La seduta si apre sotto la presidenza del vice Presidente On. Michele Cossa e, dopo una breve sospensione, sotto la presidenza della Presidente Claudia Lombardo.
L’assemblea passa quindi all’esame degli emendamenti all’art. 27 del collegato, approvando all’unanimità il n° 70 ed il n° 316 (aumento delle risorse per i Centri regionali di formazione e loro collocazione nell’esercizio finanziario successivo a quello di avvio dei corsi).
Sull’emendamento 157 (riconoscimento di una indennità al presidente ed ai vice presidenti della commissione regionale pari opportunità), il primo firmatario Giacomo Sanna ribadisce il suo voto favorevole, “perché fra l’altro si tratta di una equiparazione con la disciplina sulla materia applicata in tutte le province. Non solo, la commissione regionale ha evidenti problemi di funzionamento, perché le persone che ne fanno parte sono costrette a prendersi giornate di ferie per partecipare alle riunioni. Questa è una anomalia vergognosa che deve essere sanata.”
Per Gian Valerio Sanna, del Pd, la scarsa presenza dell’equilibrio di genere provoca distrazione. Annuncia il voto favorevole, ricordando che nel collegato si sono finanziate altre commissioni ed altri comitati, anche l’osservatorio che controlla lo spostamento del sole durante la giornata, senza fare alcuna distinzione. Un conto sono i costi della politica, altro i costi della democrazia.”
Favorevole anche Francesca Barracciu del Pd, Giacomo Sanna, ha detto, “ha ragione a sottolineare l’importanza della democrazia paritaria e dell’equilibrio di genere. Questo però stride con le scelte della giunta regionale, più volte contestata proprio per aver violato l’equilibrio di genere. Questa responsabilità va attribuita per intero al Presidente della regione ed alla maggioranza. Auspica sentenza favorevole del Tar Sardegna per il prossimo 29 giugno.”
L’adesione all’emendamento del gruppo Idv è stata espressa da Adriano Salis, “anche perché si colma un grave ritardo della regione, ritardo accentuato dalla presenza di una giunta regionale di soli uomini. Saluta con favore la scelta di Zedda di comporre la giunta comunale di Cagliari, per il 60%, di donne. L’emendamento sulla commissione pari opportunità va nella stessa direzione.”
Giulio Steri (Udc-Fli) ha ricordato che “in commissione si sono confrontate due posizioni: una che prevedeva una indennità di carica di 3000 euro al presidente e di 1000 ai vice presidenti della commissione; poi c’è stato l’emendamento che introduceva un gettone di presenza di 150 euro per tutti, poi infine uno di sintesi”. L’orientamento è stato negativo per indennità, ha precisato, “mentre sulla questione dell’aspettativa da rivolgere alle amministrazioni statali occorreva stipulare precisi accordi. Se poi l’aula dovesse modificare il parere espresso in commissione, si può tornare indietro.”
Per i Riformatori sardi Attilio Dedoni ha annunciato il voto favorevole a titolo personale, chiarendo di “non condividere la decisione di stabilire quote rosa con automatismi discutibili. Qui la questione è diversa, alcune commissioni non funzionano solo perché non c’è il gettone di presenza e la possibilità di avere l’aspettativa per esercitare quella funzione. Si può discutere sulle cifre, ma la commissione deve poter lavorare.”
Nel suo intervento, l’Assessore del Bilancio La Spisa ripercorre brevemente il dibattito della commissione, “dove si è considerata l’importanza del ruolo di questo organismo e la disparità di trattamento per ciò che concerne i permessi per esercitare la funzione”. Conferma l’invito al ritiro per aprire la strada ad un emendamento di sintesi in grado di rimuovere le disparità ma senza incidenza finanziaria.
Giuseppe Cuccu (Pd) è invece necessaria “una riflessione seria sui costi della democrazia, abbandonando la demagogia degli ultimi anni. Se riteniamo sia importante la commissione pari opportunità dobbiamo essere conseguenti e farla funzionare”. Non va dimenticata, a suo avviso, la situazione di tanti “amministratori comunali, con indennità che non consentono nemmeno di pagare bollette del telefonino nonostante abbiano responsabilità enormi”.
Accanto alle questioni finanziarie, secondo Nanni Campus (Pdl) “occorre valutare anche questioni di opportunità. La commissione ha votato all’unanimità un documento, in cui si parla di riconoscimento del tempo da dedicarvi, delle assenze dal lavoro e del gettone di presenza. Non si parla di indennità per il presidente ed il vice presidente e quindi l’emendamento potrebbe apparire fuori luogo, mettendo a disagio la stessa commissione”.
