Cagliari, 21 Apr 2025 - “Certamente c’è sgomento, una notizia che non ci aspettavamo. Il Papa aveva affrontato e superato delle crisi importanti nei mesi passati. Ieri lo abbiamo visto tra la folla, nel luogo che tanto amava, dal balcone centrale della Basilica, dove si mostrava al popolo. Non possiamo che essere profondamente addolorati, sgomenti, ma anche certi della speranza. Il Papa è stato chiamato da Cristo risorto a godere della Sua presenza, proprio nel giorno in cui celebriamo la Resurrezione.
Il Papa iniziò il suo cammino e si fece conoscere al mondo da quel balcone, proprio da lì si è concesso ieri alla gente. In un certo senso, l’inizio e la fine si sono intrecciati. Anche allora chiese la preghiera del popolo, ieri ha benedetto il popolo, nel segno della fede nella Resurrezione. È una provvidenza che guida la Chiesa, anche nei momenti di sofferenza.
Il Papa ha vissuto la malattia senza vergogna, raccontandola con grande responsabilità, ma sempre con un impegno costante. Anche nei giorni più difficili ha continuato a lavorare intensamente, con comunicazioni, documenti e messaggi fino a ieri. La grande preghiera per la pace, per il rispetto della dignità umana, è stata l’ultima sua immagine. Ha iniziato il suo cammino tra la gente e ha concluso il suo percorso nel medesimo modo, chiedendo pace. Ha cercato instancabilmente di ripristinare condizioni di libertà e giustizia nel mondo, per salvaguardare la dignità di ogni uomo.
Tra le immagini che ci restano, ricordo il primo viaggio del Papa a Cagliari. Nel settembre del 2013 era stato a Lampedusa, e poco dopo venne qui, portando con sé un legame speciale con la nostra città, in particolare con la Madonna di Bonaria, che ha un forte legame con Buenos Aires. Quando mi ha nominato vescovo di Cagliari, il Papa mi ha voluto parlare per condividere con me il suo affetto per questa città, anche per il legame con la Madonna di Bonaria. Quando venne qui, pronunciò un discorso bellissimo, chiedendo di ricevere lo sguardo di misericordia della Madre, ma anche di saper guardare con misericordia reciproca. Ha incontrato la realtà della città, della diocesi, il mondo della cultura, dei giovani, del lavoro, dei carcerati, delle suore di clausura, volendo farsi tutto per tutti.
Il messaggio che ha voluto lasciare riguarda una Chiesa sempre più aperta e partecipe, una Chiesa che ascolta la povera gente e la coinvolge in processi di bene, affinché la cultura diventi uno strumento per il progresso della Chiesa e della società”. Com
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