Carlo Sanjust, dopo aver presentato una mozione urgente al Presidente della Regione in merito alla questione "mutui", mozione sottoscritta da tutto il gruppo del PdL, ha dichiarato: "Sono circa 200 le aziende agricole in sofferenza che rischiano la vendita alle aste giudiziarie per colpa della Legge Regionale 44/88. Per questo motivo la Regione sospenda tutta la procedura di recupero crediti e chieda alle banche la posizione specifica di ogni singola pratica".
"Occorre che siano verificate le esatte corrispondenze tra quanto richiesto dalle banche e quanto dovuto da ciascun agricoltore – precisa Sanjust - e a quanto venga applicato il tasso d’interesse richiesto". Infatti, secondo il Consigliere regionale, ci sarebbero delle discrasie fra gli importi erogati e quanto, invece, verrebbe richiesto a rimborso dalle banche. E ciò, sarebbe stato verificato proprio quest’anno quando la Regione, per evitare la prescrizione dei provvedimenti di recupero di quanto erogato (illecitamente come sostiene la Commissione europea) ha notificato un sollecito di pagamento ai primi 394 agricoltori che si sono visti recapitare una richiesta dai contenuti perentori e senza alcuna proposta di rateizzazione. Furono 4947 le aziende agricole che ottennero il nulla osta ai mutui in base alla legge regionale 44/88 mentre l’importo totale richiesto era di poco meno di 118 milioni di euro. Ma l’intervento dell’Unione europea del 1997, con la dichiarazione di illegittimità della legge 44, consentì l’erogazione di poco più di 31 milioni e 216 mila euro di contributi in conto interessi. Diversi agricoltori restituirono spontaneamente quanto richiesto per un ammontare di un milione 408 mila euro. Altre 3500 aziende indebitate, sono riuscite a pagare le banche e di conseguenza non rischiano alcuna azione esecutiva. Al mese di gennaio 2008, dei 31 milioni pagati dalla Regione, erano stati recuperati appena 13.388.638 euro fissando in poco più di 17 milioni 828 mila euro il credito residuo da recuperare su ordine dell’Unione europea, a cui vanno aggiunti gli interessi legali decorrenti dalla data in cui i contributi sono stati "illegalmente" percepiti.
"La discrasia – ha precisato Sanjust - sta nel fatto che il Banco di Sardegna, ad esempio, a cui hanno fatto capo 4784 pratiche sulle 4947 totali, dichiara sofferenze come quota capitale che ammontano a 9 milioni e 639 mila 435 euro e una sommatoria degli interessi per altri 9 milioni 746 mila 805 euro. Vale a dire oltre il 100%. Una vera esagerazione quanto richiesto dall’istituto di credito sugli interessi, ben oltre anche il minimo tasso classificabile come usura per questo il Presidente della Regione dovrebbe, per prima cosa, richiedere agli istituti di credito il rendiconto di ogni singola pratica debitoria. Una volta fatta chiarezza la Regione dovrà studiare una ipotesi di rateizzazione per il rientro dal debito di queste aziende agricole". Red.