Fortemente critica, per il gruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas, Claudia Zoncheddu, che ha definito l’emendamento una “regalia”, ed annuncia il voto contrario, “contrario anche alla fiera dell’ipocrisia da parte di chi nega in tanti altri contesti la parità di genere. L’emendamento è un tentativo di continuare a ghettizzare e discriminare le donne.”
Ragionare per stereotipi fa male alla classe politica, ha detto lPaolo Maninchedda (Psd’Az.) perché non si può gettare discredito su tutta l’aula dicendo che il collegato è pieno di marchette, cosa che non è l’aula per il tribunale dei minori di Oristano e i fondi che consentiranno alle università sarde di non aumentare ulteriormente le tasse. Ci sono luoghi della partecipazione democratica che devono essere garantiti: la commissione pari opportunità è uno di questi”. Si sospenda, ha chiesto infine, “ragionando sul merito: si può discutere su indennità o gettone, ma senza usare toni sono fuori luogo”.
Chicco Porcu (Pd), dal canto suo, annuncia voto favorevole pur non ritenendosi un “marchettologo”. L’emendamento, spiega, “vuole risolvere non solo un tema di democrazia, ma stimolare le potenzialità di crescita economica in una società autenticamente plurale”.
Nel formulare l’auspicio di riprendere in mano la legge istitutiva della commissione, Giampaolo Diana (Pd), ha definito l’emendamento “coraggioso, che va controcorrente rispetto ad una certa tendenza populista. I cittadini devono partecipare al governo del paese in tante forme, dai partiti agli organismi istituzionali dove l’accesso deve essere garantito anche a chi non ha possibilità economiche”. Chiede poi il voto segreto sull’emendamento 6
Giacomo Sanna, Psd’Az, chiede sospensione della discussione e lo spostamento dell’emendamento all’articolo 28 bis del collegato.
La Presidente Lombardo ricorda che, essendoci ancora molti iscritti a parlare, si valuterà in un secondo momento se rinviare il dibattito o procedere alla votazione dell’emendamento.
Alessandra Sedda (Pdl) afferma di aver scelto di intervenire “ma non senza disagio. intervenire. Il problema esiste davvero perché la commissione, nominata dal consiglio, garantisce una forma di partecipazione diretta alla vita democratica. Parlare estemporaneamente di cose economiche è fastidioso, la questione vera è che non c’è la giustificazione presso i datori di lavoro. Rimuovere questo ostacolo è stato un obiettivo condiviso dalla commissione”.
“Non siamo di fronte ad un grande emendamento, per l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) che sta dentro un articolato che comincia ad essere pesante anche sotto il profilo finanziario. Il problema della presenza femminile nelle istituzioni è complesso e non può essere affrontato in questa sede e con il riconoscimento di indennità o gettoni. Però se centro sinistra ha deciso di votare così non farò mancare il mio voto”.
Per Nello Cappai, (Udc-Fli), l’On. Giacomo Sanna “ha fatto bene a sollevare la questione, certamente importante per l’amministrazione regionale”. Ma dichiara volto contrario, “non perché contrario alla rappresentanza di genere ma perché, rispetto a quanto la giunta propone, il tema va approfondito, possibilmente con una sospensione.”
Fortemente critico su certi atteggiamenti esteriori “eccessivi” l’On. Giorgio Oppi, che in apertura ha ricordato che “nella passata legislatura alcune donne chiedevano quote rosa con comportamenti piuttosto discutibili”. A suo avviso ci sono “troppi moralizzatori in giro, che tacciono di fronte a situazioni di doppie indennità, bisogna cominciare ad essere seri”. Sui gettoni di presenza, infine, si è detto d’accordo, purchè si vigili su alcune gravissime distorsioni come l’abuso dei rimborsi chilometrici.
Su quest’ultimo punto, la Presidente Lombardo ha chiarito che, con una recente delibera, l’ufficio di presidenza del consiglio ha modificato la norma, precisando che il riferimento deve essere quello della residenza e non del domicilio.
Antonio Solinas (Pd) ha sottolineato “la necessità di uno sforzo per riconoscere l’importanza della commissione pari opportunità, “che però di fatto non può funzionare per l’impossibilità di avere i permessi dai datori di lavoro”. Annuncia voto favorevole, “altrimenti si abbia il coraggio di sciogliere la commissione”.
