La sesta commissione (Industria), presieduta da Alberto Randazzo (Pdl), ha sentito in audizione l’Assessore del Lavoro Franco Manca sul Dl 221 (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013-parte seconda).
In apertura l’Assessore ha spiegato i cambiamenti del quadro legislativo intervenuti dopo l’entrata in vigore del Dl 221 (che è del novembre 2010), sia rispetto alla legge finanziaria che per quanto riguarda il piano straordinario del lavoro.
Per effetto del piano, in particolare, nel collegato sono stati inserite importanti misure : contenimento della disoccupazione, progetti integrati di orientamento al lavoro, alta formazione, sostegno all’occupazione, inclusione sociale, miglioramento della competitività del sistema, contrasto al fenomeno della dispersione scolastica, lotta alla povertà, potenziamento dei servizi per il lavoro. “Questo insieme di azioni-ha dichiarato l’Assessore Manca-fa parte di un unicum che comprende anche il piano pluriennale dei servizi e, con una dotazione finanziaria complessiva di 584 milioni di euro articolata in 50 schede-progetto, accorpa tutti gli interventi dell’amministrazione regionale previsti nel periodo 2011-2014 per fronteggiare la crisi economica.”
L’obiettivo strategico che si intende raggiungere-ha proseguito Manca-è quello di dare vita ad un nuovo sistema di servizi per il lavoro che, attraverso la mobilitazione di tutti i soggetti pubblici presenti sui territori, a cominciare dalle Province, consenta di raggiungere il numero più elevato possibile di destinatari degli interventi e di accelerare la spesa portandola “a tempi civili e compatibili con le esigenze del mercato.”
Su quest’ultimo problema l’Assessore si è dichiarato moderatamente ottimista, precisando di aver già colto alcuni “segnali” di miglioramento, anche se non ha nascosto le tante difficoltà legate all’efficienza della “rete” istituzionale chiamata a gestire concretamente un profondo processo di cambiamento. In proposito, ha citato la situazione di stallo nei rapporti con le Province che, nel 2010, non hanno utilizzato ben 20 milioni di euro che dovevano essere impiegati nella formazione professionale.
Resta da definire inoltre la questione complessa degli operatori dei centri servizi per il lavoro (sono circa 350 in tutto il territorio regionale distribuiti nelle 8 province), ancora non stabilizzati, nonostante lo preveda una legge regionale del 2009 e, in alcuni casi, si tratti di persone che prestano servizio da una decina d’anni. “Il problema non è facile-ha affermato l’Assessore Manca-perché è di fatto impossibile ipotizzare un ingresso preferenziale di questi lavoratori nelle piante organiche escludendo i concorsi; ripetuti tentativi in tal senso previsti da diverse leggi finanziarie sono stati censurati dal governo nazionale o, in seconda battuta, dalla corte costituzionale.
Recentemente ho fatto una proposta alle province che non l’hanno accolta, senza però indicare una via d’uscita. Ritengo comunque che non ci sia alternativa alla costituzione di una organizzazione pubblica comune che sia finalmente capace di recuperare efficienza ed assegnare ai servizi per il lavoro l’importanza che meritano nella nostra società.”
Al termine della relazione dell’Assessore sono intervenuti l’On. Marco Meloni del Pd, Paolo Dessì del Psd’Az, Pietrino Fois dei Riformatori sardi e Renato Lai del Pdl, sia per chiedere chiarimenti sui alcuni temi specifici toccati dall’Assessore che per sollecitare provvedimenti concreti che garantiscano la spesa rapida, efficace ed efficiente delle risorse disponibili. Red