Un focolaio di peste suina africana è stato registrato nel comune di Bono; la presenza è stata confermata dal Servizio veterinario dell’Asl di Sassari lo scorso 16 giugno.
L’azienda, a conduzione familiare, interessata dal focolaio è situata in località “ Sos Murigheddos”, a valle del paese, in un’area dove sono presenti principalmente terreni destinati alla olivicoltura e viticoltura. Al suo interno sono allevati oltre a suini anche bovini e ovini.
Gli allevatori, al manifestarsi dei primi sintomi, hanno avvisato il servizio veterinario di Sanità animale della Asl. I professionisti del Servizio diretto da Franco Sgarangella sono intervenuti immediatamente e hanno effettuato i campionamenti necessari a confermare la malattia che, da subito, ha mostrato la sua gravità con alta mortalità negli animali presenti. Sono infatti 10 i suini morti.
Le analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna hanno avvalorato il sospetto dei veterinari Asl. Il direttore del servizio veterinario di Sanità animale ha riunito l’Unità di crisi locale, alla quale hanno partecipato gli specialisti dei tre servizi veterinari. Sono state attivate tutte le procedure previste in questi casi dalle normative Cee, nazionali e regionali e dai manuali operativi necessarie per estinguere prontamente il focolaio e definire le zone e gli allevamenti da sottoporre a vincolo sanitario e ai conseguenti controlli sanitari.
Tutti i capi presenti nel focolaio, 28 suini, sono stati già abbattuti e ieri è stata effettuata la pulizia e disinfezione dell’allevamento con l’intervento della task force della Asl. E’ stata delimitata l’area da sottoporre a controllo, la cosiddetta “zona di protezione”, all’interno di un raggio di 3 Km dove sono presenti circa 50 aziende suinicole del comune di Bono e Anela. L’area, a sua volta, è contenuta in una più ampia “zona di sorveglianza” che arriva fino a
All’interno delle zone di vincolo è vietata la movimentazione degli animali e da parte del servizio veterinario verranno effettuate visite cliniche ed eventuali campioni di sangue per escludere la diffusione della malattia. Tutti gli allevatori interessati sono stati allertati immediatamente attraverso il “sistema SMS Alert” di cui è dotato il servizio veterinario della Asl di Sassari. Il sistema consente, attraverso l’invio di un messaggio telefonico in tempo reale agli allevatori interessati, il blocco della movimentazione degli animali, riducendo il rischio di diffusione della malattia.
Si tratta di migliaia di suini che, fino alla conclusione delle visite cliniche e prelievi ematici da parte dei veterinari della Asl, non potranno essere movimentati né vivi né per la macellazione.
«Un lavoro enorme attende i sanitari ma che sarà affrontato come sempre con il massimo impegno, professionalità e tempestività – assicura il direttore del servizio di Sanità animale Franco Sgarangella –. Facciamo affidamento naturalmente sulla collaborazione degli allevatori e degli amministratori locali del Goceano che in questi anni hanno sempre risposto in maniera esemplare. Anche la direzione della Asl di Sassari sta seguendo da vicino la vicenda garantendo il massimo sostegno all’azione del servizio veterinario».
«L’emergenza è arrivata davvero inaspettata – riprende Franco Sgarangella – in quanto i controlli del selvatico durante la stagione venatoria 2009-2010, con oltre 450 cinghiali cacciati e risultati tutti negativi, ha dato evidenza di come il virus non fosse presente in quel territorio. Inoltre nel corso del 2010 i controlli sui suini domestici sono stati oltre
Si tratta di un virus presente in alcune aree della Sardegna da oltre 30 anni che, di tanto in tanto, effettua “incursioni” anche in altri territori, attraverso il movimento delle persone, dei veicoli o la movimentazione irregolare di suini. Non c’è alcun rischio per il consumatore in quanto si tratta di un virus non trasmissibile all’uomo.
Tutti i veterinari della Asl di Sassari sono stati allertati e hanno intensificato i controlli nel territorio della provincia. Le aziende suinicole nei 66 comuni di competenza sono circa 3.000 e quasi 22.000 sono i capi adulti presenti.
«L’invito agli allevatori – conclude Franco Sgarangella – è quello di continuare a collaborare con il servizio veterinario, evitare introduzioni non autorizzate di animali, comunicare prontamente la presenza di eventuali sintomi di malattia, evitare di recarsi in aziende dove siano state segnalate morti di suini».
Dal Servizio veterinario inoltre hanno fatto sapere che è stata allertata la Commissione Europea, il Ministero e la Regione, attraverso il portale informatico Siman di notifica delle malattie infettive, in quanto la problematica è di competenza della Comunità europea per le ripercussioni commerciali che potrebbe avere sulle esportazioni italiane.
La peste suina africana mancava in Goceano dal 2008, quando erano stati diagnosticati 4 focolai nel comune di Benetutti. Il blocco aveva allora interessato 230 aziende con oltre 2000 capi. Le attività del servizio veterinario avevano consentito anche allora la pronta estinzione dei focolai e il controllo di tutto il territorio, impedendo il diffondersi della malattia. Red-com