In relazione all'ultimo articolo apparso in data 8 maggio sul quotidiano La Nuova Sardegna, l'Azienda sanitaria locale di Sassari ritiene opportune alcune precisazioni.
L'Asl in particolare fa presente che, a differenza di quanto viene riportato, non ha negato gli stipendi ai lavoratori. Le somme pignorate sono oggetto di un procedimento di esecuzione e sulla loro assegnazione deciderà esclusivamente il giudice, non l'Azienda sanitaria.
«All'udienza del 4 maggio poi - spiega l'avvocato Tullio Cuccaru che ha ricevuto l'incarico dall'Asl di occuparsi della vicenda - l'Azienda sanitaria sassarese ha dichiarato di essere stata ufficialmente portata a conoscenza dell'esistenza della procedura di concordato preventivo, senza svolgere alcuna attività difensiva, anche perché non interessata né tenuta a farlo. Doverosamente si è dovuto rilevare che la dichiarazione di terzo pignorato, già resa in precedenza, doveva essere valutata dal giudice alla luce delle novità che nel frattempo erano intervenute, cioè la pendenza del concordato preventivo».
La legge, infatti, stabilisce che dalla data di presentazione del ricorso per il concordato preventivo i creditori per titolo o causa anteriore al decreto, fra cui i lavoratori, non possono iniziare o proseguire azioni esecutive sul patrimonio del debitore. La situazione, evidentemente, impone le dovute cautele, essendo l'Azienda Sanitaria, a sua volta, debitrice della Polsarda e, quindi, del concordato.
«L'Azienda inoltre - aggiunge ancora l'avvocato Tullio Cuccaru - in quell'occasione non ha proposto alcuna opposizione né ha chiesto il congelamento delle somme. Ciò risulta chiaramente nel verbale di udienza. In conclusione, si fa presente che sulla destinazione delle somme pignorate deciderà soltanto il giudice e non la Asl». Red-com