In attesa che sia Gianfranco Fini a pronunciarsi sull'organigramma si moltiplicano gli incontri per determinare gli organigrammi di Fli. Pasquale Viespoli ha riunito i senatori e sono in corso anche altre riunioni per cercare un'intesa sulla ripartizione dei ruoli.
I moderati del partito insistono affinché ci sia una soluzione condivisa, magari un coordinamento nella prospettiva di "unità e di continuità". Ma in platea quasi tutti, dirigenti e non, scommettono che alla fine prevarrà Italo Bocchino, anche per la sua vicinanza al leader di Fli.
"Siamo in un momento in cui tutto può succedere. Dopo la nota di Napolitano la situazione può precipitare da un momento all'altro", è l'osservazione più ricorrente tra i dirigenti finiani. Il popolo di Fli scommette sulla rapida caduta del presidente del Consiglio e anche Gianfranco Fini, riferiscono fonti parlamentari, avrebbe avvertito i suoi sulla necessità che occorre tenersi pronti ad ogni ipotesi.
Si aspetta naturalmente come andrà a finire il 'caso Ruby' dal punto di vista giudiziario, ma proprio perche' in presenza di un momento politico molto delicato serve qualcuno con 'l'elmetto', la scelta per la guida di Fli alla fine potrebbe ricadere sull'attuale capogruppo alla Camera di Futuro e libertà.
Nel padiglione 18 della nuova Fiera di Rho 'l'alleanza repubblicana' contro Berlusconi non e' considerata affatto una chimera qualora si andasse alle elezioni anticipate. E perfino un vecchio sodale di Fini, Mirko Tremaglia, apre a scenari 'rivoluzionari'. Lo fa a modo suo, ricordando dal palco un aneddoto. Tanti anni fa a Tremaglia, a quell'epoca componente della Commissione Trasporti alla Camera, fu negato il visto per entrare nell'Unione sovietica "e Pietro Ingrao, allora presidente di Montecitorio, decise che allora nessuno sarebbe dovuto partire". Un modo per dire che in una situazione d'emergenza a sinistra si puo' anche guardare. Del resto Bocchino stesso ieri ha ribadito la necessita' di "riscrivere le regole insieme", anche con la sinistra.