Alla ripresa dei lavori del Consiglio, dopo la riunione dei capigruppo, ci si è concentrati sulla vertenza entrate.
Il 22 dicembre 2010, nell'ultima seduta dedicata specificatamente a questo argomento, era stato approvato un ordine del giorno unitario che impegnava il presidente della Regione a completare l'attuazione della riforma del sistema delle compartecipazioni erariali attraverso il formale riconoscimento e il conseguente trasferimento di tutte le entrate spettanti alla Sardegna, senza alcuna eccezione. Il documento, inoltre, aveva autorizzato la Giunta, in caso di mancata intesa con Roma, ad avviare la procedura di conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale e a impugnare il bilancio dello Stato. Infine, l'ordine del giorno di dicembre impegnava l'esecutivo isolano a concludere con il Ministero dell'Economia la rinegoziazione del Patto di stabilità imposto alla Regione sarda alla luce del nuovo regime di entrate in vigore dallo scorso anno.
L'assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, ha spiegato: "La vertenza è ancora in corso. Dalla Ragioneria generale dello Stato abbiamo il riconoscimento che ci porta a proiettare per il 2011 unlivello di entrate di 5, 4 miliardi di euro, non considerando la parte sulla quale i criteri di calcolo vedono differenze tra Governo e Regione, sui giochi e le scommesse".
"Si deve sollevare - ha poi sottolineato il Presidente Cappellacci - il conflitto di attribuzione con lo Stato davanti alla Corte costituzionale per far valere le nostre ragioni, ma l'impugnazione della legge nazionale di Bilancio avrebbe un esito a noi sfavorevole danneggiando la nostra vertenza. Sarà, comunque, dovere della Giunta, sulla vertenza entrate, rispettare il volere del Consiglio regionale".
Il presidente della Regione ha cercato di sgombrare ogni possibile equivoco sul parere espresso dal costituzionalista Valerio Onida che ha mostrato perplessità solo sulla eventuale impugnazione del Bilancio statale, ma non sui ricorsi alla Consulta per l'applicazione del nuovo regime di compartecipazione erariale e sulla rinegoziazione del patto di stabilità con il Ministero dell'Economia. Prima di Cappellacci, era intervenuto l'assessore alla Programmazione.
Hanno preso poi la parola gli esponenti del centrosinistra. L'opposizione, preoccupata per l'andamento della vertenza entrate, ha rinnovato l'invito alla Giunta ad andare avanti senza tentennamenti ed ha sollecitato il rispetto dei contenuti dell'ordine del giorno approvato lo scorso dicembre dal Consiglio regionale, compresa l'impugnazione del Bilancio dello Stato.
Chicco Porcu (Pd), rivolgendosi al presidente Cappellacci ha precisato la necessità che siano comprese "le ragioni e le preoccupazioni della minoranza", ricordando che la "partita con lo Stato sulle entrate è aperta da più di 18 mesi", e che è stata riaperta la scorsa estate su iniziativa della minoranza.
"Oggi - ha continuato - i dati di fatto purtroppo parlano in maniera diversa rispetto alle sue promesse. Dopo 18 mesi e due finanziarie siamo ancora senza certezze e ci troviamo con una pressione fortissima da parte del mondo imprenditoriale". Porcu ha dichiarato di "non essere convinto"dalla proposta del Presidente, che ci invita a valutare pareri che non abbiamo letto. Ma questa non è una partita privata - ha ribadito - ma una partita che riguarda tutti i sardi". Il consigliere del Pd ha quindi ricordato che il parere dato dall'altro costituzionalista interpellato dalla Giunta, Omar Chessa, "non esclude il ricorso", e rivolgendosi a Cappellacci ha domandato: "Cosa ci impedisce, presidente, di impugnare il bilancio dello Stato e la previsione di chiusura 2010?".
Ha infine concluso il suo intervento chiedendo "di mantenere fede all’ordine del giorno, di andare avanti con l'impugnazione della legge di Bilancio e serrare i tempi sulla norma attuazione. Le staremo a fianco, presidente, - ha concluso - ma si scuota e ascolti questa parte politica che ha dato prova di ragionevolezza".
