"La Regione, intervenga, con urgenza per valutare l’opportunità dei provvedimenti emanati dal Comune di Domus De Maria con il quale si impone ai concessionari demaniali la rimozione di tutti i servizi igienici e gli impianti di doccia presso le strutture, la cui conseguenza è stata il divieto, imposto dall’ASL, di somministrazione di bevande e cibi ai fruitori del servizio spiaggia».
Lo chiede Carlo Sanjust, consigliere regionale del PdL, con una interrogazione urgente al Presidente della Regione.
«Il fatto è oltremodo preoccupante – afferma Sanjust – che crea un doppio danno in un comparto, come quello dei concessionari demaniali per il servizio spiaggia che ogni anno vive nell’incertezza sul rilascio della concessione stessa che per i gestori del servizio è occasione di lavoro e di sostentamento».
«Inoltre – prosegue – il provvedimento dell’amministrazione comunale, e la conseguente reazione della ASL, contrasta con le direttive regionali che, invece, impone ai concessionari di realizzare, nel territorio demaniale, servizi igienici collegati alla rete fognaria del comune o che abbiano smaltimento conforme con quanto riconosciuto dalle autorità sanitarie, inoltre, si impone il divieto di utilizzare sapone e shampoo qualora lo scarico doccia non sia dotato di idoneo sistema di scarico. La realizzazione di queste strutture, quindi, consentirebbe di ottenere anche l’autorizzazione a somministrare cibi e bevande».
«Paradosso – precisa Sanjust – è che nel demanio dei comuni vicini quali Pula e Teulada, ma in tutti i chioschi allestiti nelle spiagge dell’intero territorio nazionale, siano in funzione servizi igienici e docce regolamentari e autorizzate, senza che le amministrazioni comunali ne vietino l’uso, e su cui è consentita anche la somministrazione di cibi e bevande agli avventori».
«Per questo – conclude Sanjust – chiedo che la Regione intervenga con urgenza per verificare la regolarità dei provvedimenti, prima quello del Comune e il conseguente intervento impositivo della ASL, così da non compromettere una stagione turistica già precaria a causa della crisi economica e insidiata dalle bizze atmosferiche». Red