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La fine amara della destra italiana: Chi stacca la spina al premier?

"Berlusconi aveva detto: penso e spero di non candidarmi nel 2013. I giornali hanno scritto: Berlusconi non si candida. Allora Alfano ha dovuto rispondere con una forzatura: è sicuro che Berlusconi si candida. La realtà è quella che ha detto Silvio: vorrebbe non candidarsi, ma non si può escludere che sia spinto a farlo. E in questo caso le primarie sarebbero inutili". Ignazio La Russa, ministro della Difesa, spiega così al Messaggero i nuovi turbamenti interni alla maggioranza di centrodestra, dopo l'intervista di Beppe Pisanu a Repubblica che ha riportato in primo piano il tema della leadership e del dopo Berlusconi.

"L'intesa esiste, è la tempistica che non corrisponde. Pier Ferdinando Casini
immagina una fine ravvicinata dell`esperienza di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi; Angelino Alfano è per un'uscita di scena morbida e concordata, un percorso che arrivi fino al 2013. Senza traumi", scrive Libero. "Sempre se il presidente del Consiglio riesce a scavallare indenne le nuove grane all`orizzonte. Giudiziarie, economiche, politiche. L`obiettivo di Casini e Alfano, però, è comune: ricostruire
la Casa delle Libertà. Con tutti i mattoncini. Cosa che non può avvenire finché c'è in pista lui, l`uomo di Arcore".

Avanti così fino al 2013, allora? Di nuovo La Russa: "Come noi non staccheremo la spina alla Lega, loro non la staccheranno a noi. Non credo che qualcuno voglia suicidarsi. A me non piace il termine verifica, è spesso una parola foriera di sventura. Però se si sta attenti ad evitare i riti e gli obiettivi di una verifica, mi sembra ragionevole fare il punto della situazione con la Lega e verificare cosa c'è fuori dalla nostra coalizione. Noi abbiamo cominciato a dialogare con Casini e continueremo a farlo". Chi vuol intendere, intenda..