Nemmeno l'angosciante rapporto che accusa il regime di crimini contro l'umanità, presentato giovedì al Consiglio di sicurezza dell'Onu ha fatto cambiare idea al sanguinario dittatore della Siria ed ha nuovamene ordinato di sparare sul suo popolo tra cui vi sono stati ancora altri 20 morti ammazzati.
Nei giorni scorsi, Assad aveva rissicurato che in Siria le operazioni militari contro i terroristi erano finite ma ieri nonostate le buone parole dell'erede dell'altrettanto sangunario satrapo siriano, Assad padre, è stato l'ennesimo venerdì di sangue e morte. Le forze di sicurezza del regime hanno ucciso 20 manifestanti, secondo quanto riferiscono attivisti e residenti.
Le truppe governative hanno sparato nella provincia meridionale di Deraa, da dove hanno preso il via le rivolte cinque mesi fa innescando una brutale risposta da parte delle forze di sicurezza, che secondo gli investigatori dell'Onu si sono macchiate di crimini contro l'umanità. «Ciao ciao Bashar, ci vediamo all'Aja», hanno gridato i contestatori ad Homs. «La gente vuole l'esecuzione del presidente», hanno invece gridato i manifestanti nella provincia settentrionale di Idlib. Le forze di sicurezza hanno ucciso cinque persone, compresi due bambini, nella città di Ghabaghab a sud di Damasco, ha riferito Rami Abdel Rahman, direttore dell'«Osservatorio siriano per i diritti umani». Residenti e attivisti a Inkhil e Hirak, nella provincia di Deraa, hanno detto che altre otto persone sono state uccise dalle forze di sicurezza, mentre un altro manifestante è stato ucciso nel distretto Bab Amro di Homs. Le preghiere di mezzogiorno spesso hanno dato il via a proteste in tutto il Paese, di frequente teatro di spargimenti di sangue, come è successo la scorsa settimana, quando 20 persone sono state uccise mentre contestavano gridando: «Noi ci inginocchiamo solo a Dio».
Intanto un video sta facendo il giro della rete: un gruppo di dissidenti catturati dalle milizie siriane inneggia alla rivoluzione, mentre i loro carcerieri in divisa li picchiano con calci e pugni, obbligandoli a cantare lodi al presidente Bashar al-Assad. È una testimonianza delle violenze e delle umiliazioni riservate ai manifestanti che finiscono nelle mani dei soldati di Bashar Assad. Nel filmato, di circa due minuti, si vedono chiaramente i soldati che, a bordo di un bus, colpiscono e irridono i prigionieri legati e bendati, e li costringono a urlare «Col sangue e con l'anima ci sacrifichiamo per te Bashar», e «Per Allah, per la Siria e Bashar».
Assad, che fa parte della minoranza alauita in un paese a maggioranza sunnita, ha riferito nei giorni scorsi al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che tutte le operazioni militari e polizia, intensificate dall'inizio del mese sacro del Ramadan per reprimere la sommossa in corso da cinque mesi contro il governo, erano state fermate. «Forse Bashar al-Assad non considera la polizia una forza di sicurezza», ha detto un testimone ad Hama, dove le forze leali al presidente hanno aperto il fuoco giovedì sera per evitare manifestazioni notturne. La tv di stato siriana ha riferito che i morti a Ghabaghab sarebbero stati causati da uomini armati che hanno attaccato un posto di polizia, uccidendo un poliziotto ed un civile e ferendo altre due persone. L'emittente ha riferito che gli uomini armati hanno ucciso una persona anche ad Harasta, vicino a Damasco.
Le autorità siriane hanno espulso giornalisti indipendenti o hanno vietato loro di lavorare in Siria, rendendo difficile la verifica degli eventi sul campo, che secondo l'Onu hanno provocato 2.000 morti civili. Le autorità accusano terroristi ed estremisti per gli spargimenti di sangue e sostengono che 500 tra soldati e poliziotti siano stati uccisi finora.
Un «embargo totale sulle importazioni di greggio siriano verso l'Ue»: gli ambasciatori dei 27 riuniti a Bruxelles nel Comitato politico e di sicurezza dell'Ue hanno dato mandato al servizio diplomatico europeo di preparare le modifiche dei regolamenti delle sanzioni. Non sono ancora noti, tuttavia, i nomi delle compagnie e delle società colpite.