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La Pasqua di sangue a Gaza, 44 morti e 145 feriti. All’alba nuovi raid israeliani: “25 morti nella Striscia”.

Gaza, 21 Apr 2025 - La Protezione civile di Gaza, gestita da Hamas, ha riferito che 25 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise dall'alba di oggi durante gli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità libanese ha reso noto che una persona è stata uccisa in un attacco israeliano nel sud del Paese. Si tratta della vittima più recente dei raid israeliani nonostante il cessate il fuoco concordato con Hezbollah.

Nell'inchiesta sull'uccisione di 15 operatori umanitari a Rafah il mese scorso, le forze armate israeliane hanno ammesso errori ma hanno negato che ci sia stato un “fuoco indiscriminato” contro i mezzi di soccorso e hanno sostenuto che alcune delle vittime erano militanti di Hamas. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha denunciato il rapporto definendolo “pieno di bugie” mentre per Jonathan Whittall, capo dell'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari in Cisgiordania e Gaza, “la mancanza di una reale assunzione di responsabilità mina il diritto internazionale e rende il mondo un posto più pericoloso”. 

Nella notte del 23 marzo, pochi giorni dopo la rottura della tregua e la ripresa delle operazioni militari da parte di Israele nella Striscia, 15 operatori umanitari sono stati uccisi mentre rispondevano a chiamate di soccorso nel quartiere di Tal al-Sultan a Rafah. Tra di loro c'erano otto medici della Mezzaluna Rossa, più sei membri dell'agenzia di Difesa civile di Gaza e un dipendente dell'Unrwa. I loro corpi erano stati seppelliti sotto la sabbia insieme ai mezzi distrutti e recuperati una settimana dopo. Le autorità mediche palestinesi avevano sollevato il sospetto che alcuni di loro fossero ancora vivi quando si erano avvicinati i soldati israeliani ai mezzi e che potessero essere stati giustiziati.

L'incidente ha suscitato un coro di condanne e proteste e la richiesta di “un'indagine rapida e approfondita” è stata avanzata dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, insieme a Germania e Regno Unito. La prima ricostruzione israeliana sulla vicenda è stata successivamente smentita da un video girato da un operatore umanitario.

La Protezione civile palestinese ha definito “esecuzioni sommarie” quelle commesse dall'esercito israeliano (Idf) nella strage dei paramedici della Mezzaluna Rossa nella Striscia di Gaza, contraddicendo le conclusioni di una indagine interna pubblicato dall'esercito. “Il video girato da uno dei paramedici dimostra che la narrazione dell'occupazione israeliana è falsa e dimostra che sono state effettuate esecuzioni sommarie” ha detto Mohammed Al-Moughair, funzionario della Protezione civile a Gaza. Quest'ultimo ha anche accusato Israele di cercare di “aggirare” i propri obblighi rispetto al diritto internazionale.

Un'indagine interna dell'esercito israeliano ha ammesso “cattiva condotta professionale”, “disobbedienza” e “incomprensioni” durante la sparatoria che ha causato la morte di 15 soccorritori palestinesi a marzo nella Striscia di Gaza. Sebbene l'indagine abbia concluso che i soldati israeliani non hanno aperto il fuoco “indiscriminatamente”, l'esercito ha annunciato il prossimo licenziamento di un ufficiale e si è “rammaricato” per le vittime “collaterali”. 

Il 23 marzo, pochi giorni dopo la ripresa dell'offensiva nella Striscia di Gaza, le truppe israeliane hanno sparato contro le squadre della Protezione Civile e della Mezzaluna Rossa a Rafah, nel sud del territorio palestinese. La strage ha provocato 15 morti e ha suscitato un'ondata di indignazione internazionale, con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, che ha parlato di un possibile “crimine di guerra”. 

Le vittime erano otto membri della Mezzaluna Rossa, sei membri della Difesa civile di Gaza e un membro dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. I corpi sono stati trovati diversi giorni dopo, sepolti in una “fossa comune”. “I soldati non hanno aperto il fuoco in modo indiscriminato, ma sono rimasti in allerta per reagire a minacce reali che avevano identificato”, ha dichiarato l'esercito. L'indagine “non ha rilevato alcuna prova a sostegno delle accuse di esecuzione o che alcune delle vittime siano state legate”. L'indagine ribadisce che sei delle vittime erano membri di Hamas.

Il 7 aprile, il presidente della Società della Mezzaluna Rossa palestinese nella Cisgiordania occupata, Younis al-Khatib, ha detto che i soldati israeliani hanno sparato con “l'intenzione di uccidere”. “Tutti i martiri sono stati colpiti nella parte superiore del corpo, con l'intenzione di uccidere”, ha concluso. La Mezzaluna rossa contesta ora il rapporto israeliano: “Pieno di bugie”.

A Gaza la popolazione cristiana si è ridotta da 4.200 persone, prima che Hamas prendesse il controllo dell'area, a meno di 1.000 persone nell'ottobre 2023. Il rapporto spiega che alla base del calo della popolazione cristiana ci sono la discriminazione religiosa e legale, la profanazione dei luoghi sacri e l'esclusione sociale. La città di Betlemme viene portata come un esempio eclatante di ciò che il Jerusalem Center definisce “cancellazione demografica dei cristiani”. Nel 1950, Betlemme e i villaggi circostanti avevano una popolazione cristiana all'86%. Questa percentuale è costantemente diminuita dal 1994, quando l'Autorità Palestinese ha preso il controllo della città. 

L'ultimo censimento del 2017 ha registrato che Betlemme era composta solo per il 10% da famiglie cristiane, ma dopo quell'anno molte altre se ne sono andate, o se ne stanno andando, a causa delle difficoltà socio-economiche sistemiche e dell'instabilità, della discriminazione e di molestie, anche nei confronti del clero cristiano, a opera di palestinesi musulmani e dell'Autorità Palestinese dominata dall'Islam. 

Betlemme è anche un esempio di conversione forzata dei cristiani all'Islam, un fenomeno di cui il vescovo di Gaza, Alexios, aveva messo in guardia nel 2016. “I cristiani che si sono convertiti all'Islam lo hanno fatto sotto minacce e violenze”, aveva denunciato all'epoca. “L'esodo di massa dei cristiani rischia di minare la sopravvivenza stessa del cristianesimo nel suo luogo di nascita” sottolinea il rapporto.

Lo stato israeliano ha annullato i visti d'ingresso a 27 parlamentari francesi di sinistra due giorni prima della loro partenza per una visita in Israele e nei territori palestinesi. È quanto riporta il The Times of Israel. Solo pochi giorni fa - precisa il quotidiano online - Israele aveva impedito a due parlamentari britannici, appartenenti al partito laburista al governo, di entrare nel Paese. Il Ministero degli interni israeliano afferma che i visti per i 27 sono stati annullati in base a una legge che consente alle autorità di escludere dal territorio persone che potrebbero agire contro lo stato di Israele.

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