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Vertenza entrata Regione Sardegna: Assessore Pogrammazione.

“Gli ingenti sacrifici richiesti alle regioni rendono ancora più impellente e indifferibile la necessità di chiudere definitivamente la vertenza entrate. Il confronto con il Governo è necessario e doveroso sia per concordare un auspicato innalzamento dei limiti di spesa ammissibili ai fini del rispetto del Patto di Stabilità in conseguenza dell’accresciuto livello delle entrate regionali e sia per consentire agli uffici statali e regionali, per quanto di rispettiva spettanza, di poter prevedere e programmare le risorse e poter coordinare la finanza regionale con quella dello Stato e degli enti locali sardi”.

E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alla vertenza entrate e agli effetti della finanziaria statale sul sistema sardo.

“La legge numero 220 approvata l'anno scorso - spiega La Spisa -  ha gravato più sulle regioni ordinarie che su quelle speciali mentre quest’anno la scure è calata soprattutto sulle autonomie speciali. Secondo le proiezioni abbiamo un'incidenza sulla finanza regionale che in termini di capacità di spesa proietterà un aggravio per la nostra Regione. Sommando gli effetti della manovra della legge numero 220 e della manovra appena approvata in Parlamento, la 111 del 2011, avremo una diminuzione di capacità di spesa di circa 460 milioni, cioè dall’attuale livello di capacità di spesa derivante dai limiti del patto di stabilità di poco più di 3 miliardi attuali, saremo chiamati a scendere nel 2014 ad una spesa di circa 2 miliardi e 700 al netto della sanità. Gli enti locali avranno un aggravio, ancora sul patto di stabilità, di circa 150 milioni di euro complessivamente.

“Sulla vertenza entrate, poi – ha ripreso La Spisa – è oggi assolutamente necessaria l’approvazione delle norme di attuazione che risultano fondamentali perché una volta approvate non potranno essere modificate unilateralmente dallo Stato mettendo la Regione al riparo dai rischi di future svantaggiose interpretazioni ministeriali. La carenza o la ritardata approvazione non fa mai comunque venire meno i diritti regionali maturati dal 2010. Ora è importante la coesione di tutte le forze politiche per un confronto con lo Stato di alto profilo”. Red