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Le richieste di Confagricoltura Sardegna per superare la crisi del settore ovicaprino.

Senza un piano straordinario di rilancio il settore ovi-caprino rischia di chiudere.

Con oltre 3 milioni di capi allevati e circa 300.000.000 litri di latte prodotti, in molti territori il settore ovi- caprino rappresenta l’unica fonte di sostentamento.

Indebitamento crescente, rapporti di filiera difficili caratterizzati dall’assenza di un accordo sul prezzo del latte, remunerazione al di sotto dei costi di produzione ed un basso livello di competitività del prodotto trasformato, sono i principali fattori che contribuiscono ad indebolire  il comparto che per sopravvivere, abbisogna di interventi strutturali.

Inoltre nella maggior parte dei casi, non esistono contratti scritti.  Gli allevatori conferiscono il latte agli industriali privati sulla base di un accordo verbale che prevede il pagamento di un acconto e di un ipotetico saldo da definire a fine campagna, con il risultato che regna la totale incertezza economica che non consente agli allevatori di programmare l’attività d’impresa.

 

Alcuni dati:

Scheda n. 1 – Dati generali

N. Aziende: 12.000

Produzione latte annua: 300.000.000 litri

Produzione formaggio: 500.000 q.li

Produzione p.r.: 250.000 q.li

Latte destinato alla produzione di p.r.: 150.000.000 litri (50%)

Latte destinato alla produzione di altri formaggi 150.000.000 litri(50%)

 Scheda n. 2 - Andamento dei costi di produzione

Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento dei costi delle materie prime che ha determinato un aumento del costo di produzione del litro di latte ovicaprino e parallelamente una significativa riduzione del prezzo di vendita del latte stesso. La forbice tra costi di produzione e remunerazione del latte si allarga, pertanto, sempre di più.

Mais: il mais per uso zootecnico ha registrato negli ultimi 3 anni quasi una duplicazione del prezzo.

Fertilizzanti: il costo dei fertilizzanti nel corso degli ultimi 3 anni è aumentato di circa il 70%.

Sementi: il costo delle sementi ad uso foraggero negli ultimi 3 anni ha avuto un incremento di circa il 5%.

Gasolio Agricolo: negli ultimi 3 anni si è registrato un incremento del costo del Gasolio di quasi il 15 %.

Scheda n. 3 – Costo di produzione del latte ovino (fonte Università di sassari)

Azienda scarsa:    € 0.78/litro

Azienda sufficiente:€ 0.77/litro

Azienda media:     € 0.72/litro

Azienda buona:    € 0.69/litro

Azienda ottima:    € 0.65/litro

 

Azienda scarsa: 300 pecore, produzione media 110 litri di latte a capo senza impianto di mungitura che ha solo pascolo e prato pascolo (non coltiva e ha poche macchine).

Azienda sufficiente : 300 pecore, 125 litri di latte a capo, capacità erbaio intorno ai 5 ha, non coltiva cereali, utilizza macchine.

Azienda media: 300 pecore, produzione media 140 litri di latte a capo. Sufficiente dal punto di vista parco macchine con erbaio.

Azienda buona: 400 pecore, produzione media 155 litri di latte a capo.

Azienda ottima: 500 pecore, produzione media 170 litri di latte a capo, coltiva cereali, erbai, utilizza macchine.

La media dei costi di produzione di un litro di latte considerando queste diverse tipologie di aziende è  € 0.72/litro.

Considerando che in Sardegna la maggior parte delle aziende ha una consistenza inferiore a 300 pecore e una produzione media inferiore a 110 litri di latte a capo è sicuramente un dato sottostimato.

Scheda n. 4 – Prezzo del latte ovino

2008/09: 0,75-0,80€/litro

2009/10: 0,65 – 0,70 €/litro

2010/2011: 0,60-0,65 €/litro

A questo si aggiunga che la Regione il 27 luglio 2011 in Conferenza Stato Regioni che all’ordine del giorno prevedeva una intesa sullo schema di decreto del Ministro dell’Agricoltura recante “Modifiche al decreto ministeriale 29 luglio 2009, concernente disposizioni per l’attuazione dell’articolo 68 del regolamento 73/2009, non è riuscita ad ottenere un incremento dei fondi per il settore ovicaprino come richiesto da Confagricoltura Sardegna,

che la Misura 215 del PRS Sardegna sul benessere animale, che dovrebbe favorire la partecipazione degli allevatori sardi, rischia di avere l’effetto contrario in quanto prevede degli impegni assurdi per gli allevatori;

che finora la L.R. 15.2010 risulta, anche per la parte inerente l’ovicaprino ad eccezione dell’art. 1, inattuata.

