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“Mezzogiorno di fuoco Pd”

"La diseguagliana non è motore dello sviluppo. La crisi da caduta di consumi nasce dall'impoverimento del mondo del lavoro e delle classi medie, uno degli aspetti più devastanti della globalizzazione". Massimo D'Alema riscalda i cuori della platea Pd del 'Mezzogiorno di fuoco' del partito al Sud.

"Dal 42% siamo passati al 34%. Abbiamo subito una propaganda anti meridionale che dice che il Sud è sommerso da una valanga di risorse pubbliche dilapidate da un ceto politico sprecone. (...) La verità se guardiamo ai grandi numeri è che dagli anni del centrosinistra ad oggi l'impegno per il Mezzogiorno è caduto di 8 punti del Pil. Non è vero che siamo sommersi di denaro pubblico: riceviamo meno di quello che ci spetterebbe. E anche se questo non assolve gli errori del Mezzogiono, non può essere dimenticato".

"Il Mezzogiorno ha bisogno di virtù anti eroiche, del saper far funzionare le cose ogni giorno, di risolvere i problemi. Il Mezzogiorno è abituato a vivere di entusiasmi ma serve capacità di governo, un'idea della politica fatta di misurazione di risultati, di cultura di governo".

Servirebbe un Governo che unisca le forze migliori del paese, ha detto D'Alema, per il quale il Mezzogiorno resti centrale: "Se pensiamo di stare nel federalismo ciascun pezzettino del Sud per conto suo, seremo tutti sconfitti".

"Una politica meridionalista non può prescindere da una collocazione del problema in Europa. Abbiamo moltissime ragioni per non essere contenti di questa Europa: la prima è che i Governi europei somigliano troppo a quello italiano. Nell'Europa leghista persino Maroni risulta terrone per i tedeschi. E diventa difficile rimproverare la Francia per una circolare uguale a quella del governo italiano. Ha ragione Napolitano nel chiedere più Europa ma il governo italiano non ha le carte in regola per unirsi a questa richiesta". 

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