Ha manifestato alcune riserve, da parte sua, Roberto Capelli (Misto), secondo il quale “non si sta rendendo un servizio alla rappresentanza di genere, che non può essere ridotta ad una scelta sui gettoni di presenza. E’ poi imbarazzante che i consiglieri regionali debbano decidere quale deve essere il compenso di altri organismi della regione, è la politica per prima che deve dare l’esempio”. Annuncia infine l’astensione.
Silvestro Ladu, del Pdl, invita al ritiro dell’emendamento, “di cui è un po’ difficile parlare”. La stessa commissione, sintetizza, ha formulato “richieste precise che vanno tenute in considerazione. No alle indennità solo per presidente e vice presidenti, che creano disparità di trattamento con gli altri componenti. Il problema, comunque, va affrontato”.
Giacomo Sanna annuncia il ritiro l’emendamento.
In discussione poi l’emendamento 69 della Giunta regionale che riguarda l’articolo 4 della legge Finanziaria 2011, in particolare nella parte relativa alle opere immediatamente cantierabili. L’emendamento modifica il termine previsto per l’indizione delle procedure di affidamento dei lavori ammessi al finanziamento, fissato per il 31 maggio 2011, con il termine dei 45 giorni dalla data di pubblicazione della graduatoria.
Per le dichiarazioni di voto si sono espressi contro l’emendamento i consiglieri Gian Valerio Sanna (Pd) e Luciano Uras (capogruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas). Uras ha voluto sottolineare che la norma originaria aveva l’obiettivo di dare un’accelerata alla realizzazione delle opere immediatamente cantierabili, mentre “con questo emendamento non si fa altro che ritardare i termini e quindi la realizzazione”. Per il capogruppo in questo modo “si continuerà ad accumulare residui, ritardi e inefficienze, rendendo inutile la macchina amministrativa e burocratica”.
Angelo Stochino, Pdl, pur annunciando il proprio voto favorevole ha fatto appello alla giunta perché il termine di 45 giorni sia comunque accorciato: “La macchina burocratica regionale va registrata perché i suoi tempi stanno diventando asfissianti. La graduatoria delle opere immediatamente cantierabili deve essere immediatamente pubblicata perché altrimenti si rischia di arrivare a fine anno”. L’emendamento 69 è stato poi approvato dall’Aula.
E’ stato anche approvato all’unanimità (67 voti a favore e la sola astensione della presidente Lombardo) l’emendamento 71 che modifica l’articolo 2 della legge regionale 15 del 2006 sulle Fil Commission. L’emendamento inserisce benefici finanziari nelle azioni messe in campo per favorire lo sviluppo dello sportello Film commission. Durante le dichiarazioni di voto sono stati chiesti chiarimenti all’assessore regionale alla Cultura, Sergio Milia, perché esplicitasse meglio il senso dell’emendamento. L’assessore Milia, dopo aver sottolineato alcune difficoltà nell’applicazione di questa legge, ha spiegato che “l’emendamento serve per allocare risorse, che non si potrebbero spendere se non con bandi farraginosi. La film commission in questo modo potrebbe utilizzare quelle risorse”. Milia ha inoltre chiarito che la modifica dell’articolo 2 della legge permetterebbe di far entrare in quel capitolo materie altrimenti escluse dal testo. La consigliera Francesca Barracciu, Pd, ha ricordato il carattere di innovazione della legge approvata durante la scorsa legislatura sottolineandone comunque alcune lacune nella possibilità di applicazione: “Il testo presenta alcuni problemi, va corretto e rivisto e questo emendamento risolve in parte i problemi”.
Prima della votazione il relatore Paolo Maninchedda aveva ritirato il proprio parere contrario all’emendamento in virtù dei chiarimenti dell’assessore Milia.
Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento 72 con il quale si cancella il termine del 15 febbraio di ogni anno per la presentazione delle domande di contributo riguardo agli interventi a favore della istituzione delle scuole civiche di musica.
Passato all’unanimità (67 voti a favore e l’astensione della presidente), l’emendamento 164, a firma Roberto Capelli (gruppo Misto), che include le Onlus, le associazioni culturali, sportive e dilettantistiche tra gli aventi diritto alle contribuzioni in seguito a eventi alluvionali e condizioni di dissesto idrogeologico.
Approvato con 43 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti anche l’emendamento 318 che sostituisce l’emendamento 74. Il testo norma le modalità di presentazione delle domande di esenzione Irap per i soggetti che ne hanno diritto.