Gli allevatori di Confagricoltura si attendono che la Regione si impegni:

ad attivare immediatamente l’osservatorio sul comparto ovicaprino costituito con delibera della Giunta Regionale del 29.12.2009 e ribadito dall’art. 9 della L.R. 15/2010; per avviare una trattativa sul prezzo, infatti, è necessario disporre di dati caratterizzati da requisiti di trasparenza, terzietà, imparzialità e affidabilità delle fonti che metta in campo tutti i dati relativi alla produzione, alla trasformazione e alla commercializzazione. Ad oggi non si dispongono dati reali sulla produzione di latte, sulla quantità di latte conferita all’industria privata, non si conoscono dati certificati sulla destinazione casearia del latte stesso (si può comunque affermare con una certa ragionevolezza che circa il 50% del latte ovino prodotto in Sardegna sia orientato verso la produzione di Pecorino Romano nonostante gli interventi mirati a contenerne la soglia dentro il 50%; a tale proposito non ci è dato conoscere che fine abbia fatto il piano produttivo che il Consorzio di tutela del pecorino romano avrebbe dovuto adottare entro tre mesi dall'entrata in vigore della L.R. 15/2010), mancano dati certi sulle giacenze di pecorino romano, non si conoscono le quantità prodotte, quelle esportate, i prezzi di vendita e i mercati dove viene esitato il pecorino romano. Insomma non si conoscono quei parametri che dovrebbero essere la base su cui costruire quel meccanismo che consente di determinare un prezzo di mercato del latte ovino. Manca, in definitiva, una fotografia certa degli elementi economici del comparto.

ad attuare interventi per alleviare le condizioni di indebitamento e facilitare il ricorso al credito di esercizio attraverso l’attivazione dell’art. 23 della L.R. 15/2010;

a costituire un tavolo di lavoro finalizzato alla redazione di un piano di rilancio del settore che abbia come obiettivi principali la competitività delle imprese, una più ampia aggregazione del latte tal quale, una politica di diversificazione che consenta di sviluppare un allargamento della tipologia di offerta delle produzioni lattiero casearie, la capacità di penetrazione sui mercati e non ultima la semplificazione amministrativa.

Per ottenere questo è necessario: sostenere una più ampia aggregazione dell’offerta, sia riferita al latte “tal quale”, sia ai formaggi. L’Istituzione regionale deve favorire la promozione ed il sostegno delle OP, unici organismi abilitati alla stipula di intese di filiera, contratti quadro e accordi di fornitura con gli acquirenti, strumenti riconosciuti dalla legislazione vigente ed elemento di trasparenza per una moderna contrattazione. A questo proposito sarebbe opportuno verificare il fondamento delle notizie che vedono gli industriali costituire OP di comodo; attivare l’art. 8 della L.R. 15/2010 che stanzia fondi per la capitalizzazione delle cooperative, anche per sanare quella bizzarra incongruenza inerente la commercializzazione del P.R. che risulta prevalentemente gestita dalla componente industriale privata dal momento che la cooperazione vende il proprio prodotto per lo più agli industriali privati che possono così governare la filiera in posizione dominante; trovare mercati alternativi a quello americano, dove finisce circa il 70% del pecorino romano prodotto in Sardegna e che permette agli americani, essendo in buona sostanza unico cliente di riferimento, di imporre il prezzo d’acquisto; studiare una diversa lavorazione del pecorino romano, abbassando per esempio il tenore salino sotto il 5%, per caratterizzarlo anche come formaggio da tavola al fine di renderlo più gradevole al gusto del consumatore e pertanto più competitivo specialmente nei mercati extra-americani.

Alla fine delle ferie estive Confagricoltura Sardegna auspica che venga immediatamente riconvocato il tavolo già previsto per il 4 agosto u.s..

Non sono più procrastinabili gli impegni del mondo politico sardo assunti a favore del comparto e all’attuazione della L.R. 15/2010. Com