«È in atto un tentativo di smantellamento del sistema dell’istruzione in Sardegna». È l’allarme lanciato dall’assessore provinciale dell’Istruzione, Rosario Musmeci, dopo aver saputo dai dirigenti scolastici che «il Ministero ha comunicato la propria volontà di non autorizzare, a partire dal prossimo anno scolastico, l’attivazione del tempo pieno per le prime classi delle lementari in Sardegna», denuncia Musmeci. «Se questa informazione venisse confermata – aggiunge l’assessore – siamo all’avvio di un processo che nel volgere di pochi anni cancellerebbe l’offerta del tempo pieno nella scuola sarda».
Il “pianeta scuola” del Nord Ovest Sardegna ha reagito immediatamente e si è appellato alla Provincia, che «dopo aver verificato la puntualità di questa gravissima notizia, manifestiamo la nostra perentoria ostilità per un provvedimento assolutamente intollerabile, per i suoi effetti immediati e ancor più per quelli di lungo periodo», dice il presidente della Provincia, Alessandra Giudici. «Si sta predisponendo il sistema scolastico isolano affinché non possa più garantire l’attuale offerta didattica – prosegue il presidente – che non solo andrebbe assicurata, ma implementata sia sul piano qualitativo che quantitativo».
Secondo la Provincia di Sassari, la comunicazione con cui si annuncia il taglio del tempo pieno a partire dalle prime classi del prossimo anno «va contro le norme vigenti, che prevedono il mantenimento della dimensione dell’offerta educativa e didattica», sostiene Rosario Musmeci. Ma «si tratta di una incredibile retromarcia anche rispetto a quanto assicurato anche di recente da Giovanni Biondi, il capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione», prosegue l’assessore. Quanto sta accadendo ha una sola spiegazione. «Inizia dalla Sardegna il taglio, già programmato e calcolato nell’arco del prossimo triennio, di risorse per il settore dell’istruzione in Italia», afferma Alessandra Giudici, secondo la quale «su questo argomento ci siamo confrontati anche con l’assessore regionale, Sergio Milia, perché occorre da parte di tutta la Sardegna una posizione unitaria, chiara e netta». Red