Bocciato invece a voto segreto, richiesto da Giampaolo Diana, con 43 voti contrari, 23 favorevoli e 1 astenuto, l’emendamento numero 6 del centrosinistra (con la firma del consigliere Franco Cuccureddu, gruppo Misto) sull’introduzione delle circoscrizioni anche nei Comuni di Bacu Abis, Cortoghiana e Carbonia.
Votato per parti e approvato anche l’emendamento 39, ad esclusione della parte relativa all’articolo 2. L’emendamento riguarda i Consorzi di bonifica.
Via libera anche all’emendamento 256 che modifica il testo dell’articolo 3 legge Finanziaria sulle misure a favore dei comuni montani.
Non è passato poi l’emendamento 86 (a firma Solinas A., Corda, Bruno, Espa) sul contributo a fondo perduto a favore delle cooperative di comunità formate da cittadini, istituzioni e associazioni presenti nei piccoli comuni. L’emendamento è stato bocciato con 38 voti contrari, 23 favorevoli e 3 astenuti. Durante le dichiarazioni di voto il consigliere del pd Antonio Solinas aveva spiegato la necessità di un provvedimento del genere. Gian Valerio Sanna, Pd, è poi ritornato sul voto di ieri riguardo al finanziamento dell’Unione dei comuni: “Abbiamo fatto sì che i Comuni doranno tagliare il 3% dal proprio Bilancio per destinarlo alle Unioni dei Comuni, molti sindaci non se ne sono accorti”. Anche Luciano Uras, capogruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas, e Adriano Salis, capogruppo Idv, si sono espressi allo stesso modo.
La presidente, Claudia Lombardo, ha messo in votazione l’emendamento 34 (Maninchedda, Giacomo Sanna). Francesca Barracciu (Pd) ha chiesto la parola per chiedere, come già concordato precedentemente, l’inserimento della sua firma e di quella degli altri colleghi che avevano sottoscritto l’emendamento da lei ritirato. Anche l’on. Mario Diana (capogruppo Pdl) ha chiesto l’inserimento della firma sua e dei colleghi del Pdl. Il testo, messo in votazione, è stato approvato all’unanimità (65 favorevoli, 1 astenuto).
La presidente ha avviato l’esame dell’emendamento 21 (Tocco, Mario Diana) per consentire ai consorzi di Comuni di ottenere i finanziamenti per i lavori eseguiti dopo i danni causati dall’alluvione del 2008. Il voto favorevole è stato annunciato di Mario Diana (capogruppo del Pdl): “Non ha costi e fa chiarezza. L’alluvione del 2008 causò un disastro ambientale soprattutto nel Medio Campidano, e alcuni Comuni si consorziarono per eseguire opere comuni. Non essendo, però, previsto nella legge 29 del 2008 il termine “consorzi di comuni”, i consorzi non hanno potuto ottenere i finanziamenti”. Voto di astensione è stato, invece, annunciato da Luciano Uras (capogruppo Sel – Comunisti – Indipendentistas): “Non si capisce più di quali organizzazioni territoriali di cui stiamo parlando. Abbiamo lavorato su un testo pasticciato per colpa della Giunta”.
Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha chiesto alla Giunta quale fosse il suo parere. Per Gian Valerio Sanna (Pd) sono soltanto i Comuni e le Province ad avere le capacità tecniche per progettare e dare avvio a opere infrastrutturali. L’assessore regionale del Bilancio, Giorgio La Spisa, rispondendo all’on. Maninchedda ha affermato: “Permane il parere negativo per coerenza. Invitiamo a riproporlo in altra circostanza”. Il primo firmatario del testo, Edoardo Tocco (Pdl) ha spiegato che “questo emendamento riguarda i lavori eseguiti dopo l’alluvione del 2008. I Comuni, che si erano consorziati temporaneamente, avevano appaltato i lavori, i soldi del consorzio però non sono bastati e avevano fatto richiesta alla Regione di un supporto ulteriore”. Ha preso poi la parola Adriano Salis (capogruppo Idv): “Sembra una proposta talmente pasticciata che invitiamo a ritirarla. Diversamente voteremo contro”. E’ poi intervenuto Giulio Steri (capogruppo Udc-Fli): “Voglio rilevare che anche se la norma passa resterà priva di attuazione. È inutile e irrilevante perché nel comma 1 della Legge i comuni sarebbero dovuti essere individuati con delibera della Giunta, che non c’è stata”. Dopo questa spiegazione Mario Diana (Pdl) ha ritirato l’emendamento.
