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I dazi di Trump: ovvero una guerra commerciale mondiale a cura dell’Avv. Alessandro Ballicu.

Cagliari, 6 Apr 2025 - Gli americani stanno vivendo al di sopra delle loro reali possibilità, essi spendono più di quanto producono e risparmiano meno di quanto esportano, finora gli è andata di lusso grazie al fatto che il dollaro è la moneta più utilizzata nelle transazioni internazionali ma, soprattutto il dominio politico, economico e militare sulla U.E su  tutti i paesi c.d. liberal democratici, ovvero i paesi anglofoni, Giappone, Corea del sud, Taiwan ma, anche molti paesi poveri del terzo mondo.

Il presidente Usa- con metodi padronali degni di un imperatore medioevale e con l’arroganza dei gringos -col pretesto di favorire l’economia americana, afflitta da un grave deficit commerciale estero, con l’applicazione inaudita di altissimi dazi commerciali, nei confronti di tutti i paesi del mondo, rischia- contrariamente a quanto da lui asserito- di provocare invece una gravissima recessione, dapprima nel suo paese e, per effetto della globalizzazione dei mercati, in tutto il mondo.

Perché è chiaro che gli altri paesi, per legittima difesa, saranno costretti a imporre dazi, parimenti alti, sulle merci americane.

Infatti, i miliardari continueranno a comperare le ferrari e i diamanti a qualunque prezzo ma, la maggioranza dei cittadini americani, ovvero almeno cento milioni, non potranno permettersi lo spumante francese, il parmigiano reggiano e il prosciutto San Daniele.

Questa mossa è talmente scellerata che è difficile comprendere se sia frutto di ignoranza delle elementari regole dell’economia o di mala fede.

Infatti, se ciò scatenerà una nuova recessione mondiale, i plurimiliardari come Trump e le multinazionali – molte sono americane- potranno conseguire grandi utilità.

Invero, come durante tutte le grandi recessioni, in tutto il mondo ci saranno milioni di imprese e botteghe che falliranno, milioni di nuovi disoccupati, in guisa tale che i grandi capitalisti potranno comperare sottocosto imprese, azioni, obbligazioni, valuta straniera e altri beni che si dovessero svalutare; l’aumento della disoccupazione consentirà ai datori di lavoro di ricattare i salariati offrendo ai disoccupati salari ancor più bassi, la crisi sarà ancor più feroce nei paesi del terzo mondo alimentando ulteriormente l’immigrazione: dall’Africa all’Europa e dall’America Latina verso gli Usa.

Ciò che lascia stupefatti però non è tanto l’assurdità delle scelte economiche americane, quanto l’ignavia e la mancanza di reazioni da parte del governo italiano e dei partiti di maggioranza.

Mentre la commissaria europea e il presidente francese, pur totalmente sottomessi a qualunque scelta di politica estera e economica degli Usa- a prescindere del colore politico di quei governi- hanno avuto un minimo di reazione critica invece, la sedicente patriota onorevole Meloni ha minimizzato il problema sarebbe perfino contraria a reagire con dazi sui prodotti americani, il ministro degli esteri si è lavato le mani sostenendo che i contro dazi li potrà decidere solo la UE.

In realtà, gli esponenti della maggioranza vogliono apparire più realisti del re, dimostrandosi i più succubi, sottomessi fra tutti i vassalli americani, in cambio di…. non si sa che cosa.

Ma loro non hanno giurato fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione?

La presidente del consiglio in Italia afferma che “difenderemo l’interesse nazionale” e anche che ora “l’Italia è tornata a contare.”

Se sta sognando dovrebbe svegliarsi, rinunci pure alla propria dignità se lo gradisce ma, non alla nostra, perché - contrariamente a lei - “noi siamo dei lavoratori”.

Aldo Moro e Enrico Mattei pagarono con la vita la difesa della sovranità, con loro sarebbe un’altra storia, direbbe Quasimodo: “…come potevamo noi cantare col piede straniero sopra il cuore”. A.B.

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