La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Giuseppe Luigi Cucca (Pd) e poi della presidente Claudia Lombardo.
Inizia la discussione della proposta di legge 242/A: composizione dei consigli e delle giunte dei comuni e delle province della Sardegna e disposizioni diverse in materia di enti locali.
Apre gli interventi il relatore On. Pietro Pittalis (Pdl), evidenziando il “comune sentire” espresso da tutte le forze politiche della commissione autonomia per far sì che questa legislatura si caratterizzi positivamente in senso riformatore. “Anche sulla proposta di legge in esame - ha aggiunto Pittalis - si è registrata una significativa convergenza, sia per l’imminenza delle elezioni amministrative sia per chiarire ogni possibile dubbio interpretativo sull’eventuale contrasto fra norme nazionali e regionali’.
Nell’immediato - ha proseguito Pittalis- si è ritenuto “di non cambiare le regole mentre la partita è in corso, anche se abbiamo voluto mandare qualche segnale, come la soppressione della figura del presidente del consiglio comunale nei comuni al di sotto di 15.000 abitanti e delle circoscrizioni, che in alcuni casi si erano articolate in modo abnorme”. Dopo aver sottolineato positivamente che da entrambe le parti “si è rinunciato al facile populismo sulle indennità”, il presidente della commissione autonomia ha tenuto a precisare che la necessità di una legge complessiva di riordino del sistema delle autonomie locali riguarda anche il consiglio regionale per il quale, ma solo per un fatto procedurale, si dovrà seguire un percorso diverso.
Per il Partito democratico, Giuseppe Cuccu ha concordato sulla necessità di legiferare in via di urgenza, dato che fra poco tempo si voterà in un centinaio di comuni sardi. Cuccu condivide anche la valutazione positiva sull’apertura di una stagione di riforme. A distanza di vent’anni-ha ricordato-una riflessione si impone: “A partire dalle legge sull’elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia, si sono sacrificati spazi di rappresentanza democratica a vantaggio degli esecutivi e della governabilità. Si è consolidato un sistema che dobbiamo riequilibrare”.
“Ma non per una questione di riduzione dei costi” - ha precisato Cuccu-“Molti di noi sono stati amministratori comunali o conoscono quelle realtà, soprattutto quelle dei piccoli comuni con meno di 5000 abitanti dove un consigliere percepisce una indennità di 150 euro lordi all’anno. Questi amministratori non solo suppliscono in molti casi alle carenze di personale ma, spesso, fanno davvero un po’ di tutto: controllano i cantieri, organizzano le feste, aprono e chiudono il campo sportivo. Qui non c’è proprio niente da tagliare”. La cosa importante-ha concluso Cuccu-è che la regione si riappropri dei suoi spazi di autonomia legislativa e predisponga quanto prima un nuovo codice delle autonomie locali.
Gianvittorio Campus (Pdl) nel rimarcare il lavoro fatto in commissione che ha portato a un accordo in larga parte condiviso, ha spiegato il tentativo di fare chiarezza in vista del prossimo turno delle amministrative. “Il taglio dei consiglieri comunali e degli assessori non è un problema di risparmio ma è la politica che si rimodula dall’interno”. Campus ha anche evidenziato come i pochi emendamenti presentati dimostrino che l’accordo raggiunto in commissione abbia portato a una stabilità di massima. Il consigliere del Pdl ha spiegato che la scelta di lasciare in sospeso l’articolo due (Composizione dei Consigli comunali e delle giunte comunali e provinciali), mantenendo in vigore, limitatamente al turno delle amministrative del 2011, l’articolo 10 della legge regionale 1/2002, deriva dall’imminenza delle prossime elezioni. Per Campus ciò diventa “un elemento di memoria, un richiamo a portare questo Consiglio a redigere una normativa unica”.
Anche Chicco Porcu (Pd) ha sottolineato come la norma non abbia la pretesa di essere una riforma organica ma transitoria: “Auspico che questo Consiglio non voglia cominciare dalla coda nell’affrontare il problema dei costi della politica, ma sappia e voglia trattare anche il tema del numero dei consiglieri regionali”. “Non possiamo sottrarci a questo – ha chiarito Porcu - perché dobbiamo essere d’esempio, non sarebbe un danno ma un vantaggio e il ruolo stesso di ogni consigliere regionale ne risulterebbe accresciuto”. Per Porcu tagliare il numero dei consiglieri comunali non è una soluzione al problema più ampio dei costi della politica: “L’attività di chi svolge ruoli nelle amministrazioni va salvaguardata, non dobbiamo scoraggiare l’assunzione di responsabilità da parte di chi, nei piccoli paesi della Sardegna, abbia voglia ed entusiasmo per impegnarsi al servizio dei cittadini. Non scarichiamo una discussione sui costi della politica cominciando dai più deboli. Dobbiamo rimettere al centro anche il tema del numero dei consiglieri regionali e sarebbe una bella pagina politica per questa legislatura”. Segue