Cagliari, 18 Mar 2025 – Nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato e salvo ulteriori approfondimenti, stante la fase attuale delle indagini preliminari, nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari e i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cagliari, nell’ambito di un’ampia indagine su presunte frodi nel settore degli appalti pubblici.
Il provvedimento riguarda tre soggetti residenti tra Quartu Sant’Elena e Cagliari, già destinatari di recenti sequestri patrimoniali per ipotesi di illecito riconducibili alla medesima inchiesta. L’ordinanza prevede la custodia cautelare agli arresti domiciliari per due indagati, amministratori di fatto e di diritto della cooperativa coinvolta, mentre per un terzo soggetto, anch’egli amministratore, è stata applicata una misura interdittiva. I tre sono indagati, a vario titolo, per truffa aggravata ai danni dello Stato, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.
Le indagini, condotte dai Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo sardo, hanno messo in luce quello che si presume essere un sofisticato sistema di frode: infatti gli indagati avrebbero presentato falsamente la cooperativa come un ente a mutualità prevalente, destinato all’erogazione di servizi socio-sanitari ed educativi, con lo scopo di ottenere vantaggi indebiti nelle gare d’appalto pubbliche. Quindi, grazie a questa rappresentazione, che si assume artefatta, sarebbero riusciti a ottenere contributi per oltre 10 milioni di euro ai danni delle pubbliche amministrazioni.
Secondo i risultati dell’inchiesta, la cooperativa avrebbe operato con finalità esclusivamente speculative, sottopagando i dipendenti e impiegando personale privo dei requisiti professionali richiesti per l’erogazione dei servizi. Questi elementi avrebbero consentito agli amministratori di ottenere ingiusti profitti, accumulando un ingente patrimonio personale.
Le misure cautelari personali eseguite oggi rappresentano un ulteriore passo nell’azione di contrasto alle frodi nel settore degli appalti pubblici.
Già lo scorso 26 febbraio, nell’ambito della stessa indagine, erano stati sequestrati beni di lusso, orologi, contanti e titoli per un valore complessivo di circa 1,7 milioni di euro, ritenuti provento dell’attività illecita.
L’operazione di oggi conferma l’impegno congiunto dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nella tutela della legalità e nella salvaguardia delle risorse pubbliche, contrastando ogni forma di illecito economico che possa danneggiare la collettività.
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