La presidente ha, quindi, avviato l’esame dell’emendamento 5 (Pietro Cocco e più), che proroga al 30 giugno 2012 il termine per la completa attuazione degli investimenti relativi a iniziative comunali in ambito turistico già ammessi a fruire delle agevolazioni di cui all’articolo 12 della Legge regionale n. 1 del 2002. Ha chiesto di intervenire il primo firmatario. “Chiedo alla Commissione e alla Giunta di modificare il parere contrario. Sono state presentate – ha spiegato Pietro Cocco (Pd) - soltanto tre domande, di 3 Comuni e non di privati, che chiedono soltanto più tempo per completare i lavori, senza chiedere fondi aggiuntivi. Un intervento che eviterebbe che le banche chiedano indietro a questi Comuni i finanziamenti già erogati”.
Sull’emendamento numero 35, a firma Sanna Gianvalerio e più, è intervenuto il relatore, spiegando che l’obiettivo dell’emendamento è quello di dare a costo zero la possibilità dell’utilizzo di aree che venivano accantonate in passato per realizzare servizi connessi all’edilizia residenziale pubblica. “Dall’inizio degli anni ’90 queste aree non sono state più utilizzate, pur essendo all’interno di aree urbanizzate. Sono zone con erbacce, che possono liberare volumetrie per più di 1000 alloggi in Sardegna”.
Giulio Steri (UDC) ha spiegato che l’argomento è stato analizzato in Commissione Bilancio, ipotizzando un parere favorevole con la presentazione di un emendamento orale, “per evitare che questa facoltà possa essere utilizzata dalle lottizzazioni non regolari”, aggiungendo una frase ad hoc.
L’Assessore Nicola Rassu, nell’esprimere il parere favorevole, ha ricordato che l’emendamento riporta una norma prevista nel nuovo Piano Casa, ed ha suggerito un nuovo emendamento orale, prevedendo la facoltà di utilizzo di queste aree “prioritariamente per i soggetti in possesso dei requisiti per la costruzione della prima casa”.
La seduta è stata quindi sospesa per 5 minuti
Luciano Uras (SEL) ha annunciato di non voler aprire una questione con il PD. “Questo provvedimento fa schifo. E’ una materia assai delicata su cui l’aula e la precedente legislatura hanno avuto momenti di grande tensione. Come al solito, si interviene in deroga alle normative urbanistiche. Sulla seconda proposta di emendamento orale, quindi, non sono d’accordo. Mi asterrò per non porre questioni di natura politica. Ma non sono favorevole a questo modo di legiferare. Servono sedi opportune”.
Messo in votazione l’emendamento 35 con la nuova formulazione, viene approvato con 55 si, 1 no, 4 astenuti.
Sull’emendamento 36, il relatore, Gianvalerio Sanna (PD), ha affermato che si tratta di una risposta alla domanda di residenze. “Solo a Sassari vi sono 1200 richieste senza risposta. La Regione dovrebbe impiegare fondi e risorse oggi ferme, sul mercato dell’invenduto, agli stessi costi dell’edilizia pubblica, per dare case a chi ne ha bisogno”.
Per Luciano Uras (SEL) è buona l’idea di dare risposte, “ma io continuo a dire che questo provvedimento è sconcio, politicamente, a livello normativo e per la pretesa di dare risposte. Abbiamo fatto Area per accorpare il patrimoniodell’ edilizia pubblica, per una maggiore efficienza. Mi asterrò anche su questo emendamento. Non è il collegato la sede per affrontare questi problemi, partendo proprio dalla soppressione di Area”.
Franco Meloni (Riformatori) ha trovato l’emendamento sensato, in assenza di motivazioni valide di parere contrario. “Visto così è ragionevole. Attendo il parere della Giunta per capire”.
Roberto Capelli (Misto) ha affermato che molto spesso dai banchi dell’esecutivo si lamentava una continua protesta senza proposta. “Questa è una idea, è un suggerimento. L’Ente non funziona, con fondi bloccati da anni. E’ anche una idea senza spesa. Consente di mettere sul mercato 110 milioni di euro bloccati. Da tempo c’è incapacità di programmazione e di azione. Questa è una buona idea e l’intervento del collega Meloni mi ha dato coraggio. Io voto a favore”.
Per Luigi Lotto (PD) i temi urgenti vengono sempre rinviati, se non in queste sedi. “La questione della disponibilità di alloggi popolari è un’emergenza ovunque. Se questo emendamento consente ad Area di muoversi con maggiore elasticità mettendo sul mercato 50 milioni di euro e alloggi per la povera gente, credo sia un fatto positivo. Non c’è speculazione, essendo sull’invenduto. È necessario fare qualcosa in tempi giusti. Voto a favore.” (segue)