Sotto la presidenza di Claudia Lombardo il Consiglio regionale si è riunito questa mattina per discutere alcune mozioni presentate dall’opposizione. Una riguarda il destino del campus universitario di Cagliari e il problema degli studenti fuorisede (mozione 127); una tocca il tema del Por Fesr 2007-2013 (mozione 126); una riguarda i ritardi nella riconversione turistica dell’arcipelago di La Maddalena e il rischio dell’apertura di un distaccamento Nato in quell’area (mozione 125); l’ultima riguarda l’emergenza a Perdasdefogu e San Lorenzo a seguito della crisi sociale, economica e ambientale del territorio (mozione 132).
In apertura di lavori la presidente Lombardo ha ricordato, con un breve discorso, la figura di Neri Marracini scomparso di recente e ha chiesto all’aula di osservare cinque minuti di raccoglimento. La presidente ha poi chiesto all’Aula di pronunciarsi sulla richiesta di Gianvalerio Sanna di inserire nella programmazione bimestrale il progetto di legge 143 sul regolamento contrattuale del personale regionale e del Consiglio regionale. L’Aula, però, ha rigettato la richiesta di Sanna.
La prima mozione affrontata dall’Aula è stata la 132 sulla crisi a Perdasdefogu. Uras (Sel) ha ritirato l’ordine del giorno 2; approvato invece con 37 favorevoli l’ordine del giorno 1. Sull’ordine del giorno 3, presentato dal Psd’Az, Mario Bruno (Pd) ha chiesto al Psd’Az il ritiro per concordare una sintesi unitaria e dire tutti assieme una parola chiarissima sulle servitù militari sarde. Altrimenti il nostro voto su questo ordine del giorno sarà di astensione. Anche Claudia Zuncheddu ha annunciato l’astensione mentre il gruppo del Pdl, con il suo presidente Mario Diana, ha invitato i presentatori a ritirare l’ordine del giorno o in alternativa ha chiesto il voto per parti. Per i Riformatori, che sono intervenuti con Vargiu, il voto è contrario perché non è prevista una discussione esaustiva sull’argomento dentro il Consiglio. Per Uras (Sel) c’è la necessità di aprire su questo argomento un dibattito efficace, anche per decidere che atteggiamento tenere con lo Stato su Quirra, La Maddalena, Teulada e molte altre aree della Sardegna a rischio dal punto di vista ambientale e sanitario a causa della attività di sperimentazione militare.
Giacomo Sanna (Psd’Az) ha parlato di film già visto. Non ritireremo questo ordine del giorno perché fa parte della storia del nostro partito e quello che pensiamo lo scriviamo e lo proponiamo a quest’Aula.
Giulio Steri (Udc) ha annunciato il voto favorevole all’ordine del giorno perché rispetta le nostre posizioni anche se appare limitativo perché non affronta il problema delle zone Sic.
Per Salis (Idv) questo ordine del giorno affronta solo una parte del problema, il vero tema è la liberazione della Sardegna dalle servitù militari. Per questo sarebbe utile valutare il ritiro dell’ordine del giorno a fronte di una mozione generale.
Per il consigliere Campus (Pdl) i concetti generali sono condivisibili ma su alcune parti c’è da discutere. Per Maninchedda (Psd’Az) oggi la Sardegna non sta ragionando su chi governerà ma su cosa serve per governare ora. E sulle servitù militari o ci rendiamo conto che non sono vantaggiose oppure dobbiamo dire che lo sono.
Secondo Porcu (Pd) il tema delle servitù dà dignità al Consiglio e a tutti noi. L’approvazione di un ordine del giorno frettoloso rischia di sminuire la dignità del tema. La nostra regione ha sopportato come nessuna il carico della difesa nazionale e dobbiamo chiedere allo Stato molto di più di quanto possiamo chiedere con questo ordine del giorno.
Il capogruppo del Pdl, Mario Diana, ha chiarito al Psd’Az l’orientamento della sua forza politica: Questo ordine del giorno rischia di apparire poco utile ma non voglio creare un problema tra chi vota a favore e chi vota contro. Abbiamo sospeso la votazione in precedenza sulla mozione Sabatini (mozione 132) per approfondire il tema.
