“L’introduzione delle Stu (società di trasformazione urbana) nell’ordinamento regionale è particolarmente importante perchè aprirà la strada a nuove forme di partenariato pubblico-privato in una fase storica che, anche per effetto del federalismo fiscale, sarà caratterizzata da una costante riduzione del budget degli enti pubblici per la realizzazione di grandi opere”.
Lo ha dichiarato Pierpaolo Vargiu, illustrando in una conferenza stampa la proposta di legge dei Riformatori sardi che, proprio attraverso lo strumento delle Stu, ha l’obiettivo di rilanciare “le politiche di riqualificazione e di risanamento urbanistico e territoriale”.
Queste società-ha proseguito Vargiu-mostrano oggi, rispetto ad altri strumenti come il project financing, una capacità molto maggiore di garantire il corretto equilibrio fra interessi pubblici e privati: “Da una parte le istituzioni mantengono la “regia” delle operazioni, individuando le aree urbane in cui occorre intervenire, assegnando ad esse una precisa destinazione e finanziando la fase di avvio in cui si procede alla progettazione ed agli studi di fattibilità economico-finanziaria. Dall’altra, i privati hanno la garanzia di operare in un contesto normativamente chiaro con elevate potenzialità di assicurare utili di impresa e di esercizio”.
“Siamo consapevoli - ha concluso il capogruppo dei Riformatori sardi - dei tempi tecnici, spesso eccessivamente lunghi, richiesti per l’approvazione di una legge. Per questo pensiamo di riformulare i contenuti principali della proposta in una diversa forma per poi inserirli in un’altra legge o provvedimento di settore”.
Michele Cossa si è invece soffermato sulle differenze fra le Stu ed altri strumenti normativi come il project financing. “L’esperienza-a suo giudizio-ha dimostrato che il project financing si è rivelato un intervento piuttosto sbilanciato a favore dell’interesse privato rispetto a quello pubblico, oltre che troppo complesso e con poche garanzie effettive nei confronti del promotore. Il ricorso alle Stu risolve questi problemi ed appare particolarmente adatto ad interventi innovativi come l’housing sociale, la ricettività alberghiera di fascia alta o la riqualificazione di beni mobili e immobili di proprietà pubblica oggetto di dismissione o trasferiti da una amministrazione centrale ad una territoriale.”
Riprendendo il tema del confronto fra Stu e project financing, Franco Meloni ha osservato che “nel tempo, di fatto il project financing si è trasformato in una forma di indebitamento degli enti pubblici. Le Stu, da questo punto di vista, hanno una storia molto diversa già dai primi anni 2000 e, nelle applicazioni più recenti ed avanzate, segnano proprio il superamento del project financing”.
Anche sul piano prettamente finanziario, secondo l’opinione dei Riformatori sardi, la scelta delle Stu rappresenta una grossa opportunità per le istituzioni pubbliche. Ad esse, infatti, fanno riferimento due importanti fondi europei del periodo 2007-2013: il Jessica (Supporto per gli investimenti sostenibili nelle aree urbane), finanziato direttamente dalle Bei (Banca europea per gli investimenti), e l’Fsu (Fondo di sviluppo urbano). Entrambi assegnano precise priorità alle azioni di partenariato realizzate da soggetti pubblici e privati. Red