Cagliari, 26 Mar 2025 - "È chiaro a tutti che la situazione in Ucraina influisce direttamente sulla sicurezza sia della Polonia che dell'Europa. Quindi non c'è bisogno di giustificare nulla. Considerando che al momento ci sono colloqui e negoziati e, diciamolo chiaramente, la nostra influenza su questi negoziati è, per usare un eufemismo, limitata, dobbiamo essere ancora più preparati, come Nato e come Polonia, per scenari che non sono scritti al cento per cento da noi". Lo ha dichiarato il primo ministro polacco, Donald Tusk, parlando alla stampa da Varsavia insieme al segretario generale della Nato, Mark Rutte. "Lavoreremo certamente a stretto contatto per raggiungere una pace giusta in Ucraina. Nessuno desidera una pace rapida più dei polacchi. Ma sappiamo molto bene che questa pace deve anche garantire la piena sovranità dell'Ucraina. Solo un'Ucraina sovrana, solo una pace giusta darà a tutti noi un senso di sicurezza", ha aggiunto.
Sull'Ucraina "sono in corso colloqui e trattative, ma siamo onesti: la nostra influenza su queste trattative è limitata, per usare un eufemismo. Quindi dobbiamo essere ancora più preparati, come Nato, come Polonia, per affrontare degli scenari che non sono stati scritti da noi al cento per cento": lo ha affermato il premier polacco Donald Tusk, al termine di un incontro con il Segretario generale della Nato, Mark Rutte.Tusk ha sottolineato l'importanza della "garanzia dell'articolo 5, garanzia di 'uno per tutti, tutti per uno' che rimane in vigore": "I rappresentanti degli Stati Uniti hanno ripetutamente sottolineato che saranno sempre pronti a difendere la Polonia e gli altri paesi della Nato in una situazione di pericolo", ha continuato. Il premier polacco ha poi ringraziato Rutte per "l'inequivocabile sostegno e interesse per un progetto che è molto importante per la Polonia, per l'Europa, per l'intera Nato, vale a dire lo Scudo orientale: come Polonia, ci assumiamo la piena responsabilità della sicurezza del confine orientale della Polonia, ma anche dei nostri partner europei e della Nato". "Lavoreremo sicuramente a stretto contatto per una giusta pace in Ucraina. Nessuno - credetemi - nessuno è così desideroso di una pace rapida come i polacchi: ma sappiamo molto bene che questa pace deve anche essere una garanzia della piena sovranità dell'Ucraina. Solo un'Ucraina sovrana, solo una pace giusta darà a tutti noi un senso di sicurezza", ha concluso.
L'Unione Europea ha dichiarato che non revocherà né modificherà le sanzioni contro la Russia prima del ritiro "incondizionato" delle forze di Mosca dall'Ucraina. Il "ritiro incondizionato di tutte le forze militari russe dall'intero territorio dell'Ucraina sarebbe uno dei principali presupposti per modificare o revocare le sanzioni", ha dichiarato una portavoce della Commissione Europea alla testata ucraina Suspilne.
La Commissione europea ha preso atto dei colloqui tra Stati Uniti, Ucraina e Russia sulla sicurezza della navigazione nel Mar Nero, ma giudicherà la Russia in base alle sue azioni, piuttosto che alle sue parole, ha dichiarato mercoledì una portavoce della Commissione. Martedì gli Stati Uniti hanno raggiunto accordi separati con l'Ucraina e la Russia per sospendere i loro attacchi in mare e contro obiettivi energetici, e Washington ha accettato di spingere per revocare alcune sanzioni contro Mosca. “La Russia deve ora dimostrare una reale volontà politica di porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e non provocata”, ha dichiarato la portavoce dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Anitta Hipper, che ha aggiunto: ‘L'esperienza ha dimostrato che la Russia deve essere giudicata dalle sue azioni, non dalle sue parole’.
Il Ministro degli Affari Esteri norvegese Espen Barth Eide e il Ministro del Lavoro e dell'Inclusione Sociale norvegese, Tonje Brenna, sono in visita oggi a Kiev per mostrare il loro sostegno in un momento critico per l'Ucraina. Barth Eide ha sottolineato il continuo sostegno e lo stallo dei negoziati con la Russia, affermando che “la palla è dalla parte della Russia”. Inoltre, ha sottolineato l'importanza di osservare le azioni di Mosca, non solo le parole. A Kiev i due ministri norvegesi hanno incontrato il Ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha e deposto dei fiori in memoria delle vittime della guerra in corso. Barth Eide ha dichiarato che sono previsti diversi incontri con funzionari ucraini e visite sul campo.
"Nel corso della riunione è stato riaffermato l'impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l'Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico. Ciò anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall'articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali". Lo riferisce la nota di Palazzo Chigi dopo la riunione convocata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista della sua partecipazione al Vertice sulla pace e la sicurezza dell'Ucraina in programma domani a Parigi. "Non inviare militari in missione che non siano delle Nazioni unite, è l'unica condizione per noi per inviare militari" in Ucraina. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo il vertice, in collegamento, con Palazzo Chigi in preparazione dell'incontro di Parigi. Tajani ha aggiunto: "Rimane l'opzione, sorta di art.5 bis della Nato per garantire la sicurezza europea e per proteggere l'Ucraina". Il "dibattito è in corso ma siamo concordi, ne abbiamo parlato con il Presidente del Consiglio, il vicepresidente Salvini, ministro della Difesa Crosetto". C'è "condivisione sulla posizione che terrà il Presidente del Consiglio".
“L'Ucraina ha bisogno di un contributo ‘serio’ dall'Europa con truppe pronte a combattere, e non di peacekeeper”, dopo la fine delle ostilità con la Russia. Lo ha detto all'Agence France Presse un alto collaboratore di Volodymyr Zelensky. "Non abbiamo bisogno di una semplice presenza per dimostrare che l'Europa è presente", ha detto Igor Zhovkva, alto negoziatore ucraino, prima del vertice a Parigi. "Non è la quantità che conta... è anche la loro prontezza a combattere, la loro prontezza a difendersi, la loro prontezza a essere equipaggiati e la loro prontezza a capire che l'Ucraina è una parte inevitabile della sicurezza europea", ha detto.
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