La presidente Lombardo ha sospeso l’Aula per consentire alle forze politiche di cercare un accordo sul tema. Alla ripresa Sanna (Psd’Az) ha illustrato una serie di modifiche all’ordine del giorno 3 concordate con le altre forze politiche.
Diana (Pdl) ha ritirato la richiesta di votazione per parti annunciando il voto favorevole ma Bruno (Pd) ha chiesto una sospensione breve, che la presidente Lombardo ha accordato.
Alla ripresa dei lavori, la Presidente Lombardo mette in votazione l’ordine del giorno n° 3, secondo le modifiche illustrate da Giacomo Sanna (Psd’Az).
Per dichiarazione di voto Uras (Sel-Comunisti-Indipedentistas) dichiara l’astensione del gruppo, ma non per divergenze di contenuto sul dispositivo, precisa ricordando in proposito l’ordine del giorno del suo gruppo di contenuto analogo e molto simile come efficacia. Ritiene tuttavia che debba essere attivato in consiglio regionale un dibattito molto più approfondito, in grado di stabilire quale debba essere il confronto con lo stato, in quali tempi, con quale ruolo del Presidente della regione. Un ordine del giorno non si nega a nessuno, aggiunte poi Uras, sottolineando il fatto che neanche il Pdl lo nega oggi ai sardisti, con la consapevolezza che sarà ignorato dal presidente. Vogliamo una vera maggioranza che si costituisca su questo fondamentale argomento, con tutte le forze politiche disponibili e anche con Psd’Az le cui posizioni sul problema sono molto simili alle nostre.
Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, considera astensione “un passaggio obbligato non l’allontanamento del problema o la sua trasformazione in una decisione senza seguito. Il tema delle servitù militari, ha aggiunto, e della liberazione di tutta la Sardegna da questo peso, deve essere incardinato in una nuova stagione dell’autonomia regionale, ma ci sono iniziative immediata che il consiglio deve assumere. Sotto questo profilo, in particolare, il documento sardista è per noi importante ma non esaustivo. A giudizio di Salis è il momento di una nuova stagione di battaglia e lotta contro lo stato, sulle servitù come sull’autonomia e sulla manovra finanziaria. Maggioranza e opposizione possono presentare un documento condiviso con le linee guida di questa nuova stagione, per uscire da una sudditanza insopportabile, che rende la Sardegna unica in Italia e in Europa.
Dal Pd, il capogruppo On. Mario Bruno Bruno conferma il voto di astensione, non perchè non si condividano i contenuti, ma è insufficiente rispetto alla complessità del tema, come dimostrato anche dalla mozione sull’argomento presentata da tutto il centro-sinistra. Bruno ha quindi auspicato che da quel punto di partenza maturi una posizione di tutto il consiglio regionale, per arrivare allo smantellamento delle servitù militari, come del resto già previsto dal programma elettorale del Pd e del centro sinistra. Non ostacoliamo l’ordine del giorno sardista, ha affermato ancora Bruno, che però valutiamo limitato rispetto ad esigenze di equi indennizzi e tutela delle popolazioni interessate.
Astensione anche da parte di Radouan Ben Amara (Sel-Comunisti-Indipedentistas) che tuttavia motiva il suo voto con l’adesione alla disciplina di gruppo, pur essendo personalmente convinto dei contenuti positivi dell’ordine del giorno sardista.
Per il Pdl, Angelo Stochino conferma il voto favorevole già anticipato dal capogruppo Diana, e si sofferma sulla necessità che i problemi degli enti locali e delle comunità interessate diventino una priorità nell’azione della regione”. Le comunità locali, ha dichiarato, devono decidere dei loro territori su ogni ipotesi di futuro e di sviluppo. L’esponente del Pdl ha quindi rivolto un appello alla giunta regionale per individuare in tempi rapidissimi una soluzione concreta al problema dello sgombero dei pastori dalle aree che sarebbero contaminate. È un fatto molto grave, secondo Stochino, che non è stato rimarcato a sufficienza, ma occorre dare una risposta agli allevatori che ora non sanno dove andare. La giunta può e deve fare qualcosa nell’immediato, “trovando un accordo con l’ente foreste e consentendo, per un periodo limitato, il trasferimento e il pascolo del bestiame nelle aree delle demaniali. E’ una cosa che si può fare anche in una settimana.