Secondo Zuncheddu il conflitto istituzionale tra Stato e Regione denota l'ennesimo scontro tra il popolo e lo Stato. Uno Stato che "nega autonomia e indipendenza ai sardi e impone loro una situazione di sudditanza attraverso le scelte politiche della giunta regionale e del suo presidente".
"Si continua a negare alla nazione sarda - ha proseguito Zuncheddu - il diritto di contare sulle proprie risorse economiche e lo si fa con alcune complicità".
Adriano Salis (Idv) ha espresso un timore: "Per eccesso di prudenza e timidezza e, forse, per qualche calcolo di carattere politico, abbiamo la sensazione che ci stiamo avviando verso una delle peggiori sconfitte istituzionali".
"Il problema - ha poi spiegato Capelli (Gruppo Misto) - è se in futuro ci saranno motivazioni valide per riaprire la vertenza con lo Stato. Se così non fosse non potremo intervenire in un secondo momento. La Regione è bloccata. La scelta del sindaco di Cagliari sta ingessando le scelte dell'amministrazione della Regione Sardegna, cosa che non sta succedendo in Lombardia dove si deve eleggere il sindaco di Milano. Questa situazione sta conducendo la Regione a un fallimento politico per un problema di assegnazione di posti e cariche, come se si assistesse a una partita di risiko. Non mi aspettavo questo da Lei, presidente Cappellacci, mi attendevo un atteggiamento più forte e coraggioso per il bene della Sardegna".
Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ha detto: "Riteniamo che vada impugnato il Bilancio dello stato, coerentemente con quanto il Consiglio regionale ha già votato. La Giunta ha una responsabilità gravissima perchè tergiversa mentre lo schieramento sociale che sosteneva la vertenza è scomparso".
Secondo Giulio Steri (Udc), "non c'è alcuna volontà di abbandonare la lotta con lo Stato perchè la Giunta ha dato adempimento agli impegni indicati nell'ordine del giorno di dicembre; sono state tracciate le strade per giungere al risultato sostanziale e ci è stato anche detto come muoverci per ricontrattare il patto di stabilità".
Mario Diana (Pdl) ha evidenziato: "E' troppo palese l'atteggiamento di contrarietà politica del centrosinistra che vorrebbe indurre la maggioranza di centrodestra a sollevare un problema nei confronti del Governo nazionale; in questa battaglia, la politica andava lasciata fuori; mi viene difficile pensare di impugnare il bilancio dello Stato quando autorevolissimi pareri ci suggeriscono di non farlo, ma ci sono le condizioni per sollevare il conflitto di attribuzioni".
Mario Bruno (Pd), dopo aver criticato il mancato accesso al carteggio tra l'amministrazione regionale e i costituzionalisti interpellati "giustificato dal presidente della Giunta Cappellacci in conferenza dei capigruppo con ragioni di riservatezza", ha detto: "Dobbiamo fare pressione politica. Non siamo cittadini di serie B o C. Finora c'è stato un atteggiamento dilatorio, ma la trattativ politica al momento è fallita: ci rimane la mobilitazione popolare e l'impugnazione del Bilancio nazionale di uno Stato amico governato da un presidente amico".
Il dibattito sulle dichiarazioni rese dal presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci sulla vertenza entrate si è concluso senza alcuna votazione. Il capogruppo Pdl, Mario Diana, dopo la replica del governatore, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno, ma la presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, ha respinto la richiesta in quanto da fare prima della conclusione della discussione.
Nel suo secondo intervento della mattinata, Cappellacci aveva precedentamente ribadito l'intenzione di andare fino in fondo e che, per questo, era stato dato mandato al costituzionalista Valerio Onida di dare l'indicazione di tutte le strade possibili per arrivare al risultato.
I lavori dell'aula si sono quindi conclusi senza un voto finale e riprenderanno questo pomeriggio alle 16.30. Red.