
Ieri pomeriggio si è tenuto un briefing informativo per i giornalisti accreditati presso la Sala stampa con alcuni membri dell'equipe medica che hanno in cura Papa Francesco. “Il Papa non è attaccato a nessun macchinario. Quando ha bisogno, mette i naselli per un po' di ossigeno, ma sta a respiro spontaneo e si alimenta. Dobbiamo essere concentrati a superare questa fase. Vediamo la tempra del Santo Padre, non è una persona che molla. Resterà almeno tutta la prossima settimana. Il Papa non è fuori pericolo… ma adesso non è in pericolo di vita, oggi è andato in cappella a pregare”.
“Il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità. La malattia cronica rimane, il Papa lo sa, ha detto Mi rendo conto che la situazione è grave, a volte gli manca il respiro e la sensazione non è piacevole per nessuno”. Queste, tra le altre cose, le informazioni fornite dal professor Sergio Alfieri, capo dell'equipe medica che ha in cura il Pontefice, e dal professor Luigi Carbone. Un aggiornamento chiaro e trasparente, quello di Alfieri, voluto fortemente dallo stesso Papa, che, “sa della gravità, sa che è in pericolo” ma “vuole che si sappia la verità”, “basta fake news”.
Rispetto al primo giorno, si è riscontrato che il Papa “sta molto meglio, abbiamo visto dei miglioramenti”, anche se il quadro resta “complesso”. Ovviamente il rischio che preoccupa l'equipe è che “i germi, oggi localizzati nelle vie respiratorie e nei polmoni”, passino nel sangue. “Nonostante tutte le terapie che fai, se uno di questi germi dovesse passare nel sangue, avrebbe la sepsi, per la sua età e il suo problema respiratorio sarebbe difficile uscirne. Questo è il vero rischio”, ha precisato Alfieri.
Al momento “non c'è questo rischio”, ha aggiunto il professore, dicendosi certo che il Papa “sarà dimesso e tornerà a Santa Marta” perché “lavoriamo per curare il paziente. La parte cronica non guarirà, resterà, ma la parte più acuta sarà risolta e quella meno acuta, sarà gestita a Santa Marta. Timidamente, è stato ridotto qualche farmaco ma è presto” per valutarne l'esito. Comunque il Papa resterà ricoverato “almeno tutta la prossima settimana”, “fino a quando non sarà più necessario somministrare terapie ospedaliere. Le polmoniti ci mettono del tempo a riprendersi. Continuerà poi a fare terapia a Santa Marta”.
Intanto, anche ieri era stato comunicato che “la notte è trascorsa bene, questa mattina Papa Francesco si è alzato e ha fatto colazione in poltrona”.
“Le modalità dell'Angelus di domenica non sono state ancora decise”, ha precisato il direttore della sala stampa Matteo Bruni. Nessuna ipotesi dunque è esclusa, neanche quella che si possa svolgere nella modalità della scorsa domenica, ovvero solo con un testo scritto.
Il Papa “prosegue le cure ed anche l'attività lavorativa”. Fonti vaticane spiegano che, in forma ovviamente compatibile con la malattia e con la degenza ospedaliera, oltre che con l'obbligo da parte dei medici di “non prendere neanche il minimo colpo d'aria”, “continua l'attività, cioè la lettura e la firma di documenti, i colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori”.
“Siamo tutti preoccupati per il Papa, ma le cose che si dicono sono esattamente quelle che avvengono. Il fatto che il Papa abbia fatto colazione, abbia letto i giornali, abbia ricevuto delle persone vuol dire che siamo nella direzione giusta di un pieno recupero, che speriamo avvenga presto” ha dichiarato il presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi.
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