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Il dittatore libico dato per morto riappare in Tv

Muammar Gheddafi sarebbe ancora vivo. Al momento non esistono prove del contrario e cioè che si rimasto ucciso nel bombardamento della Nato dell’altra notte. Infatti, ieri, la televisione di Stato libica ha diffuso le immagini del dittatore impegnato in una riunione con alcuni capi tribali in un hotel della capitale: la televisione ha riferito che le immagini sono state girate intorno alle 19.30, ma non vi è alcuna conferma indipendente in proposito.

L'emittente ha mostrato il colonnello, che indossa occhiali da sole neri, mentre saluta i capi tribù ed ha un colloquio con loro. Si tratta delle prime immagini del colonnello diffuse dai media ufficiali libici dal 30 aprile, quando un'incursione aerea della Nato aveva distrutto la casa di uno dei figli del colonnello, Seif al Arab, ucciso nell'attacco assieme a tre nipoti del rais. Il governo di Tripoli aveva denunciato «un'operazione per assassinare» Gheddafi, che secondo il regime, sarebbe uscito indenne dall'incursione.

Nel frattempo, il primo carico di aiuti Usa «non letali», destinato ai ribelli libici che combattono contro le truppe fedeli al Colonnello, è arrivato a Bengasi, la roccaforte dei combattenti dell'opposizione nell'est della Libia. Lo ha annunciato ieri sera il dipartimento di Stato. Gli aiuti sono arrivati martedì e «consistono in oltre 10.000 pasti precotti, equivalenti a razioni militari», messi insieme dagli stock del ministero della Difesa, ha precisato Mark Toner, portavoce del dipartimento di Stato. Si tratta della prima consegna di aiuti Usa, dopo la decisione di Washington di assistere i ribelli e «proteggere i civili e le zone popolate di civili minacciate da attacchi».

«Altre forniture sono in viaggio, fra cui materiale medico, uniformi, tende», tutte provenienti da riserve militari americane, ha aggiunto Toner. «Continuiamo a lavorare con il Consiglio di transizione libico per determinare quali necessità di aiuti supplementari potremmo fornire nelle prossime settimane», ha aggiunto il portavoce.