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Centrosinistra sul blocco del progetto per il campus di Cagliari e sulla mancata realizzazione del Piano straordinario per la residenzialità universitaria

La vicenda della realizzazione del campus universitario di Cagliari, nell’area dell’Ex Semoleria di viale La Playa già acquisita dall’Ersu, resta un progetto strutturale per la città e fondamentale per lo sviluppo dei servizi dell’ateneo, oggi insufficienti. Lo ribadiscono i gruppi del centrosinistra in Consiglio regionale che, in una conferenza stampa, hanno rilanciato le ragioni della mozione 127, primo firmatario il capogruppo Idv Adriano Salis.

“E’ 13 anni che, a periodi alterni, il tema del campus viene ripreso, abbandonato e rilanciato. Per noi – ha spiegato Salis – è assolutamente necessario alla luce delle precise richieste del mondo degli studenti”. Secondo l’esponente dell’Italia dei Valori è scandaloso che tutto sia fermo quando, a suo tempo, tutti erano in sintonia per rivitalizzare una zona importante della città potendo godere dei finanziamenti stanziati dalla Giunta regionale di Renato Soru. Invece, ha proseguito, nonostante sia un progetto strategico, si è voluto parlare di “campus diffuso” o di altre cose “che alimentano rischi di speculazione”. Ricordando che erano stati tolti 20 degli 84 milioni disponibili, il capogruppo Idv ha attaccato la Giunta di Ugo Cappellacci “per aver regalato 6 milioni per il campus religioso”.

Secondo Massimo Zedda (Sel-Comunisti-Indipendentistas), già dalla fine degli anni Novanta era emerso il problema della carenza di alloggi nella casa dello studente per coloro che ne avrebbero avuto diritto e titolo. Ma nulla di concreto si fece, ad esempio, per istituzionalizzare un contratto-tipo sugli affitti, calmierando i prezzi con eventuali incentivi ai proprietari di case per evitare le locazioni in nero. Attualmente l’Ersu si trova costretta a respingere almeno 650 domande. Bocciando l’idea del campus diffuso perché è un “nonsenso”, Zedda ha ricordato che la scelta della zona di viale La Playa era stata lungimirante perché ben servita dai trasporti pubblici. Purtroppo, ha concluso, si è persa un’occasione poiché nel 2009 non fu ratificato l’accordo di programma sottoscritto l’anno precedente dalla Regione e dal Comune senza dare vita a progetti alternativi.

In quel Consiglio comunale, ha aggiunto Marco Espa (Pd), il voto contrario della maggioranza di centrodestra “fu esclusivamente figlio di una strumentalizzazione politica” e fu “una pagina funesta” perché i fondi c’erano, anche per dare lavoro a 1200 persone in un progetto di più generale riqualificazione cittadina. L’esponente del Partito Democratico ha detto che, essendo l’area di proprietà dell’Ersu, l’opera pubblica va fatta, riutilizzando lo strumento dell’accordo di programma e “superando l’inerzia della Giunta Cappellacci”.

Salis ha commentato l’ipotesi della residenzialità diffusa ritenendola secondaria: “Prima il campus, un progetto moderno, funzionale e nel rispetto della legge; poi, se qualcuno vuole investire sul recupero del centro storico per fare residenze universitarie lo faccia pure”.

Infine, il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, Luciano Uras, ha detto: “Il campus era uno dei tasselli per il rilancio del ruolo dell’Università in Sardegna, fondamentale per tutto il sistema economico”. Per questo motivo, ha concluso, la Regione mette soldi per farle restare in prima fascia, una distinzione che viene fatta anche in base ai servizi che offrono e alla loro disponibilità patrimoniale.

Con la mozione, l’opposizione sollecita il presidente della Giunta Ugo Cappellacci e gli assessori al Bilancio e alla Pubblica Istruzione, Giorgio La Spisa e Sergio Milia, a “dare immediata e completa attuazione al Piano straordinario per la residenzialità universitaria e l’ospitalità nella città di Cagliari” e, in base alla legge 3/2009, a “dotare l’Ersu di Cagliari, entro il termine stabilito di 60 mesi, dei 1826 posti letto ivi previsti”.

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