E' a Madrid, il cardinale Angelo Bagnasco, ma fa sentire la sua voce ai microfoni Rai di "Radio anch'io": "Quello della famiglia - spiega il presidente della Cei parlando della manovra - è un punto centrale: è stata in questa crisi una valvola di sicurezza enorme e sarebbe miope e dannoso non considerarla e come un ganglio vitale. Non
perdiamo questo patrimonio, questo punto fermo, se la famiglia non è al centro della politica, la società non va da nessuna parte".
Dai tagli, per Bagnasco andrebbero difese anche le missioni all'estero perché "non riguardano tanto i bilanci ma i diritti umani fondamentali che in certe parti del mondo non sono rispettati". "Dobbiamo chiederci prima di fare i conti - ha
affermato il cardinale - quale approccio si dà rispetto alle situazioni drammatiche di altre parti del mondo".
Più in generale, in tema di manovra, il cardinale Bagnasco ha ricordato ai microfoni della Rai che pagare le tasse "è un dovere di tutti". "Sono impressionanti - ha detto - le cifre che si leggono sull'evasione fiscale". "Come pastori - ha spiegato il presidente della Cei - dobbiamo porci soprattutto non dentro questioni politiche ma in un richiamo etico e fare appello alla coscienza di tutti e di ciascuno perché anche
questo dovere possa essere assolto".
Bagnasco ha osservato che nello stesso contesto "è necessario rivedere gli
stili di vita, che tutti facciano la loro parte rinunciando a benefici eccessivi e privilegi". Ed ha invitato a "fare esperienza della storia e non dimenticare, ad esempio, che lo
statalismo è una deformazione ma che anche il capitalismo selvaggio lo e'". "Si tratta - ha concluso - di individuare correttivi da una sintesi superiore che possa essere più rispondente e che insieme cresca maggiormente il senso dell'uomo: abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, laddove c'è ancora un livello troppo alto ci si ricomponga".
Il cosiddetto contributo di solidarietà "è un prelievo del tutto ingiustificato - dice invece Francesco Rutelli a Radio 24 - Una tassazione insostenibile" che impone di "correggere drasticamente" la manovra varata dal governo.
Per il leader di Alleanza per l'Italia si tratta di una tassa "che colpisce chi a stento si può definire ricco". Inoltre il gettito "sarà pari a un ventesimo" rispetto alle aspettative della manovra. "Se il reddito è di 90 mila euro e si ha una
famiglia di tre figli - si è chiesto infine Rutelli - si può dire che quella sia una famiglia ricca?".