Al termine di quest’ultimo intervento la Presidente Lombardo mette in votazione l’ordine del giorno con primo firmatario il capogruppo del Psd’Az Giacomo Sanna. Lo scrutinio dà il seguente esito: favorevoli 24, contrari 5, astenuti 2. Il consiglio approva.
Si è poi passati allìesame della mozione 125 (Porcu e più) relativa alle notizie apparse a mezzo stampa sull’apertura di un distaccamento Nato e sul grave ritardo nei progetti di riconversione turistica dell’Arcipelago di La Maddalena.
La mozione è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere del Pd Chicco Porcu (Pd). Che ha sottolineato l’attualità del tema contenuto nell’iniziativa, presentata l’aprile scorso, con il dibattito in corso in Aula. Dopo tre anni dalla chiusura della base americana a La maddalena – recita la mozione - e dopo due anni dal trasferimento a l’Aquila del G8, gli oltre 320 milioni di investimenti stanziati per le opere di bonifica, le strutture ricettive e le opere infrastrutturali, non hanno ancora prodotto un solo posto di lavoro nell'Arcipelago destando comprensibile malumore e sconcerto nella comunità maddalenina che vive una difficile situazione economica e sociale aggravata dai tempi lunghi della riconversione da una economia militare.
La strada da percorrere per il rilancio dell’Arcipelago è una sola, secondo Porcu: proporre un modello di sviluppo alternativo a quello di economie povere e marginali rappresentato dall’attività militare. Una scelta obbligata per evitare il “rischio nostalgia” per un sistema che, quantomeno, ha assicurato a quei territorio una “qualche forma di sopravvivenza. Senza una concreta azione di riconversione in chiave turistica e ambientale è inutile - ha ammonito Porcu - stracciarsi le vesti. Ma il modello de La Maddalena è applicabile anche al resto della Sardegna. Anzi, ha continuato il consigliere dell’opposizione, può diventare il luogo simbolico del riscatto dell’orgoglio sardo. Perché, per le sue valenze culturali, ambientali e storiche - ha illustrato - rende più semplice un processo di riconversione rispetto ad altre zone dell’Isola.
Porcu ha quindi ricordato che la situazione descritta nella mozione, presentata il 13 aprile scorso, non è mutata. Dopo tre anni dalla chiusura della base americana, non è ancora stata ultimata la riconversione in albergo a 5 stelle dell’ex Ospedale militare, e la Regione non ha ancora approntato alcun bando che possa definitivamente sbloccarne l’utilizzo a fini turistici. Ma all’appello mancano anche le opere relative al lungomare a alla riqualificazione del quartiere di Moneta. Intanto, ha ricordato Porcu, la Mita Resort (la società che si è aggiudicata il bando per la creazione e gestione del polo ricettivo e cantieristico) rischia di avvalersi delle clausole di arbitrato della convenzione perché non può utilizzare le zone antistanti l’albergo. Una situazione stagnante che impone di voltare pagina e da cui è possibile uscire solo costruendo un’alternativa economica. Per questo Porcu ha chiesto all’Aula di votare all’unanimità la mozione, criticando la Giunta per la poca determinazione dimostrata. Il capogruppo del Pd Mario Bruno ha lamentato la scarsa presenza in Aula tra i consiglieri del Pdl e chiesto alla presidente Lombardo di interrompere i lavori. La presidente del Consiglio, verificata l’assenza del numero legale, ha interrotto i lavori dell’Assemblea per mezz’ora.
