“L’istituzione del Garante per i detenuti colma una carenza legislativa regionale, non più procrastinabile, che mira a migliorare le condizioni di vita dei carcerati e il loro reinserimento sociale”. Si è aperta con questa dichiarazione di Silvestro Ladu (Pdl), presidente della commissione Diritti Civili, la conferenza stampa tenutasi stamattina per presentare le due leggi approvate il 1° febbraio dal Consiglio regionale che istituiscono le figure del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
La norma che istituisce la figura del Garante per i detenuti unifica – ha precisato Ladu – due proposte di legge, la n.137 (Zuncheddu) e la n.283 (proposta dalla Seconda commissione, primo firmatario lo stesso Ladu), e si costituisce di due parti: una, riguardante il sistema integrato di interventi per detenuti ed ex, l’altra, l’istituzione vera e propria del garante. Si tratta di due norme varate “nel rispetto dell’articolo 27 della Costituzione – ha precisato – che tutela la dignità e il recupero dei detenuti promuovendo interventi di reinserimento e svolgendo una funzione di coordinamento con le Asl, gli enti locali e le associazioni di volontariato.
L’istituto del garante agirà nel pieno della propria autonomia e avrà sede nel Consiglio regionale”. Ladu ha poi parlato della situazione delle carceri sarde, definendola “difficile” a causa del sovraffollamento, che nella nostra regione registra “circa 200, con picchi di 300, presenze in più rispetto alla capienza prevista”, della carenza di personale “sia amministrativo che militare”, e dall’assenza “di un direttore nella metà delle carceri isolane”. In merito agli effetti della legge 199/2010, la cosiddetta “svuota carceri” che permette di scontare le pene inferiori a un anno nel proprio domicilio, gli effetti in Sardegna “non sono stati quelli che ci aspettavamo. A causa delle numerose limitazioni, hanno beneficiato di questa norma solo 42 detenuti delle dodici carceri sarde, mentre si prevedeva un numero superiore alle 300 persone”.
Per quanto riguarda la situazione italiana, la figura del garante è presente in undici regioni. Nello specifico, in Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria. In Veneto, invece, è dal 2010 all’esame del Consiglio regionale un DDL per la sua istituzione. Esistono, inoltre, dei Garanti dei detenuti anche a livello provinciale e comunale. In Sardegna, infatti, è già presente nelle città di Nuoro e Sassari. A livello europeo – ha concluso il presidente della Seconda commissione – ne sono provvisti 22 Stati, mentre l’Italia non ha ancora istituito una figura a livello nazionale.
Giuseppe Cucca (Pd), relatore della norma che istituisce il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza ha lodato il lavoro della Seconda commissione che “in questa legislatura si è dimostrata particolarmente prolifica per il clima di collaborazione tra i suoi componenti, la gestione illuminata del presidente e la professionalità dei funzionari”. La norma salvaguarda i diritti dei minori attraverso compiti consultivi, di informazione e controllo. “È una legge innovativa – ha spiegato Cucca – perché con queste due figure si chiude la rassegna dei garanti, iniziata con il Difensore civico, che il Consiglio provvederà presto a nominare, e che dovranno coordinarsi tra loro”. La norma prevede inoltre che entro 60 giorni siano avviate le procedure per la nomina dei due garanti, perché – ha precisato Cucca – “non abbiamo istituito un altro carrozzone”. Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, è presente in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione della Valle D’Aosta e della Sicilia. Red-com