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Carceri: sdr, Sardegna non pronta ad accogliere detenuti da Opg

“La Sardegna non è ancora pronta ad accogliere i circa 50 detenuti internati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Occorre provvedere al più presto attivando dei progetti di accoglienza per i diversi soggetti. In alcuni casi si tratta di persone che sono internate da oltre 20 anni per oltraggio. Una condizione non più accettabile”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” ricordando che “la Regione avrebbe dovuto accogliere gli internati entro i primi mesi di quest’anno e invece il problema non è stato affrontato adeguatamente anche perché nel frattempo non si è provveduto al passaggio della sanità penitenziaria alle Aziende Sanitarie Locali”.

“Attualmente – sottolinea la presidente di SDR – la maggior parte degli internati (35) si trova a Montelupo Fiorentino, 3 o 4 donne a Castiglione delle Stiviere e i restanti divisi tra Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto. Il Ministero della Giustizia non sembra più disposto ad aspettare anche perché le condizioni di vita evidenziate dalle visite ispettive dimostrano l’urgenza di affrontare in modo positivo il problema”.

“L’idea di concentrare i detenuti con disturbi psichiatrici nel carcere di Tempio Pausania non appare percorribile per l’ovvia ragione che non si tratta di offrire semplicemente posti letto in un carcere. E’ quindi urgente promuovere iniziative idonee – rileva Caligaris – utilizzando i finanziamenti ministeriali. E’ fondamentale per esempio attivare subito corsi di formazione per i personale e incentivare il numero degli operatori penitenziari come medici, infermieri, psichiatri, psicologi e ovviamente agenti di polizia penitenziaria in modo tale che si studino e si preparino i percorsi più idonei in risposta ai problemi di ciascun cittadino privato della libertà considerata soprattutto la gravità del disturbo da cui è affetto”.

“La Sardegna insomma – conclude la responsabile regionale di SDR – corre ancora una volta il rischio di essere l’ultima a risolvere questioni di natura sanitaria garantendo i diritti”.