Alla ripresa dei lavori la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha dichiarato aperta la discussione generale. Il primo a intervenire è stato Giulio Steri (capogruppo Udc-Fli), il quale ha ripercorso le tappe storiche che avevano portato alla decisione di individuare La Maddalena come sede per il G8 (riconoscendo in particolare l’azione svolta da Emidio Casula), gli accordi per le grandi opere da realizzare, e infine alla decisione di spostare il G8 all’Aquila dopo il terremoto. Non tutte le opere quindi sono state realizzate o alcune soltanto parzialmente, e questo ha comportato, ha proseguito Steri, apprezzando nella sostanza la mozione di Porcu - che le opere sono rimaste inutilizzate. Quindi la riconversione da economia militare a economia turistica di La Maddalena non è stata portata a termine.
Il capogruppo dell’Udc-Fli ha poi aggiunto che questa maggioranza ha fatto qualcosa di importante quando ha individuato le aree di crisi, in cui può essere inserita inserita La Maddalena. In base ai presupposti legislativi che questo Consiglio ha creato, siamo in grado, con un accordo di programma, di far partire un piano di sviluppo locale. Chiediamo alla maggioranza e all’opposizione di condividere una modifica della mozione e di integrare la richiesta alla Giunta di attivare l’accordo di programma per le aree di crisi.
D’accordo anche Paolo Maninchedda (Psd’Az) sulla bontà della mozione, se modificata e integrata come richiesto da Steri. Modificata, in particolare, al punto 1 del dispositivo per evitare di precludere eventuali nuovi interventi statali a favore di La Maddalena. Maninchedda ha anche ribadito la sua contrarietà anche alle procedure d’urgenza: Quando ci sono gare vere e controlli veri non succedono le cose che sono successe a La Maddalena. La presidente ha quindi dato la parola alla Giunta regionale. E intervenuto l’assessore regione degli Enti locali, Nicola Rassu, il quale ha condiviso l’importanza dell’argomento della mozione, trovandola condivisibile con qualche modifica e integrazione, come richiesto dai colleghi della maggioranza. L’esponente dell’Esecutivo ha letto in Aula una dettagliata relazione su quanto ha fatto finora la Giunta e sulle azioni che sta portando avanti la l’Esecutivo per far pronte ai problemi di La Maddalena e del territorio. La Giunta ha seguito sempre tutte le problematiche di La Maddalena, senza perdere tempo: a cadenza quindicinale vengono convocati tavoli tecnici, incontri e conferenze di servizi. L’assessore Rassu ha anche evidenziato che su molti di questi argomenti non si può che esprimere la condivisione. In particolare ha poi chiarito che non risultano pervenute né direttamente né indirettamente richieste da parte della Nato per nuovi insediamenti militari e che la Giunta e il Consiglio regionale hanno già affermato la loro contrarietà.
L’esponente dell’esecutivo, elencando tutte le attività poste in essere dalla Giunta, si è soffermato sul fatto che l’Esecutivo ha esercitato in tutte le sedi opportune, dopo lo spostamento del G8 all’Aquila, le iniziative necessarie per affrontare i problemi che si sono presentati e ancora si presentano nel territorio. La Regione, ha proseguito, sta anche seguendo con estrema attenzione lo stato di attuazione della bonifica del depuratore di La Maddalena. Per quanto riguarda la Mita Resort la titolarietà delle aree è ancora in carico alla presidenza del Consiglio dei Ministri e per questo la Regione non ha ancora ricevuto il piano industriale della Mita Resort, anche se ci sono stati già contatti e avviate tutte le attività per far partire l’attività turistica. La Mita può avviare la sua attività, quindi, ha proseguito l’assessore - già da quest’anno anche se non in maniera completo. L’assessore Rassu, in conclusione, si è detto d’accordo a inserire La Maddalena nelle aree di crisi. Chicco Porcu (Pd) ha accolto con piacere la condivisione di chi è intervenuto prima di lui. Le osservazioni fatte sono tutte accoglibili, tra cui sicuramente quello di inserire la Maddalena nell’aree di crisi. Mi farei carico con gli altri colleghi di preparare un ordine del giorno unitario da votare a mercoledì. La presidente Lombardo ha quindi concluso i lavori. Red