Raccontare il ruolo funzionale e simbolico dell’architettura “istituzionale” del nascente Stato unitario italiano. È l’idea che ha ispirato “Architettare l’Unità”, la mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Ordine degli Architetti di Roma, organizzata dall’Unità tecnica di missione per le celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia di palazzo Chigi e curata da Fabio Mangone e Maria Grazia Tampieri.
La mostra – che aprirà i battenti oggi, mercoledì 27 aprile, e resterà aperta sino al prossimo 25 maggio – sarà ospitata alla Casa dell’Architettura, all’interno dell’Acquario Romano di Roma. Si tratta di un percorso dedicato alla costruzione dello spazio pubblico dal 1861 al 1911 attraverso diciotto casi di edifici esemplari su tutto il territorio nazionale. Da Torino, prima capitale del Regno, a Firenze, che le successe, da Roma, terza e ultima capitale dell’Italia Unita, a Milano, passando per Napoli, Bari, Perugia, Bologna, Campobasso, Padova, Cuneo, Calatafimi, Vergato e Santa Maria Capua Vetere. E tra queste Sassari, col suo palazzo del Governo, in piazza d’Italia, comunemente conosciuto come palazzo della Provincia di Sassari.
«La mostra si propone di presentare attraverso bozzetti originali, disegni decorativi, immagini d’epoca, plastici e modelli un modo “istituzionale” di fare architettura», come spiegano gli organizzatori. Vengono proposti diciotto esempi emblematici delle architetture costruite nella prima fase dell’Unità, così da mettere al centro dell’attenzione alcuni specifici temi che riguardano da un lato la costruzione dell’immagine del nuovo Stato nazionale, dall’altro la costruzione e la salvaguardia delle identità tradizionali. I curatori Fabio Mangone e Maria Grazia Tampieri hanno individuato diciotto opere emblematiche, varie nella tipologia e variamente dislocate, note e meno note, così da coprire un ambito tematico, geografico e cronologico più ampio. Per un verso, la mostra riflette infatti sul ruolo dell’architettura “istituzionale” nei suoi variegati aspetti, per l’altro valorizza un importante patrimonio architettonico nazionale, quello dell’Ottocento post-unitario, spesso trascurato sebbene contribuisca consistentemente all’immagine delle città italiane e comprenda episodi di notevole interesse.
Intorno a ciascun edificio, la mostra propone una finestra tematica nella quale il monumento scelto a emblema tipologico diventa stimolo per approfondire ciò che di analogo avviene nell’Italia post unitaria. Così i lavori di costruzione del palazzo del Governo a Sassari, tra il 1872 e il 1878, diventano il pretesto per riflettere sul tema “I palazzi pubblici e lo spazio urbano” in Italia. Ne emerge un quadro davvero vitale dell’architettura in Italia tra Unità e fine secolo, architettura della quale è esempio non minore la sede stessa della mostra, la Casa dell’Architettura/Acquario Romano, in piazza Fanti. La mostra si avvale di strumenti di diverso tipo: documenti iconografici d’epoca reperiti in vari contesti italiani, antiche fotografie e soprattutto disegni originali concessi da una ventina di collezioni pubbliche e private italiane, oltre ai rilievi fotografici attuali eseguiti per la mostra e ai plastici di una ventina di edifici particolarmente significativi. Red-com