Nessuno ha confermato che il fuggitivo presidente tunisino, Ben Ali, sia a bordo dell'aereo fermo in pista all'aeroporto Elmas di Cagliari. Il velivolo, spiegano le stesse fonti, è atterrato con la necessità di fare rifornimento. Dal momento che il volo non era tra quelli previsti dal traffico dello scalo sardo, si è attivato il meccanismo di sicurezza previsto in situazioni del genere, con le forze di Polizia che hanno circondato il perimetro intorno all'aereo, dal cui interno è stata comunicata la presenza a bordo, spiegano le stesse fonti, di due piloti ed una hostess.
Il portellone è rimasto chiuso e nessuno è sbarcato. Le autorità, è quanto fanno osservare le medesime fonti, hanno consentito all'aereo di procedere al rifornimento comunicando al tempo stesso di proseguire il proprio tragitto al termine delle operazioni.
E' giallo sulla presenza del presidente tunisino Ben Ali a bordo dell'aereo civile atterrato attorno alle 22.15 all'aeroporto di Cagliari-Elmas dichiarando emergenza e ancora fermo in pista.
Fonti governative sottolineano che Ben Ali non si trova a bordo e ricordano che dal velivolo è stata dichiarata la presenza solo di due piloti e di una hostess. Secondo alcune fonti investigative, tuttavia, a bordo del velivolo ci sarebbe proprio il presidente della Tunisia, partito oggi pomeriggio dal nord Africa. Ancora altre fonti sostengono che vi sarebbero invece alcuni suoi familiari.
Viene inoltre ipotizzato che l'aereo possa essere un velivolo 'civetta' mentre quello con il presidente tunisino sarebbe in volo per un'altra meta. I colloqui tra le autorità italiane e l'equipaggio dell'aereo si starebbe svolgendo via radio.
Un colpo di Stato incruento ha messo fine a 24 anni di potere incontrastato di Zine El Abidine Ben Ali in Tunisia, dopo un mese di rivolta contro il carovita, la disoccupazione e la corruzione. Nel pomeriggio il presidente ha lasciato il Paese, forse diretto in Francia o a Malta, e i militari hanno preso il controllo dell'aeroporto. La tv ha annunciato che il potere è stato assunto provvisoriamente dal presidente del parlamento Mohamed Ghannouchi fino a nuove elezioni. Ghannouchi è apparso in tv e ha lanciato un appello all'unità a tutti i tunisini.
Un aereo proveniente dalla Tunisia sarbbe atterrato intorno alle 19.30 all'aeroporto di Bourget vicino Parigi con a bordo due delle figlie di Ben Ali accompagnate da una governante. Lo riferisce il sito di Le Monde.
Shaker Materi, genero dell'ex presidente tunisino Ben Ali, non è stato arrestato ma si trova attualmente a Dubai. Lo ha detto all'agenzia Reuters un suo collaboratore, smentendo una notizia diffusa precedentemente dalla Nessma Tv, un'emittente privata tunisina, che aveva parlato dell'arresto di diversi familiari dell'ex leader. "Si trova a Dubai da mezzogiorno", ha detto il collaboratore alla Reuters, assicurando di avere sentito Materi al telefono per accertarsi della sua sorte. Oltre ad avere sposato una delle figlie di Ben Ali, Materi è uno degli uomini d'affari più in vista del suo Paese.
La Francia "non ha ricevuto alcuna richiesta di ospitalità" del presidente tunisino in fuga Zine el Abidine Ben Ali ed esaminerebbe un'eventuale richiesta "in accordo con le autorità costituzionali tunisine": lo ha reso noto questa sera il ministero degli Esteri francese. "La Francia non ha ricevuto alcuna richiesta di ospitalità di Ben Ali. Nel caso in cui questa richiesta si presentasse, la Francia darebbe la sua risposta in accordo con le autorità costituzionali tunisine", ha indicato il Quai d'Orsay in una comunicazione ufficiale.
In precedenza, la presidenza francese aveva indicato che aveva "preso atto della transizione costituzionale" in Tunisia, a seguito della fuga di oggi del presidente Zine el Abidine Ali. Questa fa seguito a una sommossa sociale senza precedenti che ha provocato molte decine di morti nelle città tunisine.
Dopo i 13 morti negli scontri della notte a Tunisi e in altre città, era arrivato l'annuncio dell'imposizione dello stato d'emergenza in tutto il Paese nordafricano con coprifuoco dalle 17 alle 7 del mattino. Le forze di sicurezza sono state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini ed è stato introdotto il divieto di assembramento fra più di tre persone. Il premier Ghannouchi, parlando ancora a nome di Ben Ali, aveva annunciato anche l'azzeramento del governo e l'impegno a convocare elezioni entro sei mesi.
Nel frattempo, però, la situazione è precipitata con scontri e lancio di lacrimogeni davanti al ministero dell'Interno, e il 74enne presidente ha lasciato la Tunisia. Secondo alcune fonti temeva una rivolta popolare cruenta come quella che nel 1989 in Romania portò alla destituzione e alla fucilazione di Nicolae Ceausescu.
Il rovesciamento di Ben Ali segna il culmine di una rivolta popolare che secondo le Ong ha fatto 66 morti tra i manifestanti. A innescare le proteste a metà dicembre era stato il suicidio di un ambulante laureato a Sidi Bou Sid, che si era dato fuoco dopo il sequestro delle merci da parte delle polizia. L'ambulante è deceduto il 5 gennaio.