Dopo una pausa durata una settimana, un barcone con 347 migranti, tra cui quattro donne, è approdato ieri intorno alle 2.30 nel porto dell'isola scortato dalle motovedette della Guardia Costiera.
L'imbarcazione, lunga una quindicina di metri, era stata avvistata mentre era ancora in acque territoriali tunisine. Un altro sbarco si è registrato invece direttamente terra a Linosa, la più piccola delle isole Pelagie, dove i carabinieri hanno bloccato 22 extracomunitari. Era dal 23 febbraio scorso che non si registravano nuovi arrivi di immigrati, anche a causa delle cattive condizioni del mare che avevano scoraggiato la partenza di barconi dalle coste nordafricane. Gli ultimi arrivati si aggiungono ai circa 210 immigrati ospitati nel centro di accoglienza di Lampedusa.
C'erano anche due giornalisti di una televisione tedesca sul barcone approdato in nottata a Lampedusa con 347 migranti. La troupe ha documentato, con una telecamera digitale, la traversata dalle coste tunisine. I due reporter sono stati fermati dalle forze dell'ordine e, dopo un controllo dei documenti, sono stati rilasciati.
Nel frattempo, la procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati oltre seimila persone per immigrazione clandestina. Si tratta di tutti gli immigrati, per lo più tunisini, approdati a Lampedusa per fuggire alla crisi che sta attraversando tutto il nord Africa. «Siamo costretti a iscrivere tutti nel registro degli indagati», ha confermato il procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale, precisando che la procedura è la stessa seguita, ormai da anni, per tutti gli sbarchi di migranti. L'iscrizione nel registro degli indagati di tutti gli immigrati è dovuta al fatto che «al momento in cui arrivano in Italia non hanno alcuno status di rifugiato politico. Quando e se lo avranno - conclude Di Natale - ci sarà il non luogo a procedere».
La Procura di Agrigento ha anche iscritto nel registro degli indagati il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, per l'ipotesi di reato di istigazione all'odio razziale e abuso di autorità. L'inchiesta è stata aperta dopo l'ordinanza emessa dal primo cittadino per evitare «l'accattonaggio e comportamenti non decorosi» e impone il divieto di utilizzare i luoghi pubblici «come siti di bivacco e deiezione». L'ordinanza è stata fatta dopo le proteste dei lampedusani sul comportamento dei migranti ospitati nel Cie di Lampedusa che sono liberi di girare per le strade del centro abitato. Nel 2009, De Rubeis venne processato dal giudice monocratico di Agrigento, per diffusione di idee che incitano alla superiorità razziale perché in un'intervista pubblicata il 5 settembre 2008 da un quotidiano era scritto che lui aveva affermato: «Non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando è lavata». Il sindaco venne assolto perchè il fatto non sussiste. Non è stato dimostrato che il sindaco in effetti pronunciò quella frase.