Cagliari, 17 Apr 2025 - Sono proseguiti anche nello scorso fine settimana i servizi straordinari di prevenzione e controllo del territorio da parte del personale della Polizia di Stato di Cagliari, nei quartieri storici della città e nell’hinterland del capoluogo.
Gli agenti delle Volanti dell’Ufficio Prevenzione e Soccorso Pubblico della Questura, del Commissariato di P.S. di Quartu Sant’Elena, coadiuvati dalle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta, con la costante presenza degli uomini del XIII Reparto Mobile che hanno garantito una cornice di sicurezza alle loro attività, hanno effettuato numerosi controlli ed identificazioni mirate all’individuazione dei soggetti che si sono resi protagonisti degli episodi di violenza tra giovani accaduti alla fine del mese di marzo in un noto centro commerciale di Quartucciu. E nelle sole giornate di sabato 12 e domenica 13 aprile scorsi, durante il servizio mirato, i poliziotti hanno identificato oltre 500 persone.
In un’ottica di prevenzione, dall’inizio dell’anno, solo la Polizia di Stato ha identificato oltre 700 minori e circa una decina di questi sono stati affidati ai genitori, perché ritenuti presunti responsabili di reati quali furti, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Parallelamente è proseguita l’attività investigativa volta ad identificare gli autori dei fatti accaduti recentemente nelle piazze del centro cagliaritano interessate dalla disordinata e violenta vita notturna, nonché alla lotta del piccolo spaccio.
In tale ambito, in due distinte operazioni, gli investigatori del Gruppo Falchi della Squadra Mobile, hanno arrestato due stranieri, sorpresi in flagranza di reato, mentre cedevano Cocaina ad un acquirente nei pressi della centrale Piazza del Carmine. Poi i due arrestati sono stati fermati dopo un'attività di osservazione, che ha evidenziato una precisa strategia, attraverso cui i due pusher erano soliti operare apparentemente autonomamente, spostandosi velocemente da un sito all’altro, dapprima ricercando i clienti e, solo successivamente, fornendo modeste dosi di sostanza, verosimilmente con l’intento di ridurre il rischio di essere arrestati.
All’atto del controllo gli agenti li hanno sorpresi con ulteriori modiche dosi di Cocaina occultate tra i capelli, oltre che con circa 400,00 euro in contanti, ritenuti provento dell’illecita attività di spaccio.
Poche ore dopo l’arresto dei due stranieri, attraverso il monitoraggio di altri pusher gravitanti nella stessa zona di Piazza del Carmine, i poliziotti della Squadra Mobile hanno acquisito informazioni utili che hanno permesso di localizzare una base dello spaccio nel quartiere cagliaritano di “San Michele”.
Dopo un attento servizio di osservazione, i poliziotti hanno appurato che presso l’abitazione di un uomo, già noto per i suoi precedenti di polizia in materia di stupefacenti, è stata svolta un’attività di spaccio; infatti, il 56enne, domiciliato al piano terra, è stato sorpreso mentre cedeva dello stupefacente. Subito dopo nel corso della perquisizione, è stato recuperato il quantitativo di 40 grammi di Hascish e la somma di 2.870,00 euro ritenuta provento anch’essa dell’attività di spaccio.
L’attenzione della Polizia di Stato rimane alta anche sul fronte dei fenomeni di bullismo tra i giovanissimi, in particolare con riferimento alle potenzialità dell’istituto dell’ammonimento per cyber bullismo, introdotto con la legge n. 71/2017, applicabile anche ai minori che abbiano compiuto 14 anni, in alternativa alla presentazione di una querela. Con riferimento all’istituto, il Questore di Cagliari ha osservato che “l’ammonimento per cyber bullismo è uno strumento assolutamente sotto utilizzato, che, se attuato come la legge lo aveva immaginato, potrebbe prevenire ed evitare che alcune situazioni degenerino. L’ammonimento si attiva su richiesta del minore vittima di cyber bullismo, assistito dai genitori, che chiede al Questore un intervento. Si tratta di uno strumento che deve essere fatto conoscere nelle scuole, anche tramite le figure professionali che si occupano di questo settore e che devono essere presenti in tutti gli istituti scolastici. Purtroppo, invece, si assiste al fatto che le famiglie dei ragazzi non chiedono al Questore un intervento da questo punto di vista un po' perché minimizzano i fatti, un po' perché temono una sovraesposizione del minore, senza rendersi conto che i loro figli potrebbero non essere l’unica vittima dei bulli e con questa inerzia ci impediscono di fermare i comportamenti certamente disdicevoli che, in alcune circostanze, lo abbiamo visto, hanno avuto anche finali tragici. Quindi, esorto i genitori dei ragazzi, che purtroppo incappano in questo fenomeno, a non mettere la testa sotto la sabbia ma a tirare fuori il problema e darci la possibilità di intervenire quando è ancora possibile farlo”.
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