La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato la proposta del Pdl di restituire gli atti alla procura di Milano sul caso Ruby. I «sì» sono stati undici, otto i «no». La proposta ora deve passare l'esame dell'Aula la quale dovrà esprimersi con voto palese sul rinvio delle carte e servirebbe quindi una maggioranza di 316 deputati.
Intervenendo durante i lavori, Maurizio Paniz ha esposto la tesi che competente sull'inchiesta non può essere il Tribunale di Milano, bensì il Tribunale dei ministri in quanto Silvio Berlusconi avrebbe agito per motivi istituzionali quando si è mosso per Karima «Ruby» El Mahroug fermata dalla questura di Milano, pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak.
L'assenza in giunta del deputato finiano Giuseppe Consolo, che sulCorriere della Sera di giovedì sosteneva la competenza del Tribunale dei ministri, sarebbe il segnale che il Pdl ha interpretato come la possibilità di avere i voti necessari in Aula per respingere a Milano l'incartamento. Si tratta di un cambio di strategia, infatti sino al giorno prima il Pdl sosteneva l'esistenza del «fumus persecutionis» nei confronti del Cavaliere e se la giunta si fosse espressa solo sulla richiesta di concedere o meno l'autorizzazione a perquisire gli uffici del ragioniere del premier, Giuseppe Spinelli, il voto dell'Aula sarebbe stato segreto. Invece con il conflitto di competenza, il voto diventa palese e la maggioranza, forte della fiducia ottenuta mercoledì dal ministro Bondi, dimostra di essere sicura di ottenere i numeri necessari. Una volta passati gli atti al Tribunale dei ministri, si potrebbe giocare anche la carta del fumus persecutionis: la Procura di Milano, sarebbe la tesi, è andata avanti «ben sapendo di non essere competente», solo per «mero intento persecutorio. A quel punto - si assicura nella maggioranza - tutti gli atti della procura sarebbero nulli».