Cagliari, 8 aprile 2025 – Nell’ambito di una più ampia indagine volta a disarticolare un articolato traffico di sostanze stupefacenti, con epicentro nella vita notturna del capoluogo sardo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del capoluogo sardo, nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato e salvo ulteriori approfondimenti, stante la fase attuale delle indagini preliminari, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di più persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di droghe sintetiche.
Tra le figure centrali del gruppo oggetto dell’attività d’indagine figura un uomo di circa trent’anni, nato e residente a Cagliari, noto nell’ambiente dei locali notturni per la sua attività di DJ e promotore di eventi musicali. Oltre ai gravi indizi emersi a suo carico in ordine alla gestione e distribuzione di sostanze stupefacenti, in particolare ketamina, Mdma e 2C-B, l’uomo è ora indagato anche per il reato di divulgazione di materiale pedopornografico.
Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte anche attraverso il monitoraggio di canali di comunicazione criptati e gruppi chiusi presenti su piattaforme di messaggistica istantanea, il DJ avrebbe condiviso più volte – tra il dicembre 2023 e il giugno 2024 – immagini e video dal contenuto pedopornografico in spazi virtuali apparentemente riconducibili alla promozione di serate e locali, ma che celavano una seconda finalità illecita. Il materiale è stato trasmesso in ambienti digitali non protetti da restrizioni individuali, rendendolo accessibile a un’ampia platea di utenti. Ed in seguito, l’analisi forense dei dispositivi sequestrati, ha confermato la natura illecita dei contenuti, e gli accertamenti in corso, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, puntano ora a ricostruire la rete di rapporti digitali dell’indagato, valutando la portata della diffusione e la provenienza dei file.
L’inchiesta conferma ancora una volta il legame tra il consumo di droghe nei contesti devianti della movida e l’uso parallelo di ambienti virtuali per attività criminali di varia natura, proiettati talvolta in chat pubbliche e mascherati da un’apparente informalità e goliardia. Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità di terzi e verificare la presenza di ulteriori condotte penalmente rilevanti.
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