Press "Enter" to skip to content

“La fine dell’intervento in Libia sarà discussa con gli alleati”

L'aula della Camera vota la mozione della maggioranza, ricompattata, sulla crisi libica, ma anche (per un gioco di astensioni incrociate) quella di Pd e Terzo polo, mentre boccia la mozione 'no war' dell'Idv. Ma il dibattito non finisce con il voto e molti già guardano all'impegno di domani quando il presidente del Consiglio incontrerà il segretario di stato Usa, Hillary Clinton. Mentre Bossi esulta per il sì dell'aula: "La Lega ha vinto, perché ce l'ha sempre duro". Poi mette una pietra sopra al clima di polemiche in maggioranza: "Con Berlusconi siamo sempre amici, abbiamo anche questa volta trovato la quadra".

Nel dettaglio, a favore della mozione Pd hanno votato 260 deputati, mentre 21 sono stati i no. Si sono invece astenuti 316 esponenti della maggioranza. Sul testo il governo si era rimesso al voto dell'Aula.

A favore della mozione del Terzo Polo hanno votato 265 deputati mentre 45 sono stati i no e 291 gli astenuti. Anche su questo testo il governo si era rimesso al voto dell'Aula e la maggioranza si è astenuta.

Bocciata invece la mozione dell'Italia dei valori, che aveva avuto parere contrario del governo. Solo 20 i si e 381 i no.

E' stata approvata per ultima la mozione della maggioranza (Lega-Pdl-Responsabili) con 309 si, 294 no e due astenuti.

 "Il governo si rimette all'Aula per le mozioni del Pd e del Terzo polo. Esprime
parere negativo sulla mozione presentata dall'Italia dei Valori e parere positivo sulla mozione a firma Reguzzoni". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo in Aula alla Camera sulla crisi libica. Frattini ha espresso inoltre parere negativo sull'unico ordine del giorno presentato. "E' assolutamente evidente - ha spiegato il ministro - che la data esatta entro cui proporrà agli alleati di concludere le operazioni militari è il risultato di un confronto con le organizzazioni internazionali, come espresso dalla mozione Reguzzoni.

 "Non è oggi da parte mia possibile dire in quest'Aula quale sarà la data" della fine della missione militare italiana in Libia. "Non è oggi da parte mia possibile dire in quest'Aula quale sarà questa data - ha aggiunto il ministro - perché ovviamente verrei meno all'impegno che le stesse mozioni mi chiedono".

L'Italia ha un "interesse nazionale" rispetto alla "fase irreversibile di evoluzione nel Mediterraneo";  di evoluzione nel Mediterraneo"; un interesse nazionale che "per la Libia è ancora più evidente", ha detto Frattini.

 "E' nostro interesse essere protagonisti per la costruzione del presente e del futuro della Libia e del Mediterraneo: per decidere e non solo per subire, se fossimo emarginati, le strategie per il contrasto" dei flussi migratori, ha spiegato.

Frattini ha spiegato che l'Italia si trova "davanti ad una scelta obbligata che corrisponde non solo a doveri storici e morali, ma anche a specifici nostri interessi nazionali"; questo ultimi si sostanziano "nella consolidazione della presenza delle imprese italiane, che non possiamo far assorbire da altri Paesi".
E, puntualizzando che l'Italia "ha risposto all'appello di Nato, Ue e Onu", Frattini ha aggiunto che "sono state ascoltate le parole del Cnt che ci ha affidato le donne e i bambini sotto il tiro dei mercenari del regime. Non potevamo girarci dall'altra parte. L'azione della Nato - ha proseguito il ministro degli Esteri - ha evitato una carneficina e Misurata e Bengasi sarebbero state ridotte ad un cumulo di macerie se l'aviazione del regime non fosse stata fermata in tempo".

"L'Italia metterà a disposizione aerei e navi per evacuare i feriti gravi dalla Libia", ha detto il ministro degli Esteri. Frattini ha anche detto che l'Italia, per quanto riguarda il modo in cui ha seguito la vicenda libica "è salita sul podio dell'Europa e del mondo". E questo, ha aggiunto, sarà anche "un elemento chiave per la sicurezza del Paese".