"La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell'educazione, tanto più perché siamo nell'ambito del decennio sulla sfida educativa che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l'educazione integrale, anche attraverso la scuola, in qualunque sede, statale o non statale. L'importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona, che è scopo della scuola a tutti i livelli".
Questa la netta e dura presa di posizione, dopo le esternazioni sulla scuola pubblica e sugli insegnanti fatte a “piede libero come l’autore, l’imputato presidente del Consiglio che se fosse stato un poveraccio e non coperto da leggi ‘impunitarie’ sarebbe già in attesa di giudizio a San Vittore per la gravità dei reati per i quali sarà processato tra breve tempo” del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, a margine dell'incontro a Palazzo Ducale su 'La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman'.
"Ci sono tantissimi insegnanti e operatori - ha proseguito il cardinale Bagnasco - che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale, sia non statale, quindi il merito va a loro. Tutti quanti ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell'educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale. In generale - ha concluso il porporato - sicuramente tutti auspichiamo che la scuola a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere al desiderio dei genitori per i loro figli".
"Statale o paritaria che sia, ha una funzione pubblica", dice il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, rispondendo ai giornalisti sulla polemica innescata dalle ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sugli insegnanti della scuola pubblica. "No a divisioni in opposte tifoserie - ha detto il ministro - la polemica è stata mal posta".
"La scuola statale o paritaria (che sia, ndr) ha una fuzione pubblica". Cosi' il ministro dell'istruzione, Maria Stella Gelmini, parlando alle associazioni imprenditoriali riunite in Confcommercio, torna sulla polemica scatenata dalle affermazioni del premier sulla scuola. "Nessuno vuole privatizzare la scuola - ha ribadito il ministro - No alla divisione tra opposte tifoserie. E' stata una polemica mal posta". Secondo il ministro "non c'è altra strada che aprire la formazione al settore produttivo per accorciare la carriera scolastica e di studio dei ragazzi".
Questa è la strada secondo Gelmini per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. Il contratto di apprendistato "non è una forma di sfruttamento", e anzi va potenziato. "In Lombardia c'è un accordo secondo il quale la formazione
professionale assorbe anni di obbligo scolastico" ha concluso Gelmini ricordando che la dispersione scolastica arriva al 9%.
"Una volta tanto concordiamo con il ministro della Pubblica Istruzione quando cerca ancora di correggere il tiro del premier dopo le inqualificabili parole sulla scuola pubblica dicendo che 'nessuno vuole privatizzarla': infatti il governo vuole, direttamente, lasciarla morire per favorire quella privata. E ha iniziato a farlo da tempo", afferma Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd.
"Questo è il risultato, infatti - conclude - dopo gli 8 miliardi di tagli in tre anni operati dal governo del quale la Gelmini fa parte. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere".