Ieri anche in Egitto è esplosa, ormai inesorabile, la violenza in Egitto con due morti a Suez e uno al Cairo, e il coprifuoco imposto ad Alessandria dalle 23 alle 6 del mattino. Nel centro della capitale sono scoppiati incidenti tra polizia e manifestanti, 25 mila secondo gli organizzatori che sventolavano bandiere egiziane e tunisine: negli scontri, affermano fonti ufficiali, sarebbe morto un poliziotto e altri agenti sarebbero rimasti feriti. Al Cairo, nella centrale piazza Tahrir, accanto al Museo Egizio, la polizia ha sparato lacrimogeni e ha usato gli idranti, mentre i dimostranti hanno risposto lanciando sassi. Incidenti sono in corso anche nella zona circostante. Si parla di una ventina di dimostranti arrestati finora. Manifestazioni si sono svolte, oltre che al Cairo e a Suez (dove sono morti due dimostranti), anche ad Alessandria, Porto Said, Assyut e altre città.
In piazza Tahrir i manifestanti hanno attaccato la polizia con un fitto lancio di sassi. Le forze di sicurezza, come ha constatato l'agenzia Ansa sul posto, sono state costrette a ritirarsi dalla piazza malgrado il fitto lancio di lacrimogeni e l'impiego di blindati e idranti. Secondo l'Osservatorio informativo egiziano Rasad al-Ikhbari, una rete di monitoraggio composta da giornalisti e attivisti d'opposizione, almeno 200 mila persone sarebbero scese in strada in tutto l'Egitto per contestare Mubarak. La polizia egiziana avrebbe arrestato 600 manifestanti, in particolare nei dintorni della sede del Parlamento e in piazza Tahrir.
Le autorità egiziane avrebbero intimato ai provider che operano in Egitto di rendere impossibile l'accesso a Twitter e Facebook, utilizzati da molti giovani manifestanti per organizzare le proteste. Secondo quanto si legge sulla Bbc, Twitter è ormai bloccato da alcune ore, mentre i telefoni cellulari non funzionano in tutta l'area attorno al Cairo. Problemi di connessione si registrano anche per Facebook, a cui gli utenti egiziani riescono a connettersi solo a tratti.
Il governo Mubarak «è stabile e sta cercando soluzioni per rispondere alle legittime necessità della popolazione», ha affermato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, commentando le manifestazioni antigovernative in Egitto.