Tremenda tragediaquest'oggi in mare. Molti migranti hanno perso la vita dopo che la loro precaria barca è affondata. E dopo alcune ore sono cominciati a comparire i primi cadaveri. Infatti, un primo cadavere è stato avvistato nella mattinata. E poi un altro e poi un altro. Secondo alcuni testimoni anche quelli di donne e bambini. L'elicottero della Capitaneria di porto ne ha avvistati venti (che non sono ancora stati recuperati). Sono i primi corpi delle oltre 200 persone disperse che viaggiavano a bordo di un barcone di 13 metri con almeno trecento nordafricani che si è ribaltato la notte scorsa a ad una quarantina di miglia a sud-ovest di Lampedusa a causa delle cattive condizioni del mare. Le operazioni di soccorso sono coordinate dalle autorità maltesi: l'area Sar in cui è avvenuto il naufragio è di competenza de La Valletta.
Le testimonianze dei superstiti sono agghiaccianti. «La barca si è capovolta e tanti sono caduti in acqua tra cui la mia fidanzata e un mio amico. Siamo partiti dalla Libia. Due notti in viaggio» ha raccontato un migrante che ha detto di chiamarsi Peter Hugo, di avere 29 anni e di essere del Camerun. «Pochi sono sopravvissuti», ha aggiunto il giovane spiegando di aver pagato 400 dollari per questo viaggio. «Con me tanta gente, tra cui tre bambini e molte donne».
Nell'area del Canale di Sicilia, dove si è verificato il naufragio del barcone ci sono onde alte tre metri. Le condizioni meteo sono abbastanza proibitive e le previsioni danno calma di vento solo a partire da giovedì. Attualmente il mare è forza 6 e spira un vento di Maestrale a oltre 30 nodi. L'unità aveva chiesto soccorso tramite telefono satellitare durante la notte alle autorità maltesi e, su richiesta di queste, erano partite da Lampedusa due motovedette delle Capitanerie di porto e un elicottero della Guardia di finanza. Giunta sul posto alle 04:00 circa la prima delle motovedette ha intercettato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. Il mare molto agitato e la concitazione a bordo del barcone hanno reso vano ogni tentativo di trarre in salvo i migranti finiti in acqua. Il buio e le avverse condizioni meteo rendono difficili le operazioni di ricerca dei naufraghi, che stanno impegnando le stesse motovedette e un peschereccio dirottato sul posto dalle Capitanerie di porto. «Temiamo che molte persone possano essere morte»: così ha risposto all'ANSA una fonte contattata a Lampedusa. Dalla Guardia costiera arriva, invece, un filo di speranza. «Sono passate ancora poche ore dal naufragio - dice un operatore - per considerare perse tutte le speranze».
Il barcone sembrerebbe essere partito dalla Libia. Alla Capitaneria di porto di Lampedusa questa ipotesi viene data «al 90 per cento», anche sulla base della posizione in cui è avvenuta la tragedia, il tratto di mare tra Malta e Lampedusa. Si tratta di una rotta battuta dalle imbarcazioni provenienti dalle coste libiche rispetto a quella più a ovest seguita dai barconi partiti dalle coste tunisine. La conferma la potranno dare solo i 47 superstiti che stanno per giungere a Lampedusa a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera.
La notte scorsa a Lampedusa sono arrivati 354 immigrati, tra tunisini, eritrei, ganesi, somali ed etiopi. Sul fronte dei trasferimento, invece, in 400 hanno lasciato l'isola tra ponti aerei e navi. Al momento sono ancora presenti circa 1500 extracomunitari, tra i quali 172 minori.